Mu, un altro leggendario continente perduto

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jasmine23
view post Posted on 20/7/2007, 11:50




Il continente MU

Mu è il nome di un immaginario continente scomparso nell'Oceano Pacifico, descritto dall'angloamericano James Churchward (1852-1936), sulla base di una traduzione, risultata poi completamente errata, fatta nel XIX secolo dall'abate fiammingo Charles Brasseur di un manoscritto Maya.
Nascita del mito di Mu
Mu è un fenomeno di invenzione della tradizione, poiché prima di Churchward, non c'è traccia reale e nota di Mu in nessuna cultura preistorica o protostorica.
James Churchward, generalmente descritto come un colonnello dell'esercito Britannico in pensione, scrive che, nel corso dei suoi viaggi in Oriente alla fine dell'Ottocento, finì con l'imbattersi nella storia di una remota civiltà scomparsa nella notte dei tempi, Mu, l'Impero del Sole, fonte di tutte le antiche civiltà del pianeta, in una serie di antichissime tavolette di terracotta - le tavolette dei Naacal - custodite in un tempio indiano del cui riši egli era divenuto amico. I Naacal sarebbero stati una confraternita di 'saggi', provenienti da Mu, i quali le avrebbero scritte o a Mu stesso, prima del suo inabissamento, oppure in Birmania dopo il medesimo, da dove poi esse furono esportate in India. Churchward fornisce nei suoi scritti una trascrizione dell'alfabeto di Mu, ma gli originali delle tavolette non sarebbero stati mai più visti da alcuno dopo di lui e non vi è pertanto alcuna prova della loro esistenza.
Dopo avere trascritto le tavolette, l'autore iniziò una serie di viaggi in tutto il mondo allo scopo di suffragare ulteriormente le sue teorie, che rese note con il suo libro Mu, il continente perduto, pubblicato nel 1926 e aggiornato successivamente nel 1931.
A causa della notorietà che i libri di Churchward ottennero a suo tempo, sono apparse tutta una serie di pubblicazioni fantastiche o fanta-archeologiche che asseriscono di mostrare come in antichi documenti, di volta in volta indiani, amerindi, cinesi e così via, vi siano riferimenti (in realtà inesistenti) a questo fantomatico continente scomparso, l'esistenza del quale d'altra parte non è compatibile con la storia geologica del Pacifico.
Descrizione di Mu
Secondo le descrizioni di Churchward il continente Mu, situato nell'oceano pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l'isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell'Eden. Il nome deriverebbe dalla omonima lettera greca, che sarebbe stata trovata incisa sulle pareti delle grotte di accesso al continente.
FONTE






Il Continente Mu
di Axel Famiglini

Il colonnello inglese, James Churchward, stanziato in India verso il 1870, durante un periodo di grave carestia, si trovava presso un tempio a recare aiuto al sommo sacerdote. Churchward fece amicizia con il sacerdote, scoprendo che entrambi avevano una grande passione per l'archeologia. Un giorno il colonnello britannico si trovava nel tempio intento a decifrare un'iscrizione. Il sacerdote, dopo averlo visto tanto impegnato in quell'impresa, aiutò Churchward a tradurre ciò che era scritto sul muro del tempio, rivelandogli anche che si trattava di una lingua estremamente antica. Il sacerdote inoltre confessò che all'interno del tempio esistevano delle tavolette scritte nella stessa lingua che parlavano della terra di origine del genere umano, il continente Mu. Queste tavolette erano state ritrovate in una delle sette città sacre dell'India (Rishi) e appartenevano ad una collezione molto più vasta. Il sacerdote disse a Churchward che le tavolette erano sacre poiché erano state scritte in un linguaggio oscuro e ricco di significati esoterici dai Sacri Fratelli, detti Naacal, venuti dalla madre patria in Asia sudorientale a portare le sacre scritture, le scienze e la religione. Le tavolette in questione sarebbero state vecchie di migliaia di anni e sarebbero state scritte, secondo il sacerdote, in Birmania o addirittura sul continente Mu. Purtroppo la sacralità e l'importanza di quelle tavolette era tale che era vietato rimuovere le loro custodie. Tuttavia una sera Churchward scoprì che il suo amico sacerdote aveva preso due tavolette e si accorse subito che erano di argilla cotta al sole ed erano impolverate. Alla fine Churchward e il sacerdote decisero di esaminare tutte le tavolette e le tradussero integralmente. Scoprirono che le tavolette parlavano della creazione del mondo e dell'uomo, il quale era comparso per la prima volta nel continente Mu. Churchward, capita l'importanza della sua scoperta, iniziò a girovagare in India, poi in Birmania e infine per tutto il mondo alla ricerca di altre tavolette. Importanti per le ricerche di Churchward furono le scoperte di William Niven in Messico. Niven infatti scoprì delle città sepolte vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe dimostrato l'esistenza di civiltà "preistoriche" avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi trovò duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente perduto.
Churchward, dopo molti viaggi e ricerche, riuscì a tracciare una storia di Mu che qui vi presento. Il continente Mu, situato nell'oceano pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l'isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell'Eden. Il continente era abitato da sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali che temporali), detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato "impero del Sole". La religione seguita su Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio "Ra il Sole", poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell'immortalità dell'anima e del suo futuro ritorno a Dio. Nel continente Mu non c'erano mai state violenze e si viveva nel benessere e nella prosperità. Mu, popolata da diverse razze, era dominata dalla razza bianca; le altre genti non avevano posizioni politiche rilevanti. La navigazione era una delle attività preponderanti dei "muani", tuttavia essi erano anche ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in queste arti era la pietra. Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva sette città principali. Da Mu partirono navi che raggiunsero tutto il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò diverse colonie tra cui l'impero coloniale di Mayax in America, l'impero Uighur nell'Asia centrale e nell'est Europeo e il regno dei Naga nell'Asia meridionale. Secondo le tradizioni degli abitanti di Mu, la cui terra esisteva già 50.000 anni fa, l'uomo fece la sua comparsa su questo continente. Nel periodo di massimo sviluppo per gli abitanti di Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta da catastrofi vulcaniche e da maremoti. Dopo questo periodo di instabilità geologica, la vita su Mu riprese e vennero ricostruite le città e i templi. Tuttavia, quando la precedente catastrofe sembrava già dimenticata, il continente Mu, circa 13.000 anni fa (poco dopo la stessa sorte sarebbe toccata ad Atlantide), fu distrutto definitivamente, inabissandosi. Lo sprofondamento causò un immenso maremoto che sconvolse tutto il pianeta. Pochi sopravvissero alla tragedia, che si salvarono sulle odierne isole del pacifico, ultimi residui del continente Mu. I superstiti si imbarbarirono presto, creando solo miti e leggende sul loro glorioso passato.
Churchward, con l'utilizzo delle tavolette e di altre fonti (quali il Manoscritto troano, il Codex cortesianus, il Manoscritto di Lhasa, le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn, le iscrizioni del tempio di Xochicalo a 96 Km a sud - ovest di Città del Messico, il Ramayana ecc…) tradotte anche in modo molto particolare (qui faccio riferimento specialmente alle fonti classiche), non solo ha svelato al mondo l'antica storia del continente Mu e dell'origine dell'uomo e della terra, ma ha anche costituito una scienza geologica alternativa a quella tradizionale basandosi sulle conoscenze millenarie che gli abitanti di Mu avevano accumulato in materia.
FONTE
 
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jasmine23
view post Posted on 22/7/2007, 13:50




IL CONTINENTE PERDUTO DI MU

Il leggendario continente perduto di Mu e il popolo che lo avrebbe abitato continuano ad affascinare attraverso gli studi di James Churchward
"Il giardino dell'Eden non era in Asia, ma in un continente ora sommerso nell'Oceano Pacifico. La storia biblica della creazione, l'epica narrazione dei sette giorni e delle sette notti, non nacquero tra le genti del Nilo e della valle dell'Eufrate, ma a Mu, la Madreterra dell'Uomo. Queste mie affermazioni trovano riscontro nelle complesse testimonianze che scopersi sia sulle dimenticate tavole sacre in India, sia su documenti di altri paesi”.
Così scriveva il britannico James Churchward nel 1920 nel suo libro “Mu, il Continente Perduto”. Egli pubblicò gli studi di cinquant’anni di lavoro volendo dimostrare l’esistenza 13.000 anni fa di una civiltà avanzatissima che era scomparsa a causa di un cataclisma, così come sarebbe successo 3.000 anni dopo anche al suo ultimo avamposto, la ben nota Atlantide.
In questo libro il colonnello britannico Churchward racconta in quale modo sia venuto a conoscenza dell’esistenza di questo continente e di quali prove disponga per dimostrare la propria tesi.
Churchward asserisce, infatti, di aver scoperto una biblioteca segreta, appartenente ad una confraternita detta dei Naacal (o Sacri Fratelli), “una comunità religiosa mandata da Mu nelle colonie per insegnare le sacre scritture, le religioni, le scienze”. Dove si trovi esattamente questa biblioteca, Churchward omette di dirlo. Egli afferma di aver decifrato “migliaia di tavolette d'argilla” e di aver appreso in tal modo la storia sconosciuta dei primi abitanti del mondo. Tuttavia nessuno dopo di lui ha mai visto queste tavolette.
Le sue ricerche hanno inizio nel 1870, quando, in qualità di colonnello dell’esercito di Sua Maestà Britannica, si recò in India per portare aiuto in occasione di una carestia che aveva colpito una regione montuosa. Questa missione lo portò a collaborare con una comunità di monaci e Churchward fece amicizia con il sommo sacerdote, poiché entrambi avevano la passione per l'archeologia. Mentre si trovava nel tempio intento a decifrare un'iscrizione scritta in una lingua a lui sconosciuta venne aiutato dal sacerdote nella traduzione e questi gli rivelò anche che si trattava di una lingua estremamente antica. Il sacerdote confessò che all'interno del tempio esistevano delle tavolette scritte nella stessa lingua che parlavano della terra di origine del genere umano, il continente Mu. Le tavolette, ritrovate nella città di Rishi (una delle sette città sacre dell’India), appartenevano secondo il sacerdote ad una collezione più vasta, ma erano scritte in un linguaggio oscuro ed esoterico e avrebbero avuto migliaia di anni.
Purtroppo la sacralità e l'importanza di quelle tavolette era tale che era vietato rimuovere le loro custodie. Ma Churchward scoprì che il suo amico sacerdote aveva sottratto alla biblioteca due tavolette e i due, dopo aver tradotto queste prime tavolette, decisero di esaminare tutte le tavolette traducendo integralmente il testo. Le tavolette parlavano della creazione del mondo e dell'uomo, il quale era comparso per la prima volta nel continente Mu. Churchward iniziò a ricercare in ogni parte del mondo altre tavolette.
A sostegno della sua teoria e delle sue ricerche vennero le scoperte di William Niven in Messico, e la scoperta di città sepolte vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe dimostrato l'esistenza di civiltà "preistoriche" avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi avrebbe trovato duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente perduto.
Dalla lettura di tutti questi documenti, Churchward tracciò una storia del continente perduto.
Esso era situato nell'Oceano Pacifico e aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l'isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Il continente sarebbe stato abitato da sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali che temporali), detto Ra-Mu. La religione era unica per tutti i suoi abitanti: adoravano una divinità indicata con il nome fittizio di "Ra il Sole", poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell'immortalità dell'anima e del suo futuro ritorno alla divinità. In questo continente non c'erano mai state guerre e la popolazione viveva nel benessere e nella prosperità. Mu, pur essendo popolata da diverse razze, sarebbe stata dominata dalla razza bianca. Secondo Churchward essa era divisa in tre grandi zone e aveva sette città principali. Da Mu partivano navi che portavano la scienza, la religione e il commercio presso le altre popolazioni più arretrate.

A Mu si dovrebbe la fondazione di diverse colonie, tra cui l'impero di Mayax in America, l'impero Uighur nell'Asia centrale e nell'est Europeo e il regno dei Naga nell'Asia meridionale. Lo stesso antico Egitto sarebbe stata, a detta del britannico, una colonia di Mu.
Nonostante le loro conoscenze gli abitanti di Mu non poterono impedire la catastrofe. Nel periodo di massimo sviluppo, un primo sconvolgimento tellurico avrebbe distrutto la parte meridionale del territorio e in seguito successivi disastri avrebbero portato all’inabissamento definitivo del continente, con conseguente innalzamento delle acque in tutto il resto del mondo, dando in tal modo origine al cosiddetto “diluvio universale”, evento noto in tutte le culture, che, come estrema conseguenza, cancellò tutte le tracce di questa civiltà sugli altri continenti.
I pochi uomini sopravvissuti al disastro, rimasti senza contatti con il centro di irradiamento della cultura, progressivamente si imbarbarirono, dando inizio alla storia come noi la conosciamo, ma conservando memoria, seppur confusa, delle loro più antiche origini.
Solamente Atlantide, dove era stata creata una colonia molto avanzata, conservò quasi intatto il livello tecnologico e culturale raggiunto, ma anch’essa venne distrutta in un successivo cataclisma.
Una seconda teoria sulla scomparsa dei due continenti prevede che Atlantide e Mu si siano scontrate per la supremazia mondiale e abbiano dato luogo ad una sorta di “guerra nucleare” ante litteram che portò, prima alla distruzione di Mu e successivamente alla scomparsa di Atlantide.
Naturalmente tutte le ipotesi sono aperte, dal momento che le presunte tavolette indiane raccontano solo dell’epoca d’oro e nulla rivelano sui motivi della sua scomparsa.
Il termine Mu venne coniato da Churchward sulla base di due eventi particolari.
Il primo fu la scoperta di Khara Kota, una città sepolta dalle sabbie del Deserto del Gobi ritrovata all’inizio del secolo XX dall’avventuriero russo Kolkov. Sotto le mura di questa città, l’esploratore asserì di averne ritrovato un’altra più antica, Uighur il cui stemma era la lettera greca M (“Mu”) inscritta in un cerchio diviso in quattro settori. Sul valore di questi ritrovamenti sussistono molti dubbi, dal momento che i resti della città rinvenuti successivamente da altri esploratori non corrispondono affatto alle magnificenze descritte da Kolkov; ma Churchward ritenne senza ombra di dubbio che Uighur fosse una colonia di quel continente perduto che egli battezzò pertanto Mu.E in secondo luogo la parola Mu deriverebbe dalla sillaba centrale della parola Lemuria, un immaginario istmo di congiunzione tra America e Asia che lo scienziato britannico Slater e, successivamente, il tedesco Hackle immaginarono per spiegare la presenza dello stesso tipo di protoscimmie, i Lemuri, in zone lontanissime tra loro Gli scienziati, infatti, mossi dalle teorie darwiniane cercavano di trovare delle spiegazioni logiche alla presenza dello stesso mammifero in zone diverse del globo e avevano ipotizzato che, in un epoca remotissima, i Lemuri si fossero spostati da un continente all’altro attraversando una striscia di terra, oggi scomparso, detta Lemuria, appunto. Churchward affermò che questa striscia di terra altro non era che il continente perduto di Mu.
Questa teoria affascinante spiegherebbe la somiglianza di culture lontanissime tra loro, l’esistenza delle piramidi in Egitto e presso le culture preocolombiane, le somiglianze tra alcuni miti presenti presso popolazioni lontane tra loro, la somiglianza dell’alfabeto Rongo Rongo dell’Isola di Pasqua e i segni geroglifici rinvenuti nella città indiana di Mohenjo-daro, oltre al presunto ritrovamento di strade lastricate sul fondo dell’oceano pacifico.
Dall’altro lato però è in deciso contrasto con le conoscenze scientifiche relative alla diffusione dell’uomo sulla terra, con la storia come la conosciamo e con la datazione dei più antichi reperti umani oltre che con l’ipotesi della Pangea di Wegener
Il continente perduto di Mu continua ad affascinare anche ai nostri giorni, ma nessun ritrovamento scientifico ha per il momento avvalorato in maniera definitiva la tesi di Churchward, tuttavia le somiglianze e le coincidenze da lui evidenziate lasciano aperte tutte le ipotesi.
FONTE




CIVILTà PERDUTE - La Leggendaria Terra di MU

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Durante gli anni Venti e Trenta, un anglo-americano, James Churchward, pubblicò vari libri nei quali si narrava la storia del continente perduto di Mu; nella sua cartina è visibile Mu che include una gran parte della Polinesia, delle isole Hawaii e dell’isola di Pasqua. Churchward stabilì che Mu era scomparsa tra le onde dell’Oceano Pacifico circa 13.000 anni fa, lasciando come unica testimonianza solo la miriade di isole della Polinesia.
Il misterioso continente si sarebbe esteso nel Pacifico come residuo della più antica Lemuria e sarebbe stato la base delle civiltà cinese, indiana, persiana, egiziana, mesopotamica e greca.
Testimonianze della civiltà di Mu sarebbero state alcune iscrizioni incise su tavolette, o rocce, ritrovate in India, più esattamente nel Tibet, e nell’Isola di Pasqua; alcuni studiosi sono convinti che anche le gigantesche statue che si trovano in questa isola, sarebbero antico retaggio della civiltà di Mu.
Dopo la distruzione di Mu i sopravvissuti si divisero in due rami di espansione, uno di questi giunse in India proseguendo fino in Mesopotamia, dove si dice che lo stesso Mosè fosse stato ispirato dalle tavolette Naacal per la stesura delle Tavole della Legge. Circa 17.000 anni fa, in Eurasia, era presente la più grande colonia di Mu, nota come Uighur, il cui ceppo razziale è da considerarsi l’antenato della razza ariana. L’altro ramo di espansione, invece, era giunto in America. Secondo alcuni, la stessa gloriosa civiltà Maja era originariamente costituita da componenti di carnagione bianca provenienti direttamente da Mu. Secondo quanto Churchward dedusse dalle tavolette e da altri antichi testi indiani, vi fu un tempo una civiltà antichissima, in una terra che 50.000 anni fa era abitata da 64.000.000 di persone, sotto molti aspetti superiore alla nostra civiltà. Questo leggendario continente non presentava montagne, ma solo alture, tanto da essere chiamato il Paese dell’argilla; le sue dimensioni coprivano una zona di circa 8.000 chilometri da Nord a Sud e 5.000 chilometri da Est a Ovest, interessando un tratto dell’Oceano Pacifico ed estendendosi fino all’isola di Pasqua. Secondo lo stesso Churchward, la forma di governo vigente era una sorta di teocrazia cui stava a capo Ra, l’Imperatore sacerdote chiamato anche Ra-Mu. Diverse migliaia di anni fa un primo sconvolgimento sommerse le parti meridionali di Mu, che tuttavia col tempo riprese la sua originale prosperità, ed il ricordo di questa catastrofe era ormai quasi dimenticato dalle generazioni successive quando Mu fu sottoposto all’ultimo definitivo disastro, in un periodo compreso tra i 12.000 e i 12.500 anni fa, all’incirca durante il periodo dell’affondamento di Atlantide. I documenti parlano di un immenso sconvolgimento simile ad un grande terremoto, che fa pensare ad un assestamento tettonico; la terra si sollevò e si agitò, templi e palazzi furono distrutti. Parte della popolazione si salvò sulle alture che ancora affioravano, ma le terribili condizioni portarono all’abbrutimento e al cannibalismo. E così dopo Mu, in breve tempo, anche le sue colonie come Uighur, che non ricevevano più il sostentamento dalla Madreterra, subirono un lento declino che portò alla loro scomparsa. Dalle ceneri di Mu nacque la civiltà attuale.

Il Continente Mu di Axel Famiglini
Il colonnello inglese, James Churchward, stanziato in India verso il 1870, durante un periodo di grave carestia, si trovava presso un tempio a recare aiuto al sommo sacerdote. Churchward fece amicizia con il sacerdote, scoprendo che entrambi avevano una grande passione per l'archeologia. Un giorno il colonnello britannico si trovava nel tempio intento a decifrare un'iscrizione. Il sacerdote, dopo averlo visto tanto impegnato in quell'impresa, aiutò Churchward a tradurre ciò che era scritto sul muro del tempio, rivelandogli anche che si trattava di una lingua estremamente antica. Il sacerdote inoltre confessò che all'interno del tempio esistevano delle tavolette scritte nella stessa lingua che parlavano della terra di origine del genere umano, il continente Mu. Queste tavolette erano state ritrovate in una delle sette città sacre dell'India (Rishi) e appartenevano ad una collezione molto più vasta. Il sacerdote disse a Churchward che le tavolette erano sacre poiché erano state scritte in un linguaggio oscuro e ricco di significati esoterici dai Sacri Fratelli, detti Naacal, venuti dalla madre patria in Asia sud orientale a portare le sacre scritture, le scienze e la religione. Le tavolette in questione sarebbero state vecchie di migliaia di anni e sarebbero state scritte, secondo il sacerdote, in Birmania o addirittura sul continente Mu. Purtroppo la sacralità e l'importanza di quelle tavolette era tale che era vietato rimuovere le loro custodie. Tuttavia una sera Churchward scoprì che il suo amico sacerdote aveva preso due tavolette e si accorse subito che erano di argilla cotta al sole ed erano impolverate. Alla fine Churchward e il sacerdote decisero di esaminare tutte le tavolette e le tradussero integralmente. Scoprirono che le tavolette parlavano della creazione del mondo e dell'uomo, il quale era comparso per la prima volta nel continente Mu. Churchward, capita l'importanza della sua scoperta, iniziò a girovagare in India, poi in Birmania e infine per tutto il mondo alla ricerca di altre tavolette. Importanti per le ricerche di Churchward furono le scoperte di William Niven in Messico. Niven infatti scoprì delle città sepolte vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe dimostrato l'esistenza di civiltà "preistoriche" avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi trovò duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente perduto.
Churchward, dopo molti viaggi e ricerche, riuscì a tracciare una storia di Mu che qui vi presento. Il continente Mu, situato nell'oceano pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l'Isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell'Eden. Il continente era abitato da sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali che temporali), detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato "impero del Sole". La religione seguita su Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio "Ra il Sole", poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell'immortalità dell'anima e del suo futuro ritorno a Dio. Nel continente Mu non c'erano mai state violenze e si viveva nel benessere e nella prosperità. Mu, popolata da diverse razze, era dominata dalla razza bianca; le altre genti non avevano posizioni politiche rilevanti. La navigazione era una delle attività preponderanti dei "muani", tuttavia essi erano anche ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in queste arti era la pietra. Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva sette città principali. Da Mu partirono navi che raggiunsero tutto il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò diverse colonie tra cui l'impero coloniale di Mayax in America, l'impero Uighur nell'Asia centrale e nell'est Europeo e il regno dei Naga nell'Asia meridionale. Secondo le tradizioni degli abitanti di Mu, la cui terra esisteva già 50.000 anni fa, l'uomo fece la sua comparsa su questo continente. Nel periodo di massimo sviluppo per gli abitanti di Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta da catastrofi vulcaniche e da maremoti. Dopo questo periodo di instabilità geologica, la vita su Mu riprese e vennero ricostruite le città e i templi. Tuttavia, quando la precedente catastrofe sembrava già dimenticata, il continente Mu, circa 13.000 anni fa (poco dopo la stessa sorte sarebbe toccata ad Atlantide), fu distrutto definitivamente, inabissandosi. Lo sprofondamento causò un immenso maremoto che sconvolse tutto il pianeta. Pochi sopravvissero alla tragedia, che si salvarono sulle odierne isole del pacifico, ultimi residui del continente Mu. I superstiti si imbarbarirono presto, creando solo miti e leggende sul loro glorioso passato.
Churchward, con l'utilizzo delle tavolette e di altre fonti (quali il Manoscritto troano, il Codex cortesianus, il Manoscritto di Lhasa, le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn, le iscrizioni del tempio di Xochicalo a 96 Km a sud - ovest di Città del Messico, il Ramayana ecc…) tradotte anche in modo molto particolare (qui faccio riferimento specialmente alle fonti classiche), non solo ha svelato al mondo l'antica storia del continente Mu e dell'origine dell'uomo e della terra, ma ha anche costituito una scienza geologica alternativa a quella tradizionale basandosi sulle conoscenze millenarie che gli abitanti di Mu avevano accumulato in materia.

LA LEGGENDA DEL CONTINENTE MU tra MAYA, POLINESIANI e ...
MU è un leggendario e per ora immaginario continente che si sarebbe trovato fino a circa 12-13.000 anni fa nel Sud Pacifico andando ad occupare quella zona di mare oggi chiamata Polinesia e ( parte della ) Melanesia ... praticamente un enorme continente che sprofondò poco prima di Atlandide a seguito di un cataclisma (asteroide ? serie di eruzioni vulcaniche ?) i cui picchi montagnosi sono identificati da una miriade di isole come le Hawaii a Nord, le Fiji ad Ovest e l'Isola di Pasqua ad Est. Il continente aveva ovviamente un clima tropicale e i suoi 64 milioni di abitanti (divisi in 10 stirpi) prosperavano in pace grazie alla terra generosa e grazie alla saggia guida del Ra-Mu, un Re di razza bianca (la razza dominante a Mu), che amministrava anche la religione nella quale veniva adorato il Dio Sole "Ra".
Oltre alle arti una delle principali occupazioni degli abitanti era la navigazione e dalle sette città partirono molti uomini diretti in tutte le direzioni spandendo praticamente in tutti i territori anche non costieri una comune cultura e conoscenza.
Quando Mu sprofondò si creò un enorme maremoto che distrusse praticamente tutte le civiltà (diluvio universale?) facendo perdere le prove dirette di questa grande civiltà (tranne qualche mito e leggenda tramandata dai superstiti ... così il cammino culturale dell'uomo iniziò daccapo!
Tra i materiali preferiti per le arti vi era la pietra ed i metodi di trasporto e di messa a dimora erano molto avanzati (ancora oggi non si conoscono i dettagli sul trasporto dei Mohai dell'Isola di Pasqua ed i blocchi delle Piramidi Egizie ...).

Ma da dove viene la leggenda?
Tutto iniziò quando nel 1868 un certo colonnello Churchward che lavorava in un tempio in India scoprì dei bassorilievi che parlavano di alcune tavolette di argille custodite nel tempio stesso. Riuscì a poterle visionare (grazie anche alla curiosità del sommo sacerdote guardiano del tempio) e scoprì la descrizione del continente Mu.
Da quel giorno la vita del colonnello cambiò e passò il resto dei suoi anni (spendendo tutti gli averi) alla ricerca di altre prove del mitico continente descritto. Tra le sue scoperte riuscì a tradurre dei testi Maya contenuti negli archivi spagnoli tramite la "chiave" del testo delle tavolette Indù e trovò molte analogie e relazioni con il mitico continente nelle tombe scoperte in Cina nel deserto del Gobi dal russo Koslov, in manoscritti Tibetani, ecc.
La cosa però più impressionante fu la similitudine tra gli scritti Indù e le iscrizioni Maya (e relativa descrizione del continente polinesiano) rinvenute direttamente nello Yucatan (Messico) da Niven (e visionate poi da Churchward) presso Uxmal e ChichenItza.
Molte delle scoperte di Churchward furono poi confermate molti anni più tardi dal vasellame ritrovato a Glozel in Francia e da alcune iscrizioni nei siti sacri a Tiahuanaco in Bolivia.

Continenti perduti: Atlantide e Mu
Il filosofo Platone nel 400 a.C. fu il primo a raccontare la storia di Atlantide nei suoi due dialoghi : il "Timeo" e il "Crizia". Secondo Platone si trattava di una grande isola nell'Oceano Atlantico che era scomparsa nelle onde 9000 anni prima. Da quel momento in poi furono scritti centinaia di libri sull'isola. Secondo la teoria più recente, Atlantide era il continente oggi conosciuto col nome di Antartico e i resti di grandi città adesso si troverebbero in profondità sotto il ghiaccio.
Altro continente mitico era Mu. Secondo la leggenda queste due terre sorgevano rispettivamente in pieno Oceano Atlantico e nel sud Pacifico. Il livello tecnologico raggiunto da queste due civiltà doveva essere molto avanzato e confrontabile col nostro già in quel remoto passato, tale da portare ad un conflitto nucleare tra le due nazioni. Questa guerra catastrofica avrebbe causato l'annientamento totale e reciproco e l'inabissamento delle due isole.

image Nella cartina la posizione più accreditata di Atlantide

Un altra ipotesi parla dell'esistenza della sola Atlantide ricchissima e fertile che sarebbe stata distrutta da un gigantesco asteroide o meteorite (che sembra effettivamente sia piombato giù dal cielo proprio in quel periodo).
La vicenda di Atlantide e Mu è storia o leggenda e mito? Forse non lo sapremo mai, ma negli ultimi decenni vari studiosi hanno trovato indizi e tracce di queste civiltà antichissime che testimonierebbero la loro effettiva presenza.
Sotto il mare al largo di Cuba, a diverse centinaia di metri di profondità, sono state rinvenute intere strade lastricate e grandi mura perfettamente scolpite; lo stesso Platone parla di popoli di commercianti e navigatori che sarebbero vissuti molti anni prima al largo delle coste della Spagna.
Ritornando al continente Mu sappiamo che esso si estendevano in quello che oggi è l'oceano pacifico, circa 12.000 anni fa. Non siamo completamente certe della sua esistenza, ma ci sono molte possibilità che sia così. Tutta la vicenda comincia nel 1868, per parte del colonnello Churchward che a quell'epoca si trovava in India dove era diventato l'assistente di un Gran Sacerdote e studiava con accanimento le iscrizioni di un antico bassorilievo. Traducendo varie crittografie, apprese che gli archivi del tempio dove si trovava, custodivano molte tavolette di argilla: esse erano state redatte dai Naacal (fratelli santi) nella loro terra madre scomparsa: il continente Mu.
Purtroppo le tavolette non potevano essere lette poiché erano conservate in un involucro di tessuto. Il colonnello però, per mezzo di uno stratagemma, riuscì a convincere il Gran Sacerdote a svolgere il loro involucro. Evidentemente anche il Gran Sacerdote era curioso di leggere le tavolette, se si fece convincere così facilmente. Aprì quindi gli involucri e apparvero varie iscrizioni su argilla che furono tradotte dal colonnello Churchward. Le tavolette contenevano nientemeno che la storia dell'umanità dall'inizio e la storia dello sprofondamento, avvenuto 12000 anni fa, del continente Mu.

image La celebre scultura greco-ibera "Signora di Elche" fu ritrovata ad Alicante (Spagna) e risalirebbe al 400 a.C. circa. Secondo alcuni studiosi rappresenterebbe una sacerdotessa di Atlantide.

In Messico, nel frattempo, un geologo inglese, un certo William Niven, aveva rinvenuto delle tavolette con iscrizioni indecifrabili. Churchward, osservate le iscrizioni, disse che erano identiche a quelle che egli aveva veduto in quel lontano tempio indiano. E c'era di più: il colonnello disse che con la chiave indù era riuscito a tradurre due famosi testi maya: il "Codex Cortesianus" e il "Manoscritto Troano". Convinto dell'universalità della civiltà di Mu, Churchward si mise in giro per il mondo per trovare conferme alla sua scoperta.

image In questo Tempio Churchward imparò a tradurre le tavolette Naacal grazie ai pazienti insegnamenti di un sacerdote che per due anni gli insegnò a capire il significato di quegli ideogrammi che troviamo nelle parti più diverse della terra. image Un esempio delle tavolette di William Niven - il geologo che in territorio messicano scoprì e catalogo oltre 2.600 tavolette in pietra le cui iscrizioni erano in un idioma ideogrammatico, che egli riteneva simile a quello delle tavolette Naacal - la croce che si muove è il segno della forza di Dio, della vita in evoluzione

Il popolo di Mu avrebbe infatti colonizzato il mondo intero. Si chiamava, nella propria lingua, Uighur e avrebbe avuto la capitale in Asia, precisamente dove il professore russo Koslov aveva scoperto, nel deserto di Gobi, in Cina, a 50 piedi di profondità sotto le rovine della città di Khara-Khota, una tomba dipinta, vecchia di almeno 18000 anni. In essa vi erano i resti di un re e di una regina fregiati, secondo il colonnello Churchward, delle insegne di Mu, una M, il Tau ed un cerchio attraversato verticalmente da una linea. Un manoscritto scoperto in un antico tempio di Lhasa, in Tibet, racconterebbe anch'esso la fine di Mu.
Inoltre, il vasellame trovato a Glozel, in Francia, nel 1925 riprodurrebbe i segni e la scrittura di Uighur. L'apogeo di Mu daterebbe da 75000 anni ma l'impero vero e proprio risalirebbe a 50000 anni fa.
Il colonnello Churchward non ha mai fornito le prove delle sue famose tavolette di argilla indù, ma certamente non se l'è inventate. Forse la sua teoria non è vera, ma bisogna considerare che quello che lui affermava nella seconda metà del XIX secolo si ritrova confermata nei ritrovamenti di Glozel (avvenuti 50 anni dopo) e di Tiahuanaco. Un altro punto a favore della buona fede del colonnello è che egli sperperò la sua fortuna nei giri fatti intorno al mondo per trovare una conferma alla sua storia. Forse Mu è un'invenzione o forse no. Un giorno forse lo sapremo.

Per saperne di più: C. Berlitz "Il mistero dell'Atlantide" - Ed. Sperling & Kupfer.

Libri interessanti:
"Mu: Il Continente perduto" di James Churchward (2^ edizione 1978)
"Le forze cosmiche di Mu"
"La Storia Occulta di Mu"


Continenti sotto il mare?

La storia di Atlantide è una storia misteriosa. A parlarci di quest'isola fantastica, abitata da una dinastia di principi di grande saggezza, è il filosofo greco Platone, in un dialogo intitolato Timeo.

image Mappa del mondo, in cui è disegnata la posizione di Atlantide. Conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi

Platone parla del mare Atlantico e dice: "Allora infatti quel mare era navigabile, e davanti a quell'imboccatura che, come dite, voi chiamate colonne d'Ercole, aveva un'isola, e quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia messe insieme: partendo da quella era possibile raggiungere le altre isole per coloro che allora compivano le traversate, e dalle isole a tutto il continente opposto che si trovava intorno a quel vero mare. Infatti tutto quanto è compreso nei limiti dell'imboccatura di cui ho parlato appare come un porto caratterizzato da una stretta entrata: quell'altro mare, invece, puoi effettivamente chiamarlo mare e quella terra che interamente lo circonda puoi veramente e assai giustamente chiamarla continente".
Platone sembra intendere di essere a conoscenza dell'esistenza del continente americano e, prima di esso, di questa grande isola: Atlantide. Dice di aver sentito raccontare di Atlantide e che fu il Greco Solone il primo a parlare di quest'isola. Ma cosa successe? Il filosofo continua così: " In quest'isola di Atlantide vi era una grande e meravigliosa dinastia regale che dominava tutta l'isola e molte altre isole e parti del continente: inoltre governavano le regioni della Libia che sono al di qua dello stretto sino all'Egitto, e l'Europa sino alla Tirrenia. Tutta questa potenza tentò allora di colonizzare con un solo assalto la nostra regione e ogni luogo che si trovasse al di qua dell'imboccatura."
La "nostra regione" di cui parla Platone è la Grecia, che si oppose con coraggio all'invasione del popolo di Atlantide, proprio grazie a Solone, che è conosciuto nella storia per essere stato un grande politico. E dopo … " avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte tremendi, tutto il nostro esercito sprofondò insieme nella terra e allo stesso modo l'isola di Atlantide scomparve sprofondando nel mare: perciò anche adesso quella parte di mare è impraticabile e inesplorata, poiché lo impedisce l'enorme deposito di fango che che vi è sul fondo formato dall'isola quando si adagiò sul fondale".
Atlantide, quindi, giace sul fondo del mare, insieme ad altre, antiche, civiltà. Sempre Platone, infatti, scrive:
" un tempo vi furono grandi inondazioni, dalle quale ben pochi uomini riuscirono a salvarsi. Le città furono completamente rase da tale distruzione, gran parte della loro civiltà fu con esse seppellita sotto le acque, ed è occorso lunghissimo tempo per ritrovarne la traccia … "
Suggerendo non solo che il Diluvio di cui parlano le religioni di molte e diverse parti del mondo, tra cui la Bibbia, avvenne davvero, ma che altri continenti "mitici", sono sprofondati sotto al mare. La teoria non è così ardita come sembra. Solo recentemente gli archeologi si stanno dedicando al mare e ai suoi segreti. Si stanno trovando tracce di civiltà sprofondate, attorno al Giappone, o in Malesia, là dove, ad esempio, indaga il giornalista Graham Hancock, ormai specializzatosi in indagini sulle civiltà perdute.
Nel Pacifico, soprattutto, si cerca il continente di Mu, di cui venne a conoscenza il colonnello Churchward a metà del 1800, durante un suo viaggio in India. Il colonnello sostiene di aver letto delle tavolette che contenevano l'intera storia di questo continente, sprofondato sotto il mare 12.000 anni fa, dopo che i suoi abitanti avevano colonizzato ogni regione del mondo.
Difficile credergli completamente, ma difficile, anche non essere affascinati dall'idea che, al di sotto del mare, si estendano imperi che ancora non conosciamo.

Archeologia - La piramide nell'oceano
(di Francesca Sereni)
È un'enorme struttura di roccia a gradini sommersa dalle acque del Pacifico: è opera della natura o la prova dell'esistenza di Mu, il continente inghiottito dalle acque ancor prima della mitica Atlantide?
Cosa succederebbe se scoprissimo che la nostra civiltà, prima ancora di esprimersi nelle grandi culture come l'Egitto delle piramidi, la Mesopotamia delle ziqqurat o la Cina della Grande Muraglia, era già nata in un remoto angolo dell'Oceano Pacifico? Dovremmo riscrivere la storia.
E' esattamente quello che potrebbe accadere se la misteriosa struttura scoperta sui fondali di Yonaguni, l'ultima isola delle Ryukyu, l'arcipelago più a Sud del Giappone, si rivelasse la più antica costruzione dell'uomo. Si troverebbero le prove dell'esistenza del leggendario Mu, un enorme continente inabissatosi nell'Oceano Pacifico. Una seconda Atlantide, dopo quella, altrettanto misteriosa, collocata nell'Oceano Atlantico. Un mitico continente Il mito di Mu è stato tramandato da James Churchward, un colonnello inglese a lungo distaccato in oriente dall'Impero coloniale britannico. Nel 1868 il colonnello affermò di essere entrato in possesso di alcune tavolette di argilla per secoli abbandonate in un remoto monastero orientale, che recavano incisa, in una scrittura misteriosa, la storia di questo continente. Secondo le tavolette, Mu era un immenso continente dove circa 50 milioni di anni fa avrebbe avuto origine la vita. Il popolo di Mu adorava il Sole, di cui il re era diretta emanazione, e avrebbe colonizzato tutto il mondo, affidando ogni paese a un sovrano "figlio del Sole". Una civiltà operosa e prospera che sarebbe perita all'improvviso nel periodo di massimo splendore: circa 25mila anni fa, infatti, violentissimi terremoti e maremoti si sarebbero abbattuti su questa terra facendola sprofondare negli abissi. Per i successivi cinquant'anni Churchward si dedicò alla decifrazione delle tavolette e a viaggi intorno al mondo per raccogliere tutte le informazioni possibili su questa presunta culla della civiltà umana. Ma senza successo. Finchè quasi cento anni dopo, nel 1985, il giapponese Kikachiro Aratake, una guida subacquea di Yonaguni, durante un'immersione a circa 150 metri al largo dell'isola, fece la sensazionale scoperta: un'enorme struttura di pietra, dall'aspetto simile a una piramide, che si ergeva a una profondità di 25 metri. Yonaguni è situata molto più a Ovest rispetto alla zona dove Churchward aveva localizzato Mu, ma potrebbe comunque essere un primo indizio. La scalinata sommersa "Nuotavo spinto dalla corrente quando improvvisamente mi si parò davanti una ripida parete di pietra", ricorda Aratake. "Dovetti aggrapparmi con le mani alla roccia per costeggiare la struttura e non essere spinto lontano. Dopo la lunga passeggiata subacquea mi ritrovai di fronte a uno spettacolo da mozzare il fiato: la facciata era percorsa da scalinate, ognuna delle quali conduceva a terrazzamenti su vari livelli, in un insieme irregolare, ma continuo fino alla cima. La costruzione era così perfetta che mi aspettavo da un momento all'altro di vedere qualcuno uscirne. Ma gli unici abitanti erano i pesci che nuotavano intorno a me, e il silenzio del luogo era rotto solo dal battito del mio cuore". La notizia del ritrovamento fu divulgata alla comunità scientifica nel 1986 e solo dal 1990 la zona fu dichiarata sito archeologico ufficiale. Ma cosa rappresenta questa sorta di piramide? Come e quando è stata sommersa? è davvero opera dell'uomo o è uno scherzo della natura? Newton lo ha chiesto a Ma-saaki Kimura, docente di Oceano-grafia all'Università delle Ryukyu e "padre accademico" del sito.
"L'irregolarità e le dimensioni della struttura hanno reso difficile ricostruirne l'aspetto d'insieme", esordisce lo studioso. "E avverse condizioni ambientali (come il kuroshio, la forte corrente calda del Pacifico, e i monsoni che impediscono le immersioni per molti mesi l'anno) hanno rallentato le operazioni. Finalmente", aggiunge Kimura, "siamo riusciti a misurare la struttura: è un unico enorme blocco di roccia lungo 200 metri, largo 150 e alto circa 20. Per stabilire a che epoca risalga dobbiamo ancora fare analisi. La completa sommersione del luogo sarebbe stata causata dall'innalzamento del livello del mare in seguito all'ultima glaciazione, cioè almeno 9-10.000 anni fa, ma è anche plausibile che si tratti di una costruzione più recente, realizzata tra il 4000 e il 400 avanti Cristo". Visita subacquea guidata Quando Kimura inizia a descrivere il "suo" palazzo, sembra quasi di nuotare tra le parti più importanti della struttura. "La prima cosa che si nota nella sezione inferiore è un corridoio che si sviluppa lungo l'intero perimetro e che descrive, nell'estremità occidentale, una curva perfetta intorno alla parete", racconta l'esperto. "Dalla facciata Sud, quella principale, partono le scalinate che portano alla zona dei terrazzamenti (a Ovest) e a quella che abbiamo definito "sacra" (a Est)". Le scale, con gradini ben delineati e piuttosto alti, sono uno dei punti sui quali Kimura subisce più spesso gli attacchi dei sostenitori della tesi per la quale saremmo di fronte all'opera della natura e non dell'uomo. "Senza dubbio i gradini di alcune scalinate sono alti, alcuni arrivano persino a un metro, tanto da risultare poco agibili per l'uomo. Obiezione alla quale io ribatto che su cinque scalinate, ben tre sono "a misura di passo umano", perfettamente percorribili". Ma non è questa l'unica prova a favore dell'ipotesi che la costruzione sia opera dell'uomo, secondo l'oceanografo giapponese. "La piramide è un monolito, cioè un unico blocco di pietra, ma durante le analisi abbiamo trovato numerose pietre aggiuntive di diverse forme e dimensioni", spiega Kimura. "Quelle squadrate, concentrate solo nelle vicinanze della piramide, sembrano frammenti derivanti dai processi di lavorazione della struttura (per esempio l'intaglio delle terrazze e delle scale). Le pietre rotonde, invece, potrebbero far parte di un rudimentale sistema per drenare l'acqua piovana. Si trovano, infatti, concentrate solo vicino a solchi scolpiti sulle superfici di roccia, che probabilmente fungevano da grondaie".
Benvenuti nel luogo sacro Salendo le scale a Est si accede alla sezione più alta, quella che Kimura definisce "sacra". In questo lato sono stati trovati una serie di curiosi reperti, di cui, però, ancora non si conoscono le funzioni. "Prima di tutto una "scultura" simile a un uccello di pietra, poi una sorta di "vasca" dal profilo triangolare scavata nella roccia", descrive con entusiasmo lo studioso. "Infine, un blocco di roccia scolpito a forma di tartaruga che richiama le cosiddette kamekobaka (letteralmente "tombe a guscio di tartaruga"), ritrovate anche a Okinawa, la principale isola dell'arcipelago delle Ryukyu". A Nord, al centro di un'ampia pedana, si trova il vero oggetto di culto: una sorta di dolmen formato da una roccia orizzontale di 3 metri per 3, sostenuta da due pietre circolari più piccole. Poco lontano dal tempio è stato trovato un altro strano reperto: un megalite simile alle famose sculture dell'Isola di Pasqua, i Moai. "Si tratta di una grande roccia ovoidale con una serie di intagli nella parte superiore che sembrano tracciare un volto", racconta Kimura. "Nelle fessure orizzontali che corrispondono agli occhi sono incastrate due pietre che potrebbero rappresentare le pupille". A conferma dell'ipotesi che si tratti di un tempio edificato dall'uomo, Kimura rileva una notevole vicinanza del monumento al Tropico del Cancro. "Questa precisa collocazione geografica, secondo me, potrebbe indicare che gli antichi "costruttori" avevano precise cognizioni astronomiche". Ma chi ha eretto questa "piramide"? Kimura non si sbilancia. "L'ipotesi più plausibile è che sia opera di una popolazione arrivata dalle coste dell'Asia Sudorientale seguendo le rotte delle grandi migrazioni preistoriche", spiega il professore. Tuttavia, per quanto riguarda il tipo di civiltà degli uomini che realizzarono l'impresa non si sa molto. "I reperti fanno ipotizzare un'organizzazione sociale con uno sviluppo tecnologico avanzato: questa misteriosa popolazione doveva essere in grado di realizzare lavori edili su grande scala, oggetti di pietra e incisioni su roccia, che potrebbero rivelarsi i segni di un sistema di scrittura pittografica". Alcune incisioni ritrovate nel sito di Yonaguni, infatti, sono molto simili a quelle di una stele conservata al museo di Okinawa, la principale isola delle Ryukyu, e non ancora datata né decifrata. "Uno dei simboli di questa stele" sottolinea Kimura, "sembra un tempio sommerso. Se così fosse, potrebbe indicare che la struttura era già scomparsa ai tempi della stele". Il racconto dagli abissi Tanti sono ancora i misteri che avvolgono Yonaguni. E ci vorrà ancora tempo per stabilire se il "tempio" è la prova che il colonnello Churchward cercò per una vita. "Non so se sia la prova decisiva dell'esistenza del mitico continente Mu", conclude Kimura. "Di certo su questa roccia è incisa una pagina importante di storia. Dobbiamo solo imparare a leggerla".
FONTE
 
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jasmine23
view post Posted on 23/7/2007, 11:40




MU

Se l' uomo , fin da tempo immemorabile, non avesse provato la necessità di onorare i suoi morti abbellendone le sepolture proporzionalmente al grado di civiltà che via via andava raggiungendo, molte cose del passato non sarebbero giunte fino a noi. Dalle sepolture più famose, quelle dei Faraoni, abbiamo potuto verificare quale alto grado di civiltà avesse raggiunto quell' antichissimo popolo; tesori di sapienza che destano in noi meraviglia e perplessità.
Un' altra tomba, meno famosa, ha rivelato una possibile realtà ancora più stupefacente; una realtà, ben inteso, che resta tutt' ora avvolta in uno sconcertante mistero. Gran parte della Mongolia è occupata dallo squallido e pietroso deserto di Sha-Mo (Deserto dei Gobi). Là i paleontologi americani rinvennero i resti di un gigantesco animale, il BALUCHITERIUM, uno dei primi mammiferi vissuti in quella zona nel periodo dello Oligocene, ed alcune uova di dinosauro che provarono come quel preistorico animale fosse oviparo.

image Mappa del Deserto dei Gobi

L' archeologo russo Prof. Koslow si dedicava invece agli scavi di una antica città, Kharo-Khota, che aveva goduto di fama e splendore quando Sha-Mo non era il deserto sterile ed ostile che si presenta oggi agli occhi dei visitatori, ma una regione fertile,ricca di vegetazione e di acqua. Kharo-Khota doveva risalire a circa 5.000 anni prima di Cristo, ma dopo i primi scavi, Koslow si accorse che qualche metro sotto le fondamenta della città apparivano segni di costruzioni ancora più antiche. L' archeologo iniziò allora ricerche a profondità maggiore, e rinvenne tracce di una città risalente a 18.000 anni fa, con resti di templi, colonne e tombe regali. Fu proprio in una di queste tombe che il Prof. Koslow si trovò di fronte ad una delle più sconcertanti scoperte. In una pittura murale erano effigiati due giovani sovrani: il loro stemma era rappresentato da un cerchio diviso in quattro parti, con al centro un segno uguale alla lettera "M". questo sigillo è di importanza eccezionale se si considera la data a cui viene fatta risalire la tomba.
Consideriamo per una attimo questo disegno: secondo la teologia occulta della antica religione ebraica, il cerchio rappresenta la Terra, le quattro suddivisioni le componenti principali e cioè aria, acqua, terra e fuoco, mentre la figura centrale ha un preciso significato politico o religioso come "L' occhio di Dio" o il "pentacolo di Ezechiele", simbolo quest' ultimo ripreso in seguito dalla Massoneria. Questa "M" posta al centro del sigillo rinvenuto potrebbe avere significato politico e costituire il simbolo del regno dei due sovrani. Non potendo ovviamente avanzare ipotesi più precise sul nome dell' ignoto Paese, gli studiosi si sono trovati concordi nel chiamarlo secondo la fonetica della lettera M, cioè Mu. E, d' altra parte il Deserto dei Gobi si chiama originariamente Sha-Mo, e questa desinenza si ritroverà in tutto ciò che può essere collegato al Regno misterioso.
Si deve dunque ritenere che nell' antico deserto sia fiorita una lontanissima civiltà, lentamente decaduta con il progressivo inaridimento della zona e quindi l' abbandono di un territorio divenuto ormai sterile ed inospitale per i suoi abitanti? No, la storia non è così semplice e limitata. Anche per Mu, come per Atlantide, bisogna risalire alle prime età della Terra.

INQUIETANTI INTERROGATIVI
Dal secolo scorso, da quando cioè sono state intraprese ricerche archeologiche su basi scientifiche, studiosi di fama internazionale si sono spesso trovati di fronte ad inquietanti interrogativi: miti, religioni, scritture e costruzioni inverosimilmente appartenenti ad un medesimo ceppo, sono comuni sia in Mongolia che in India, in cina, in Egitto e nell' America precolombiana. La prima piramide egiziana, quella del Faraone Djoser, è a gradini, esattamente come quelle asiatiche ed americane; vasi cinesi simili a quelli delle più antiche dinastie riproducono ornamenti e simboli analoghi a quelli che decoravano il vasellame pre-Maya, mentre gli stessi diademi di penne, che vengono considerati propri dei Pellerossa d' America, erano portati dagli Egizi delle prime epoche.
Un grande studioso italiano, Egisto Roggero, nella sua opera "Il Mare" ha raccolto dati etnologici importantissimi. nel corso dei suoi viaggi ha potuto stabilire che tra le popolazioni delle Isole della Sonda, del Borneo, delle Molucche e delle Filippine, ne vive una di razza decisamente ariana. "E' la grande razza oceanica - scrive il Roggero - un grande popolo antico la cui storia ci è ignota. Sono forse i discendenti di un grande continente sfasciato i cui resti sarebbero questi atolli polinesiani? Molte circostanze potrebbero farlo supporre: Basterebbe questa: che lo stesso tipo di fisionomia di questi gruppi di isolani, come pure i loro idiomi, non differiscono che per gradazione di figura e di dialetti a distanza di centinaia e migliaia di chilometri: dall' America settentrionale alle spiaggie dell' Asia!"
La risposta a molti di questi interrogativi la dette, nel 1868 un colonnello inglese, James Churchward. Incaricato dal suo governo di presiedere alla distribuzione di viveri alla popolazione indiana, il Colonnello aveva trovato alloggio presso un Convento-Seminario buddista, ed essendo un appassionato studioso di religioni antiche, trascorreva le sue ore libere a discutere con i più saggi Monaci del monastero. Visitando i ruderi di un antico tempio, notò alcuni strani bassorilievi che non seppe, da solo, classificare. Un alto sacerdote, al quale si era rivolto, gli spiegò che gli autori delle sculture erano i "Naacals" (Grandi Fratelli), venuti in tempi remoti ad insegnare ed a propagandare la civiltà di Mu, la "Terra Madre". Secondo il monaco, infatti, tutte le più antiche civiltà del mondo, l' Egizia, la Fenicia, la Babilonese, la Caldea, la Cinese e l' Indù si erano formate grazie agli insegnamenti ed all' influsso della cultura di Mu. La scrittura stessa era uguale per tutti i popoli, ed a conferma di ciò, rivelò che i "Grandi Fratelli" avevano lasciato delle tavolette stilate nella prima lingua dell' umanità. Esse venivano conservate, come preziose reliquie, nei sotterranei segreti del convento.
Churchward, spinto da crescente curiosità, dopo infinite insistenze riuscì a vedere queste tavolette, e con l' aiuto del sapientissimo sacerdote, a decifrarle. Esse riportavano la storia della creazione della Terra, la successiva comparsa dell' uomo, il crescere ed il fiorire della civiltà di Mu, che non era solo un Regno, ma un vasto continente che doveva occupare gran parte dell' Oceano Pacifico. Il racconto si interrompeva bruscamente e ciò lasciava supporre che esistessero altre tavolette che dovevano completarlo. Nessuno dei monaci potè far altro per Churchward, se non indirizzarlo presso tutti i monasteri buddisti dell' India, che il Colonnello visitò uno per uno, senza però ottenere alcun risultato.
Per aver maggior tempo a disposizione, lasciò il servizio militare e proseguì le ricerche includendo nel suo itinerario tutte le terre tutt' ora esistenti che potevano aver fatto parte dell' impero di Mu: le isole del Pacifico del Sud, l' Asia centrale, la Nuova Zelanda ed il Tibet. Nel Tibet, solo a Lhasa, la sede del Dalai-Lama, solo nel più grande ed antico Monastero Buddista, potevano essere conservate le introvabili tavolette. Ma dal 1745 era stato vietato, con leggi severissime, l' ingresso a Lhasa a viaggiatori stranieri. Ancora una volta le lettere di raccomandazione degli amici monaci indiani gli aprirono le porte della "Città Proibita".
La sua costanza e la sua fede furono premiate: a Lhasa trovò le favolose tavolette. La storia adesso era completa.

DUE GRANDI CATASTROFI
Mu era dunque stato un grande continente di forma vagamente quadrangolare, con i lati rivolti rispettivamente l' uno verso le coste dell' Africa orientale, e l' altro verso quelle dell' America latina. La base inferiore era posta verso l' Antartide, mentre la superiore univa le coste dell' America settentrionale con quelle dell' Asia.
Sette erano le grandi capitali di Mu, di cui una, Uighur, la più importante, sorgeva là proprio dove il Prof. Koslow aveva rinvenuto la tomba regale. Verso il 12.000 a. C. due grandi catastrofi colpirono il grande continente, ed ecco la descrizione dello spaventoso avvenimento come venne tradotta e pubblicata dallo stesso Churchward nel suo libro "The lost continent of Mu" (Il perduto continente di Mu): "Quando la stella Bal cadde là dove oggi non c' è che il mare, le sette città tremarono con le loro porte d' oro ed i loro templi, nacque una grande vampata e le strade si riempirono di denso fumo. Gli uomini tremarono di paura, ed una grande folla si assiepò nei templi e nel palazzo del re. il re disse: "Non vi avevo detto tutto questo?". E gli uomini e le donne, vestiti nei loro preziosi abiti, ornati dei loro meravigliosi monili, lo pregarono e lo implorarono:"Salvaci, Ra-Mu". Ma il re profetò loro che sarebbero dovuti tutti morire con i loro schiavi ed i loro figli e che dalle loro ceneri sarebbe nata una nuova razza umana".
Mentre il colonnello inglese esultava per la sua scoperta, ebbe notizia che un geologo americano, William Niven, aveva ritrovato nell' antico Messico alcune tavolette pre-Maya, con caratteri assai simili a quelle di Lhasa. "Nell' anno 6 del Kan, l' 11 Muluc del mese di Zac, avvennero terribili terremoti che continuarono fino al 13 Chen: Mu, la contrada delle colline d' argilla, fu sacrificata: dopo essersi due volte sollevata, scomparve durante la notte mentre la terra era continuamente scossa. Il suolo sprofondò e riemerse diverse volte in molti punti vicino al mare: Alfine la distesa si spaccò e si divise in molte parti, e per le sue convulsioni, sprofondò con i suoi 64 milioni di abitanti". Non possiamo non confrontare questa descrizione con quella relativa alla fine di Atlantide, della quale abbiamo già parlato.
La posizione geografica dell' antico Messico, situato tra l' Atlantico ed il Pacifico, permetteva ai suoi abitanti di conoscere quello che avveniva nei due oceani, senza contare che il paese può aver offerto ospitalità ai profughi che riuscirono a lasciare le loro terre prima della catastrofe finale. Atlantide, l 'altro favoloso continente, si trovava infatti nell' oceano Atlantico, e le sue terre andavano pressappoco dallo stretto di Gibilterra alle coste orientali dell' America centrale. Circa 12.000 anni fa, la caduta di un asteroide ne provocò la distruzione e le acque dell' oceano la sommersero completamente. Ma il ricordo della sua fiorente civiltà rimase vivo per secoli, ad essa attinsero in seguito gli antichi Egizi, i Greci, da Solone a Platone, da Teopompo ad Eliano.
Di Atlantide si parla nelle leggende dei primi abitanti dell' America, ed un' altra tavoletta, rinvenuta anch' essa nel territorio dei Maya, ne descrive appunto la scomparsa avvenuta "l' undicesimo giorno Ahan Katun".

COINCIDENZE
La notevole coincidenza di date può far pensare che la fine di Mu sia dovuta, di riflesso, all' asteroide precipitato su Atlantide, la stella Bal. Infatti la caduta del corpo celeste potrebbe aver provocato l' eruzione simultanea di tutti i vulcani di Mu, che dovevano essere moltissimi, dato che tutt' oggi la regione del Pacifico ne conta ancora 336 attivi, sui 430 dell' intera Terra.
Un evento unico avrebbe posto fine a due grandi civiltà.
Le tavolette di Lhasa fanno supporre che gli astronomi di Mu avessero previsto l' eventualità di tale sconvolgimento, ed avessero cercato di offrire possibilità di salvezza al loro popolo. Solo così si può tentare di spiegare un altro mistero. Da troppo tempo si parla ripetutamente di gallerie e tunnel sotterranei e sottomarini per non incominciare ad interessarsi di ciò. Ne troviamo nell' America Meridionale, in Oceania, in Asia e nelle Hawai, dove sembra che colleghino tra loro le varie isole dell' arcipelago.

UN LAMA SULLE ANDE
Questa notizia venne data da un giornalista americano, John Sheppard nel 1944. Nell' estate di quell' anno, ai confini tra la l 'Equador e la Colombia, lo Sheppard incontrò un mongolo assorto in meditazione. Ciò era talmente insolito da spingere il giornalista a chiedere informazioni. Seppe così di trovarsi di fronte al tredicesimo Dalai Lama, che seppur ufficialmente deceduto nel 1933, non era mai stato tumulato nella cripta a lui destinata a Lhasa. Gli stessi monaci della "Città Proibita" confermarono che il sant' uomo non era affatto morto ma, attraverso una segreta galleria sotterranea, avrebbe raggiunto le Ande per dedicarsi alla preghiera proprio là dove sarebbe nata la prima religione lamaista. Ma chi ha scavato la galleria? Qualche dotto Lama risponde enigmaticamente: "I Grandi Fratelli che ci hanno dato la loro scienza quando il mondo era giovane".
Sembra di sentire l' eco delle parole del sacerdote amico di Churchward, ed i contorni del misterioso impero si delineano sempre più precisi e reali, anche se le forze terribili della natura lo hanno cancellato per sempre.
FONTE


 
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jasmine23
view post Posted on 26/12/2007, 14:55




Il Mondo perduto di Mu
a cura di Alberto Rossignoli

Questo misterioso continente, che rientra nel filone dei "misteri dell'archeologia" o dei "misteri della storia" o delle "antiche civiltà scomparse" ,che dir si voglia… Ad ogni modo, il fulcro del discorso è chiaro: siamo in presenza (come lo eravamo parlando di Atlantide e dell'Isola di Pasqua) di una civiltà perduta, di una civiltà dall'origine misteriosa, così come misteriose risultano essere la sua esatta ubicazione, la sua fine, la sua vita. La principale fonte di informazioni (o forse sarebbe meglio dire ipotesi…) su questo continente è lo studioso anglo-americano James Churchward il quale, negli anni Venti e trenta, diede alle stampe diverse pubblicazioni nelle quali si narrava appunto la storia di Mu. Nello specifico, egli sostiene che questo continente si sarebbe esteso nell'Oceano Pacifico e altro non sarebbe se non una parte di un più vasto continente che gli sarebbe preesistito,vale a dire Lemuria. Sarebbe inoltre stato la scintilla che avrebbe fatto successivamente divampare il focolare della cultura cinese,indiana,persiana, egiziana, mesopotamica e greca. A testimonianza della civiltà di Mu vi sarebbero delle tavolette, rinvenute nel Tibet e nell'Isola di Pasqua, tavolette su cui sarebbe incisa una sorta di Genesi. Dette tavolette sono note con il nome di "tavolette di Naacal" , in quanto l'inglese individuò nei Naacal l'antichissimo popolo abitatore di Mu. Ma chi erano? Risposte certe non ve ne sono, ma ci viene detto che essi viaggiarono per tutto l'oriente lasciando numerose testimonianza che in seguito gli indigeni avrebbero riportato su tavolette scritte con un linguaggio indecifrabile (riferimento alle teorie della medium russa Helena Petrovna Blavatsky, la quale sosteneva che la lingua era il Senzar). Ma parliamo più in concreto delle teorie di Churchward. Il continente si sarebbe collocato nell'Oceano Pacifico, confinante a nord con le Hawaii e a sud con una zona collocata tra l'Isola di Pasqua e le Fiji. Il capo politico di Mu sarebbe stato Ra-Mu e la divinità suprema venerata sarebbe stata Ra (contaminazione egizia), il cui nome non sarebbe mai stato pronunciato dagli abitanti (contaminazione con l'ebraismo e l'islamismo). Si attribuisce altresì a Mu un vasto impero coloniale che spazia dalle Americhe all'Asia centrale e Meridionale. Tuttavia, col passare del tempo, si può rilevare come la storia di Mu vada sempre più a coincidere e a identificarsi con quella di Atlantide. Infatti, dopo 50000 anni di stabilità geomorfica, la parte a sud del continente sarebbe stata colpita da eruzioni vulcaniche e terremoti che avrebbero trasformato profondamente la realtà di Mu. La parabola umana di Mu si sarebbe consumata lungo un arco di tempo di circa 37 mila anni. All'incirca 13 mila anni fa sarebbe iniziato il declino di Atlantide, mentre Mu, nello stesso periodo, si sarebbe inabissata. Da ciò si può concludere che in 37 mila anni avrebbe avuto luogo la deriva dei continenti e il mondo avrebbe assunto l'aspetto geomorfico attuale. Torniamo alle famose tavolette. La scoperta di Churchward ebbe come conseguenza l'inizio della ricerca di quelle restanti ed effettivamente lo studioso William Niven rinvenne in Messico duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, ma non sarebbero stati resi noti particolari essenziali circa l'ubicazione esatta delle tavolette e la lingua in cui erano scritte…particolari a dir poco essenziali di una scoperta archeologica.

Da parte sua Churchward, si pensa per accrescere la sua popolarità e dare una più solida base alle sue teorie, dichiaro di aver utilizzato altre fonti, che riporto qui di seguito:

il "Codex troanus" ed il "Codex cortesianus" (Maya),
le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn (Maya),
il Manoscritto di Lhasa (Tibet),
le iscrizioni del tempio di Xochicalo a sud-ovest di Città del Messico (azteche),
il Ramayana (testo sacro indù)."


Ma qui sorge una questione spinosa che certamente gioca un ruolo non indifferente nel minare la credibilità della storia: anzitutto, la prima a parlare dell'esistenza delle tavolette sarebbe stata la Blavatsky, la quale le avrebbe poi tradotte (come ha fatto? conosce il Senzar? Qualcuno l'ha aiutata? Se sì,chi?) e sarebbero finite in mano, anche se non ci viene detto come, allo stesso Churchward. Quest'ultimo è ritenuto un impostore e un mistificatore. Riporto, sempre dalla stessa fonte (http://www.edicolaweb.net/arca001a.htm) una serie di obiezioni e contestazioni che vengono mosse alla teoria di Churchward e in particolare alla sua convinzione secondo cui la Storia sarebbe iniziata da Mu:

Viene in primo luogo in evidenza il contrasto con la Bibbia per il posizionamento del "giardino dell'Eden" in un continente ora sommerso dell'Oceano Pacifico. La storia biblica della creazione, l'epica narrazione dei sette giorni e delle sette notti, non sarebbe nata tra le genti del Nilo né nella valle dell'Eufrate, ma a Mu. Questa tuttavia, non è l'obiezione più rilevante.
In secondo luogo l'oggettiva impossibilità di traduzioni da una lingua sconosciuta (il Naacal) o da una lingua non ancora decifrata: nel 1920 la lingua Maya non era stata tradotta.
Churchward asseriva di "una comunità religiosa mandata da Mu nelle colonie per insegnare le sacre scritture, le religioni, le scienze" (di qui, probabilmente richiami a testi centro americani e tibetani). Naturalmente Churchward si guarda bene dal dire cove fossero custodite queste verità; come avrà fatto a tradurre le famose tavolette di Naacal?
La vicenda di Mu ebbe inizio con la scoperta di "Khara Kota", città sepolta dalle sabbie del Deserto del Gobi, ritrovata all'inizio del XX secolo dall'avventuriero russo "Kolko". Le rovine di Khara Kota, nella realtà ne nascondevano un'altra più antica che Kolkov dichiarò essere "Uighur", la capitale del regno dei mongoli delle steppe; egli dichiarò anche che lo stemma di Uighur fosse la lettera greca M ("Mu") inscritta in un cerchio diviso in quattro settori. Quale fu la reale portata delle scoperte di Kolkov? I pochi resti effettivamente successivamente ritrovati non corrispondono affatto a quanto da lui da lui descritto.
Indipendentemente da ciò che trovò effettivamente Kolkov, resta il fatto che, secondo Churchward, Uighur sarebbe stata era una colonia di Mu e per mezzo di essa Mu avrebbe esercitato il proprio dominio anche su Atlantide."

A complicare le cose ci fu la presunta scoperta del continente Lemuria da parte dello zoologo inglese Philip L. Slater, vissuto nel XIX secolo, sulla base delle analogie dell'evoluzione di diverse specie animali e vegetali tra le coste dell'Africa, dell' India e del Madagascar. Tuttavia la Lemuria di Slater non corrisponderebbe alla Lemuria dei sostenitori della teoria di Wegener di un grande continente che, in epoca Giurassico, avrebbe unito Africa e Asia. Fu nel 1888 che la Blavatsky spostò Lemuria nel Pacifico, trasformandola in un luogo esoterico e nella sede delle sei razze che avrebbero popolato la Terra nel corso del tempo, a cui accennavo in un precedente articolo. Da essa poi, come si è visto, avrebbe preso spunto Churchward per salire alla ribalta. Tra l'altro, è interessante rilevare il parallelismo esistente tra le "tavolette di Naacal" dell'esploratore inglese e le " Stanze di Dzian", attribuito dalla medium russa ai "Maestri sconosciuti"; narra la storia dei Dziani, esseri straordinariamente evoluti provenienti dallo spazio, ai quali si deve la creazione e la distruzione di quattro delle sei razze dell'esoterismo di matrice teosofica.

In tempi successivi, Mu si legò ad un altro continente perduto, Agarthi, ed assunse una dimensione extra-fisica, in un piano di realtà diverso da quello in cui vive l'umanità. Infatti questi due continenti apparterrebbero alla immutabile dimensione del Nirvana, la quale,come si può leggere dai testi sacri dell'Induismo, è separata dall'esistenza umana,poiché quest'ultima è piena di dolore e di male, mentre il Nirvana è la totale assenza di queste componenti estremamente negative. Per giungere a tali conclusioni, non va escluso il contributo delle esplorazioni di Saint-Yves d'Alveydre (in India) e Ferdinand Ossendowski (in Mongolia) che per primi giunsero a conoscenza della presunta collocazione di Lemuria-Mu. In particolare, Ossendowski avrebbe scoperto nell'attuale Ulan Bator due oggetti provenienti da Agarthi: uno sarebbe l'anello di Gengis Khan (recante una svastica) e l'altro, il sigillo del "Re del Mondo" . Sembra che, dalle ricerche di Ossendowski, nell'anno 3102 a.C. gli abitanti di Agarthi si sarebbero trasferiti nel sottosuolo per evitare che le vicende umane li contaminassero, ed è solo allora che quella civiltà avrebbe assunto il nome con cui è nota: "Agarthi" significa "L'inaccessibile". Non posso concludere questo articolo senza menzionare l'opera del veggente americano Edgar Cayce ( al quale ho dedicato un articolo) sulla questione Mu e in particolar modo sulla sua distruzione. Anzitutto, egli sostiene che i lemuriani erano un popolo pacifico, a differenza degli atlantidei, e preferirono un volontario isolamento ad una politica fortemente impregnata di imperialismo. La sua distruzione iniziò con ogni probabilità intorno all' 8700 a.C. Riporto le parole del veggente:

"Quindi, questa porzione di terra, che era dunque il Sud Pacifico di Lemuria [Mu], iniziò a sparire ancor prima di Atlantide, a causa dei cambiamenti che si stavano verificando verso l'ultima parte di quel periodo, che sarebbe stato chiamato o 10.700 anni di luce o anni terrestri, o presentandoli come Adamo [nella Bibbia Adamo e i suoi discendenti avrebbero vissuto centinaia di anni, se si fosse trattato di anni terrestri attuali]"

In generale, dal "Libro della vita" di Cayce, si apprende come Lemuria-Mu fosse un luogo effettivamente reale, avente cioè una sua concretezza (seppur passata e non più attuale), e fosse esistita all'alba della storia umana, benché poi ne fosse stata decretata la fine per mezzo di cataclismi. Non tutto, però, sarebbe perduto: i superstiti sarebbero emigrati lungo le coste Sudamericane del Pacifico, dando l'impulso alla nascita e allo sviluppo alla civiltà fiorita in quei luoghi. A noi resta da chiedersi, nell'ipotesi di una reale esistenza non solo di Lemuria-Mu, bensì anche di tutti i presunti "continenti scomparsi" di cui gli studiosi raccolgono le ipotesi esistenti e ne formulano di nuove, se il Tempo o la Storia, che dir si voglia, ci consentirà di saperne di più.

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jasmine23
view post Posted on 9/1/2008, 12:56




Il continente perduto di "MU"

La vicenda di Mu ebbe inizio con la scoperta di Khara Kota, città sepolta dalle sabbie del Deserto del Gobi ritrovata all’inizio del secolo dall’avventuriero russo Kolkov. Sotto le mura di questa città, l’esploratore asserì di averne ritrovato un’altra più antica, Uighur, capitale del regno dei mongoli delle steppe che portavano questo nome; il suo stemma era la lettera greca M (“Mu”) inscritta in un cerchio diviso in quattro settori. Sulla reale portata dei ritrovamenti di Kolkov vi sono giustificati dubbi, in quanto i pochi resti rinvenuti sul luogo da esploratori successivi non corrispondono affatto alle magnificenze da lui descritte; sta di fatto, comunque, che, secondo Churchward, Uighur era una semplice colonia di un vasto continente che egli battezzò, appunto, Mu. Esso occupava un territorio delimitato dalle attuali isole Fiji, dalle Marianne, dalle Haway e dall'ISOLA DI PASQUA; era abitato da sessantaquattro milioni di persone e estendeva il proprio dominio su tutto il mondo, ivi compresa ATLANTIDE. Era popolata da molte razze, su cui predominava quella bianca, e, dodicimila anni prima, era stato sommerso da un gigantesco maremoto, e finì inghiottito dalle acque del Pacifico. Una storia che, come si vede, non si discosta molto da quella di ATLANTIDE, anche se la sua origine è molto più recente. II CONTINENTE- PONTE. A ipotizzare l'esistenza di un altro continente perduto fu uno zoologo inglese del diciannovesimo secolo, Philip L.Slater, che aveva rilevato alcune analogie nell'evoluzione biologica e ambientale delle coste dell'Africa, dell'India e della Malesia. Esso avrebbe dovuto trovarsi nell'Oceano Indiano; Slater lo aveva battezzato “Lemuria” perchè, tra le specie animali comuni a questi tre territori, c'erano, appunto, le proscimmie chiamate lemuri. Non era una teoria del tutto campata in aria: ancor oggi i geologi chiamano con questo nome un continente o un subcontinente che potrebbe aver unito l'Africa all'Asia nel periodo Giurassico (da 180 a 130 milioni di anni fa). Non c'è da stupirsi se, nel romantico clima ottocentesco, l'ipotesi dell'esistenza di un’altra terra scomparsa incontrò subito grande successo. Nel 1888 Madame BLAVATSKY scrisse che Lemuria si trovava nel Pacifico, e vi aveva dimorato la terza delle sei razze che (almeno secondo lei) avevano popolato la terra; anche lei aveva appreso queste informazioni da una biblioteca segreta. Lo scozzese Lewis Spence riprese il discorso affermando che la razza dominante di Lemuria era quella bianca, secondo le teorie razziali in voga al momento; Churchward popolarizzò ulteriormente la vicenda e diede a Lemuria il nome definitivo di Mu.

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jasmine23
view post Posted on 13/1/2008, 19:57




Ra-Mu e il continente perduto

Le uniche notizie sul continente Mu ci sono giunte grazie alle lodevoli ricerche del colonnello Churchward. Tutto cominciò nel lontano 1868: il colonnello a quel tempo era dedito allo studio dei bassorilievi in India. Traducendo varie crittografie, apprese che gli archivi sotterranei del tempio in cui si trovava, custodivano alcune tavolette di argilla redatte dai Naacal (fratelli santi) nella loro terra madre scomparsa: il continente Mu. Riuscito a scoprire gli involucri che avvolgevano le tavolette, il Colonnelo si accorse che le iscrizioni riportavano la storia dello sprofondamento, del continente Mu, avvenuto 12000 anni fa. Contemporaneamente, il geologo inglese William Niven, portava alla luce in Messico tavolette identiche a quelle ritrovate da Churchward. Convinto dell'universalità della civiltà di Mu, Churchward estese le sue ricerche certo di raggiungere siti Mu in altri luoghi del mondo. Secondo gli studi condotti il popolo di Mu avrebbe colonizzato il mondo intero. Churchward, dopo vari viaggi e ricerche, svelò che la religione seguita su Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio "Ra il Sole", poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Il popolo di Mu credevano nella immortalità dell'anima e del suo futuro ritorno a Dio. Secondo Curchward, nel periodo di massimo sviluppo della civiltà Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta da catastrofi vulcaniche e da maremoti. A seguito di tali sconvolgimenti la vita su Mu riprese lentamente e citta e templi furono ricostruiti con difficoltà. E Quando tutto sembrava tornato alla normalità, il continente, circa 13.000 anni fa (poco dopo la stessa sorte sarebbe toccata ad Atlantide), s'inabissò definitivamente. Lo sprofondamento causò un grave, immenso maremoto che sconvolse l'intero pianeta.

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