Zombie, 2x04

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jasmine23
view post Posted on 23/6/2008, 21:35




Zombie

Zombi (italianizzazione della parola zombie) è un termine di origine haitiana legato ai riti del Vudù, che è entrata nell'immaginario comune attraverso il campo cinematografico e letterario come un morto vivente.

Folclore haitiano
Nelle credenze popolari di Haiti, alcuni sacerdoti detti bokor sarebbero in grado di catturare una parte dell'anima di una persona detta piccolo angelo guardiano, producendo uno stato di letargia che rende come morto un essere vivente, e che anche anni dopo la sua sepoltura, essi siano in grado di riesumare il corpo rendendolo loro schiavo. Passando sotto il naso del morto una bottiglietta contenente il suo piccolo angelo guardiano lo si potrebbe far risvegliare e controllarlo a piacimento. Secondo alcune tradizioni [citazione necessaria] se lo zombi dovesse assaggiare del sale per un qualsiasi motivo, riprenderebbe coscienza e la fattura verrebbe spezzata.
A partire dagli anni ottanta del Novecento si sono intrapresi studi a carattere scientifico sull'origine e la natura delle droghe che possono portare ai sopraccitati effetti. Trattasi di mix di sostanze neurotossiche di origine animale, probabilmente dal pesce palla (tetradotossina) e da molluschi gasteropodi della famiglia dei Conidi, che indurrebbero le vittime ad uno stato catatonico confondibile con la morte.
Si narra più realisticamente di individui haitiani del ceto povero, indotti ad uno stato di morte apparente da individui senza scrupoli, frettolosamente sepolti dai familiari e presto riesumati per venir loro somministrato un blando antidoto che ripristinerebbe le funzioni vitali senza però restituire la volontà. Le vittime incapaci di qualsiasi resistenza verrebbero asserviti come schiavi per le piantagioni di canna da zucchero.
Le popolazioni haitiane dunque non temerebbero gli zombi ma di divenirne loro stessi. Il regime dittatoriale della famiglia Duvalier, al potere fino agli anni ottanta, esasperava il clima di superstizione sugli zombi, conferendo ai capi della polizia segreta, i cosiddetti tomtom macout, il potere di disporre delle droghe malefiche.

Reinterpretazione occidentale
Nella letteratura occidentale del passato gli zombi erano noti come gli schiavi vittime delle droghe. Un ottimo riferimento filmografico è costituito da L'isola degli zombies (1932) con la star Bela Lugosi. Zombi è anche una droga del futuro citata nel racconto fantastico La porta sull'estate di Robert Heinlein, con la quale il protagonista viene totalmente asservito ai suoi falsi amici.
Nella seconda metà del Novecento gli zombi (più correttamente "morti viventi") sono immaginati come le creature morte che continuano a camminare, senza più volontà, spinti solo dalla fame innaturale di carne umana. Questa immagine degli zombie viene introdotta da La notte dei morti viventi del 1968, il film cult capostipite del ciclo di George Romero, il cui tono apocalittico era ispirato dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, nel quale il termine zombie non era ancora usato (si parlava di vampiri). Tanto nel libro di Matheson quanto nel film di Romero è descritta la fine della civiltà devastata da un'umanità di cadaveri. Un durissimo apologo satirico sociale, che si evidenzia nel secondo capitolo del ciclo Zombi (1978), dove folle di zombi invadono un centro commerciale, mimando le gestualità dei vivi.
Il concetto di "morto vivente" è dunque una distorsione o reinterpretazione di quello che lo zombi rappresenta nella religione vuduista ed è interessante come nel giro di una, due generazioni una parte di verità sia divenuta un mito sovrannaturale.
Forse non è un caso che con la caduta della dittatura haitiana, negli anni ottanta il fenomeno sia passato da superstizione a materia di studi scientifici, restituendo al pubblico la verità primeva. In un'intervista postuma su Rai Tre, il regista Lucio Fulci, autore di Zombi 2, parlava di un concorso della Chiesa haitiana ad alimentare la superstizione.
Nella figura dello zombi si intravede un'immagine speculare in negativo, di carattere diabolico ed insieme pagano di concetti cristiani: la resurrezione apocalittica dei corpi (integri) per Opera Divina ed il rito eucaristico. "Quando non ci sarà più posto all'Inferno" i corpi corrotti risorgono cannibalizzando i vivi, in quella che è letterariamente detta "eucarestia pagana".
Nel libro Il serpente e l'arcobaleno di Wade Davis, da cui è stato tratto un film di Wes Craven, viene analizzata la relazione tra zombi e vudu nel caso Clairvius Narcisse.

FONTE



ZOMBI, IL SEGRETO DEI MORTI VIVENTI
Di A. Lissoni (per gentile concessione di: www.ufoitalia.net )

Gli dei vudù nel pantheon del Benin. Haiti: politica e magia. Il rito del mandamorti. William Seabrook incontra i non-morti. Il terribile veleno del pesce-palla. Scoperta la tecnica per realizzare uno zombi.
Gennaio 1996, nella sperduta repubblica africana del Benin, nel golfo di Guinea. Il presidente Nicephoro Soglo annuncia alla popolazione che «una secolare ingiustizia è stata finalmente riparata. Il vudù, religione tradizionale del Paese, diventa un credo ufficiale, con una propria festa, al pari delle altre confessioni praticate in Benin, il cristianesimo e
l’islamismo. Quattrocento anni fa, proprio da queste spiagge chiamate sinistramente Costa degli schiavi, milioni di uomini venivano strappati alla loro terra e trascinati a forza in altri continenti, a morire nelle piantagioni di cotone. Ma l’antica religione, il vudù, non è mai andata perduta, e torna oggi più potente che mai...».

POLITICA E RELIGIONE AD HAITI
Il vudù, parola che in dialetto africano significa dio, è una religione sincretica nata durante il periodo del colonialismo dalla mescolanza delle credenze spiritiche e animistiche delle popolazioni di colore (Malgasci, Bantu, Dahomey, Mandinghi) deportate in America. Questo credo, che ospita tutti gli dei delle religioni africane, è attualmente praticato ad Haiti e Cuba, in Brasile, nelle Antille e persino in parte degli USA, con il nome di hoodoo, presso le comunità nere della Florida e della Louisiana. Si tratta di una religione magica. I suoi sacerdoti si chiamano hungan se stregoni bianchi, bokor se neri. Costoro possono invocare indifferentemente gli spiriti rada, divinità benefiche del focolare, ed i petrò, le anime demoniache. Queste ultime sono però difficilmente controllabili, e la loro evocazione è praticata in genere solamente dai maghi neri particolarmente abili. Questi stregoni satanisti hanno avuto, durante la dittatura della famiglia Duvalier (Papà e Baby Doc), una funzione politica fondamentale. I Duvalier, difatti, utilizzavano la magia nera (o quanto meno, il terrore che essa incuteva) per sottomettere la superstiziosa popolazione di Port-Au-Prince. La magia nera sarebbe servita poi per scacciare dall’isola sia Baby Doc sia i marines americani mandati dalle Nazioni Unite dopo il colpo di stato.
La più temibile stregoneria, sulla quale si basa il prestigio ed il potere illimitato dei bokor sulla popolazione locale, è
l’oscuro e segretissimo rito del mandamorti, meglio conosciuto come la resurrezione di uno zombi.

COME FAR USCIRE LO ZOMBI DALLA TOMBA
Tutti sanno, grazie alle fantasiose e romanzate pellicole horror di George Romero, cosa sia uno zombi, il morto vivente resuscitato per magia e costretto ad obbedire per sempre al suo mago-padrone.
La resurrezione dello zombi è praticata solo da quei bokor che conoscono le giuste preghiere rituali ed hanno l’animo saldo quanto basta. Per poter resuscitare un morto, difatti, è indispensabile recarsi di notte in un cimitero ed evocare, davanti alla lapide, un demonio. Proprio quest’ultimo fornisce l’energia che permette al corpo morto di tornare in vita. Ma per poter comandare lo zombi, lo stregone deve possederne l’anima, che viene evocata, catturata ed imprigionata dentro un vaso, una specie di lampada di Aladino il cui possesso permette al bokor di annullare la volontà del resuscitato. Si invoca allora Baron Samedi, il signore dei cimiteri custode delle anime, e lo si addormenta con la formula creola Do' mi pa fumé, Baron Samedi, Dormite bene Baron Samedi. Non appena il signore dei
cimiteri abbassa la guardia, il bokor può sottrargli l’anima dello zombi, chiamandola a sé con la frase Mortoo tomboo miyi, Morto, dalla tomba, a me!
A questo punto il cadavere viene disseppellito e resuscitato. Privo della propria anima, e quindi di volontà, lo zombi, mosso dal demonio, è ora pronto ad eseguire, su ordinazione, qualsiasi azione, anche la più efferata. La moderna cinematografia ha inventato moltissimi dettagli finti sugli zombi (si dice, ad esempio, che mangino solo carne umana e che muoiano soltanto se colpiti alla testa); l’unico resoconto fedele alle credenze haitiane è quello dello scrittore William Seabrook, un esploratore che negli anni Venti visse ad Haiti e ne fu in parte introdotto ai misteri. Seabrook, nel volume L’isola magica (1929), racconta: «La luna piena saliva lentamente nel cielo, sbiancando le colline e le piantagioni di cotone, ed io me ne stavo seduto davanti alla porta di casa con Costantino
Polinice, un fittavolo haitiano, a parlare di demoni, licantropi e vampiri. Il discorso cadde sugli zombi. Avevo sentito dire che lo zombi è un corpo privo di anima, clinicamente morto, che riacquista magicamente un’apparenza di vita puramente meccanica; un cadavere che agisce, si muove, cammina come se fosse vivo, grazie alle arti di uno stregone. Questi sceglie un cadavere sepolto di fresco che nonabbia ancora avuto il tempo di decomporsi e lo sottopone ad una specie di galvanizzazione. Poi lo asservisce sia per fargli commettere qualche delitto, sia per affidargli, come capita più sovente, lavori agricoli o domestici pesanti. Non appena il morto accenna a rilassarsi, questi lo bastona come una bestia da soma. Quando ne parlai a Polinice, il mio scettico amico mi rispose: ’Creda a me, non si tratta di una superstizione. Fa parte purtroppo dei nostri usi e costumi. Sono cose vere ad un punto che voi bianchi non sospettate neppure. Lei non si è mai chiesto perché i contadini più poveri seppelliscono i loro morti sotto massicce torri di muratura? Che altro motivo vuole che ci sia se non quello di difendere i propri morti?». Seabrook prosegue citando il caso di «un vecchio negro, tale Ti-Joseph du Colombier, che un bel mattino arrivò davanti ai campi di Hasco seguito da una banda di nove straccioni dall’espressione inebetita, che avanzavano con passo strascicato. Ti-Joseph li mise tutti in fila e quelli lo lasciarono fare, restandosene con lo sguardo fisso e vuoto». Dopodiché Ti-Joseph mise gli zombi al lavoro nei campi. Quegli strani esseri, tenuti lontani dalla curiosità dei passanti, lavoravano molte ore al giorno, sotto il sole; non parlavano, non mostravano alcuna emozione e si limitavano a zappare la terra. Dormivano pochissimo e mangiavano soltanto banane bollite e scondite. Questa insolita forma di sfruttamento andò avanti molto a lungo sin che, un giorno, mentre Ti-Joseph era assente, una venditrice di pistacchi salati incontrò gli zombi ed offrì loro un po' di cibo. Ora, secondo le tradizioni haitiane, i morti viventi possono mangiare di tutto, fuorché carne e cibo salato, pena la rottura dell’incantesimo che li mantiene in vita. «Bastò che gli zombi avvertissero il gusto del sale - prosegue Seabrook - perché si rendessero conto di essere morti. Con urla spaventose corsero verso il cimitero. Appena vi giunsero si misero a correre in mezzo alle tombe. Ciascuno, trovata la sua, si diede subito a raspare alacremente le pietre e la terra per potervi entrare. Al primo contatto con i loro sepolcri, vi caddero di peso, già carogne in putrefazione...». L’episodio più impressionante citato da Seabrook come autentico è però ilsuo faccia a faccia con uno zombi. «Un pomeriggio, alla luce del sole, io e Polinice percorrevamo il sentiero che porta a Picmy. Rallentando all’improvviso l’andatura del suo cavallo, Polinice mi indicò, sul fianco della montagna, a un centinaio di metri da noi, una terrazza pietrosa ove tre uomini e una donna stavano vangando la terra in mezzo a piante di cotone. La prima impressione sugli zombi fu strana; certo non appartenevano all’ordine naturale delle cose. Lavoravano come bruti, come automi...Polinice toccò la spalla di uno zombi e questi girò docilmente il viso. Quel che vidi, benché fossi preparato, mi colpì profondamente e ne provai un senso di nausea. Non crediate che fossi sotto l’effetto di una suggestione, erano davvero gli occhi di un morto, non di un cieco. Erano fissi, spenti, privi di sguardo. Tanto bastava per rendere orrendo il volto, profondamente vuoto, come se dentro non avesse nulla. Non è sufficiente dire che era senza espressione...In seguito mi convinsi che quegli zombi non dovevano essere altro che dei mentecatti, degli idioti cronici sfruttati per il lavoro nei campi. Era una spiegazione razionale. Ma la storia non doveva concludersi qui. Giorni dopo mi trovai
a parlarne con il dottor Antoine Villiers, uno spirito scientifico ferreo e pragmatico, che mi disse: ’Non credo affatto che sia possibile
resuscitare i morti. Non credo alla resurrezione di Lazzaro e nemmeno a quella di Cristo. Tuttavia, non sono sicuro che nella questione degli zombi non ci sia sotto qualcosa di orribile. Penso sia il caso di parlare di stregoneria criminale‘. E così facendo mi mostrò una pagina del codice penale di Haiti che diceva: Articolo 249. Sarà imputato di omicidio chiunque somministri al suo prossimo sostanze che, senza essere letali, siano suscettibili di provocare un sonno letargico più o meno lungo. Chi poi seppellisca la persona che abbia assorbito tale sostanza, verrà imputato di omicidio...»

LA MAGICA POLVERE DEI BOKOR
E forse il segreto degli zombi è proprio nella somministrazione di «sostanze capaci di causare un sonno letargico». L’antropologo americano Wade Davis, autore del libro Il serpente e l’arcobaleno (da cui è stato tratto anche un film), sostiene di avere scoperto il trucco utilizzato dai bokor per trasformare gli esseri umani in zombi. Questi spruzzano nelle narici delle loro vittime, ben vive, una polvere giallastra capace apparentemente di causare una morte istantanea. Questa polvere, che Davis ha fatto analizzare da una società farmaceutica statunitense, contiene tetrodotossina, un veleno che si estrae dal pesce palla haitiano, capace di paralizzare i centri nervosi. A questa droga i bokor mescolano sostanze tanto inutili quanto folkloristiche, come terra di cimitero e polvere di penne di gallo nero, giusto per creare un po' di scena. Quindi la spruzzano contro la vittima. Questa cade in catalessi e, data per morta, viene sepolta. E, terrorizzata, assiste cosciente al proprio funerale e alla propria inumazione, senza potersi muovere!
Proprio quest’ultima traumatica esperienza, unita ad una buona dose di superstizione, distrugge la lucidità mentale della vittima, che finisce con il perdere la ragione, cadendo in uno stato di autismo perenne e continuato.
Quando la notte stessa il bokor disseppellisce il malcapitato e lo rianima somministrandogli un antidoto la cui ricetta non è stata ancora scoperta, questi, ormai muto e semideficiente, si crede effettivamente un morto risorto. E si rassegna a questa nuova esistenza di schiavitù e lavoro. Negli anni Settanta la televisione francese riuscì addirittura ad intervistare un ex-zombi che era riuscito a riconquistare sia la libertà che parte della ragione (il che si verifica assai raramente). L’uomo, un certo Narcisse Clovis, viveva comunque in una clinica psichiatrica, non avendo smaltito del tutto gli effetti deleteri della droga dei bokor.
Sebbene la medicina occidentale sia riuscita a spiegare in parte il segreto della trasformazione in zombi, Davis ha dichiarato, nel 1987: «La polvere zombi ed il suo ingrediente attivo, al tetrodotossina, sono oggetto di studi negli Stati Uniti ed in Europa; pure, la dinamica con cui la polvere agisce rimane un mistero...».

FONTE
 
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sarinababy
view post Posted on 15/9/2010, 17:21





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