Atlantide, il continente perduto

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jasmine23
view post Posted on 13/7/2007, 11:34 by: jasmine23





La riscoperta di Atlantide
Platone e l’Atlantide. Scienza e archeologia alla ricerca del mitico continente perduto. L’ipotesi di Thera e l’Atlantide oceanica. Nikolaj Jirov e le prove geologiche. Reperti sottomarini.
L’Atlantide nel Mediterraneo
Ufficialmente la tendenza degli archeologi è quella di considerare l’Atlantide come un’invenzione letteraria. Tuttavia uno strappo alla regola viene fatto se si prende in considerazione l’ipotesi che la vicenda del continente perduto non sia altro che la descrizione (distorta a fini letterari) della scomparsa civiltà cretese. Questa teoria molto amata dagli accademici, presuppone che l’ubicazione dell’isola sia nel cuore del Mediterraneo. Nel 1967 l’archeologo greco Marinatos portò alla luce sull’isola di Santorini, nel Mare Egeo, i resti di insediamenti umani risalenti al 2500 a. C. L’isola, un tempo chiamata Thera, era abitata da una civiltà fiorente evolutasi in completa autonomia che intratteneva un fiorente commercio con la civiltà minoica e con altri paesi dell’Egeo. Thera fu abbandonata improvvisamente intorno al 1520, quando la popolazione allarmata da violente scosse di terremoto, ritenne più opportuno imbarcarsi con i propri averi e migrare in luoghi più sicuri. Poco dopo vi fu un’eruzione vulcanica e infine l’isola esplose con un impressionante boato udito a oltre 3.000 km di distanza. L’eruzione, quattro volte più potente di quella del Krakatoa avvenuta nel 1883 vicino a Giava, seppellì completamente la città abbandonata e coprì vaste zone dell’isola con uno strato di cenere di circa 30 metri. Quarant’anni dopo il cono del vulvano sprofondò in mare sollevando altissime onde che, secondo alcuni, furono la causa della distruzione repentina della civiltà di Creta.
A credere nell’Atlantide mediterranea sono in molti. Il sismologo greco Galanopoulos, ad esempio, sostiene che i 9.000 anni prima di Solone menzionati da Platone fanno coincidere l’Atlantide con Thera, se togliamo da quel numero uno zero. E infatti 900 anni prima di Solone avvenne l’eruzione di Thera.
Tuttavia, per avvalorare questa ipotesi dovremmo ignorare intenzionalmente molti altri dettagli della descrizione fatta da Platone, primo fra tutti il suo riferimento a un’isola oceanica.
Oltre le Colonne d’Ercole
La possibilità che sia esistito un continente nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico è davvero così remota? Un utile e documentato compendio per districarsi nella questione è il libro di Roberto Pinotti I continenti perduti (Mondadori 1995) dove i diversi punti di vista vengono analizzati nel dettaglio. Sull’esistenza dell’Atlantide oceanica, infatti, le opinioni sono contrastanti e in effetti esistono due scuole di pensiero al riguardo.
Da un lato gli studiosi americani sostengono che gli oceani del nostro pianeta esisterebbero da sempre negli stessi luoghi di oggi e quasi con le dimensioni attuali. Questa visione non lascia naturalmente spazio all’Atlantide, ma è una visione ampiamente contestata in altri ambienti scientifici. Gli studiosi russi infatti sostengono che dove oggi si trovano gli oceani, un tempo potevano esserci ampi lembi di terraferma in seguito inabissatisi. Da questo punto di vista l’Atlantide appare più plausibile. Ma in che punto dell’Atlantico è possibile situare il continente perduto? Per lo studioso Nikolaj Jirov il sito più probabile è l’attuale altipiano subacqueo sul quale si trovano le isole Azzorre. Questo luogo infatti sembra corrispondere alla descrizione fatta da Platone di un'isola caratterizzata da una Catena montuosa e da una vasta pianura irrigata. Il sistema montuoso subacqueo Nord atlantico è composto da due catene di monti intervallate per l’appunto da una pianura.
Ammettendo dunque che il luogo sia quello giusto perché mai l’Atlantide sarebbe stata inghiottita dalle acque?
La risposta, secondo Jirov, è nella struttura dei fondali oceanici. Rilievi geologici hanno infatti dimostrato che le basi della catena sommersa Nord atlantica sono composte prevalentemente di basalto. Qualsiasi terreno basaltico in prossimità di un oceano tende a essere instabile e dopo essere emerso dalle acque può sprofondare. I continenti più antichi sono invece composti di granito, una roccia molto più solida e meno instabile. Orbene, l’Atlantide doveva essere un continente molto giovane (geologicamente, si intende) ed era quindi condannato fin dall’inizio.
Quando sarebbe accaduto il cataclisma? Ricerche oceanografiche dei ricercatori russi fanno ritenere molto probabile una relazione tra l’inabissamento della catena montuosa (e quindi dell’Atlantide) e la fine dell’ultimo periodo glaciale in Europa e nel Nord America (12.000 anni fa). A quell’epoca il clima mutò in parecchie regioni del globo, la corrente del Golfo riscaldò il continente europeo e il regime delle acque dell’Artico si stabilizzò definitivamente.
Un ponte fra due mondi
Le prove a favore della possibile esistenza di un continente in mezzo all’Atlantico non sarebbero solo geologiche. Anche la biologia può aiutarci a chiarire il mistero.
Da sempre infatti sono osservabili analogie tra la fauna delle Azzorre, di Madera, delle isole Canarie, di Capo Verde, delle Antille e quella dell’America Centrale. Molte specie di farfalle, di lombrichi e di formiche tipiche delle Azzorre e delle Canarie si trovano infatti anche in America. La foca dal ventre bianco è una specie che non frequenta il mare aperto, ma rimane vicino alle coste. Ebbene, troviamo esemplari di questa specie sia nel Mediterraneo che in America. Gli antenati di questa foca hanno seguito forse una costa che oggi non esiste più?
E che dire dell’enigma degli elefanti? Platone cita tra gli animali che si trovavano in Atlantide, proprio i pachidermi che hanno avuto origine in America. Nel mondo antico questa specie non esisteva, mentre compare più tardi in Africa. In che modo è avvenuta questa migrazione? Attraverso ponti di terra nell’Atlantico?
Lo stesso discorso vale per i cavalli, inizialmente abitatori del Nuovo Mondo, poi giunti nell’emisfero opposto e scomparsi nel paese natale, dove verranno reintrodotti dall’uomo nel XV secolo. E così pure i porcospini, alcuni mammiferi d’acqua dolce, rettili, molluschi, crostacei, vermi, ecc...
Certi animali, poi, avrebbero fatto il viaggio opposto; basta pensare all’antilope, originaria dell’Africa, ma presente anche sugli altipiani della Sierra Nevada.
Le stesse implicazioni valgono per la flora. I botanici Ungeer e Osvaldo Herr forniscono infatti ulteriori elementi per dimostrare l’esistenza di un continente terziario. La similitudine tra la flora miocenica dell’Europa Centrale e quella attuale dell’America Orientale è sorprendente e dimostra che certe piante sono migrate da un continente all’altro.
Reperti sottomarini
Tutte queste congetture sono affascinanti anche se possono in parte essere contestate senza prove più tangibili, come l’effettiva presenza di resti archeologici sul fondo dell’Oceano. Alcuni indizi in tal senso però esistono.
Nel 1968 un naturalista americano, Manson Valentine, scoprì che sotto pochi metri d’acqua al largo dell’isola di North Bimini (Bahamas) esistono alcune grandi pietre piatte e allineate che fanno pensare a una sorta di pavimentazione. Il caso fece scalpore e furono organizzate diverse spedizioni archeologiche. La conclusione, secondo alcuni un po’ frettolosa, a cui giunsero gli esperti fu che si trattava in realtà di formazioni calcaree naturali.
Ma altre scoperte dovevano giungere, ancora una volta, dagli ambienti scientifici russi.
Nel 1974 la nave per ricerche oceanografiche Akademik Petrovsky fotografò i fondali intorno all’arcipelago delle isole Horseshoe, 450 chilometri ad ovest di Gibilterra. Al momento dello sviluppo si potè notare che la cima della montagna sottomarina Ampére, un altipiano subacqueo che si innalza dalle profondità oceaniche fino a 60 metri dalla superfice, mostrava insolite conformazioni sottoforma di grandi pietre apparentemente lavorate, enormi blocchi rettangolari che rammenterebbero i ruderi di antiche costruzioni in pietra ...
Reperti sottomarini sono stati rilevati strumentalmente anche da altre spedizioni oceanografiche internazionali. Nelle isole Canarie, poi, esisterebbero alcuni tunnel subacquei in cui è possibile trovare resti di una civiltà precedente quella indigena delle Isole. Almeno questo è quanto affermano i componenti di una spedizione italiana organizzata nel 1981 dalla rivista Mondo Sommerso. Il giornalista-esploratore Pippo Cappellano, capo della spedizione, ha visitato i tunnel sommersi personalmente e ha trovato lastroni squadrati di natura artificiale molto simili a un’antica pavimentazione.
Egli, pur lasciando ampio margine al dubbio, ha dichiarato: "Potrebbe essere l’Atlantide, forse no. Ma quello che abbiamo visto deve essere per forza la testimonianza di una grande città sommersa. Non è impossibile che migliaia di anni prima dei Guanchos (l’antica popolazione indigena delle Canarie) altri uomini abbiano costruito una città, scavato canali, e attrezzato porti. Ma ci vogliono le prove ...".



Atlantide: percorsi di un mito
Di Franco Corsi

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Al Tramonto del Periodo Aureo Greco, Atlantide venne dimenticata per oltre 20 secoli.
Nei periodi bui del Medioevo, Antillia sostituì Atlantide nell’immaginario collettivo, persino Cristoforo Colombo organizzò una spedizione, non fortunata, per trovare l’isola misteriosa.
Per le Ipotesi più recenti, la mitica Atlantide, finisce addirittura sommersa sotto i ghiacci del Polo Sud, dovuto ad uno spostamento geologico, che fece arrivare all’estremo Sud l’Isola di Atlantide.
Spostandoci in America centrale, nella celeberrima città di Teotihuacan, sacra per gli Aztechi, che proprio ad Atlantide devono la loro esistenza, considerata direttamente discendente dalla mitica isola, infatti, gli Aztechi sarebbero le persone che si salvarono dal diluvio ed approdarono sulle coste dell’America centrale e costruirono quella che oggi chiamiamo Civiltà Azteca.
Nel 17° secolo, arrivò a Teotihuacan, un archeologo - astronomo, Don Carlos Seguentia, che, arrivato nei pressi delle rovine, fece tante dichiarazioni, affascinanti ed inquietanti:
1) dichiarò di aver ritrovato una civiltà, discendente da una molto superiore da quelle fino ad allora scoperte, paragonabile a quella Egizia, inoltre trovò molte somiglianze tra le Piramide della piana di El Giza con quelle Americane;
2) Ipotizzava ancora che Atlantide era una sorta di terra di “Mezzo”, di “Collegamento” tra la Civiltà Azteca e quella Egizia;
3) Un’altra sua importante ed inquietante supposizione era quella collegata al Diluvio Universale che associò al terribile cataclisma che causò la scomparsa di Atlantide.
Nel 1691 a Città del Messico, ci fu una rivolta contro i nobili, vennero arsi importanti palazzi, tra cui la Biblioteca dove erano conservati degli importanti documenti che riguardavano il passato degli Aztechi, e magari qualche notizia in più sulla mitica Atlantide.
Si registra l’apice di Teotihuacan intorno al 650 d.c., tempo assolutamente non paragonabile al famigerato racconto Platonico sull’isola.
Una importante dichiarazione, resa nota molti anni dopo il ritrovamento di Don Carlos, fu che: Le Piramidi Americane furono costruite come Tombe Funebri per le famiglie nobili che regnavano all’epoca, ed avevano le stesse funzioni di quelle Africane, nonostante questo, Seguentia fu il primo archeologo ad appassionarsi a tal punto, al mito di Atlantide, che organizzò una spedizione a tale scopo.
E’ nell’Inghilterra Elisabettiana, che il mito riprende vigore, Frances Bacon, scrisse un famoso Saggio riallacciandosi al racconto di Platone, famoso è anche il celebre Dottor D, sicuro di essere a contatto con gli spiriti di Atlantide. (osserviamo che siamo in un periodo dove tutto quello che era magia, mistico, oscuro e ignoto, affascinava grandi e piccini, nobili e non)
Lo scrittore Gilverne, descrisse Atlantide come: ”Una Pompei Antica seppellita sotto le Acque” in Ventimila leghe sotto i Mari. (Libro che consiglio a tutti). Questo favoloso libro diede l’inizio ad un’ampia gamma di scrittori che scrissero su Atlantide, ce ne furono tanti ma, in particolare, nel Minnesota, Donnelly, scrisse nel 1880 quello che ben presto diventò un Best Seller: “Atlantide: Il Mondo prima del Diluvio”, proprio 10 anni prima, un famoso archeologo scoprì le rovine di Troia seguendo alla lettera le indicazione dell’Aedo Omero, e Donnely sosteneva di poter ritrovare Atlantide seguendo le istruzioni di Platone.
In quegli anni la Marina Britannica eseguì una spedizione sottomarina, trovando delle montagne di natura vulcanica, che proprio per la loro natura, sprofondarono negli abissi dell’oceano all’epoca della Deriva dei Continenti, ma questo Donnelly non lo sapeva, e credeva ceccamente di aver trovato quelle che una volta si ergevano sulla sommità della città dimenticata da tutti.
Nel 1968 al largo della Florida si ritrovarono delle rovine, furono subito assimilate ai resti di Atlantide, tutto questo fu previsto anni prima da parte di un chiaroveggente, mai poi si scoprì che era tutta una truffa, finalizzata per frasi pubblicità.
Se guardiamo più vicino a noi, alla nostra storia classica, alla Civiltà Minoica, un’archeologo greco disse che delle isole dell’Egeo scomparvero per un Diluvio come Atlantide,…….. ma è difficilissimo dimostrare che la Civiltà Minoica e la Civiltà Atlantidea furono la stessa cosa,……. anche se scomparvero entrambe improvvisamente, la prima comunque scomparve 900 anni prima di Platone e la seconda circa 9000 anni prima, ma come Platone stesso diceva, uno zero in più serve per far passare da Storia a Leggenda qualsiasi cosa.

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Possibili ubicazioni dell’Isola di Atlantide:
- Continente sommerso nell’Oceano Atlantico;
- Fu solo una bella Leggenda, narrata da Platone, quel famigerato dopo cena, per compensare la perdita del suo Mentore: Socrate (Ipotesi sostenuta da quasi 1/5 dei ricercatori);
- Tartasso o la Spagna del Sud;
- Gibilterra;
- Antillia;
- Continente sommerso nell’Oceano Pacifico;
- Continente Sommerso nell’Oceano Indiano;
- Continente sommerso dai Ghiacci del polo Sud;
- Catalogna;
10) Le Isole Azzorre che, sono considerate dagli scrittori che collocano Atlantide nell’Oceano Atlantico, le cime emergenti delle montagne del Continente perduto, o degli “otto” continenti perduti, come talvolta viene definita Atlantide.
“Una cosa certa è che, fino a quando qualcuno non scoprirà Atlantide, questa meravigliosa e misteriosa terra resterà una misura della nostra Umanità, lo specchio delle nostre Speranze e la Tomba delle nostre Paure”.
Spero di aver riportato quello che di più affascinante è stato raccontato durante la Puntata de: La Macchina del Tempo, nonostante questo mi considero, un’instancabile appassionato ricercatore della mitica Atlantide sempre in cerca di nuovi indizi, racconti, scoperte, idee ……., sperando che un giorno possa venire fuori la verità su un Continente che ha affascinato generazioni e generazioni, Scrittori, Eroi, Politici, Sovrani, persone di tutte le razze e nazionalità accomunate dal desiderio di sapere e dall’amore per la Storia.

FONTE

Edited by jasmine23 - 30/3/2010, 12:21
 
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