Quadrato di Sator

« Older   Newer »
  Share  
jasmine23
view post Posted on 7/5/2007, 21:38




Si definiscono palindrome, quelle parole o frasi che possono essere lette senza variare anche da destra verso sinistra.Un verso palindromo, è, per esempio, quello inventato da Virgilio:"in girum imus et consumimur igni", la cui soluzione sono le falene o le torce.Uno dei più famosi palindromi è quello del Sator. In questa sede non vorremo occuparci del suo significato, al quale comunque accenneremo, ma della sua origine.
S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S



Da sempre ad esso sono stati associati strani poteri. In un primo tempo si credeva una invenzione medievale, ma nel 1868, tra le rovine di Cirencester (l’antica Corinium romana) si rinvenne un quadrato databile III secolo. Si pensò allora, che fosse una croce dissimulata, cioè un modo degli antiche cristiani per venerare la croce, e,inoltre,anagrammando le lettere viene
-------------A

-------------P
-------------A
-------------T
-------------E
-------------R
A P A T E R N O S T E R O
-------------O
-------------S
-------------T
-------------E
-------------R

-------------O



Ove, a e o finali simboleggerebbero le lettere alfa e omega principio e fine di tutte le cose. Inoltre la stessa parola Tenet nel quadrato sembra formare una specie di croce greca. Il problema traduttivo sta nella parola AREPO, che in realtà non ha un vero significato, una delle traduzioni può essere la seguente: il seminatore Arepone tiene in opera le ruote oppure il seminatore possiede le opere. Tutto sembra filare fino a quando non fu ritrovata a Pompei, durante una campagna scavi, una raffigurazione del famoso quadrato, e da allora il quadrato fu chiamato latercolo pompeiano.L’ipotesi del culto cristiano veniva, quindi, a cadere, e soprattutto venivano a cadere i significati di alfa e omega, lettere entrate solo in seguito nella simbologia cristiana. Altri luoghi in cui si trova il quadrato sono: Siena, Sermoneta, in Francia a S. Lorenzo a Rochemaure, nei castelli di Chinon e di Jarnac, in Spagna a San Giacomo di Compostela, …..La maggior parte di queste località è stata, comunque, sede templare, come spiega Bianca Capone. In generale, essi non erano i creatori di tal simbolo, ma lo usavano per contrassegnare particolari posti, o per indicare alcune informazioni nascoste. Tal simbolo è presente anche su alcuni trattati magici come la Clavicola di Salomone che dice in merito del quadrato: "il suo dominio sarà dall’uno all’altro mare e dalle acque fino ai confini del mondo". Proprio da questa frase partiremo e dalle relazioni templari in questo nostro documento. E infatti proprio sull’altra riva dell’oceano, nel Perù vi è un altro quadrato
M I C U C
I S U T U
C U Y U C
U T U S I
C U C I M



E anche qui vi è una parola misteriosa, senza significato, essa è UTUSI, comunque la traduzione sarebbe: "un pedicello che mangia l’UTUSI che si dimena e’ felicità". Inoltre la lingua quechua in cui è stato scritto è una lingua orale, il quadrato sarebbe quindi stato composto, tramandato e compreso a mente. Effettuiamo, ora, un elenco dei luoghi ove, almeno in Italia, è stato ritrovato il sator. Partendo dall’Italia settentrionale troviamo Pescarolo, in provincia dei Cremona. Qui il sator è rappresentato nella chiesa di S. Giovanni Decollato. In questa chiesa, come vedremo in molte altre, i Templari hanno lasciato il loro segno, infatti sul portale della chiesa è rappresentata una croce templare. Ancora il Sator lo ritroviamo a Verona, nel cortile di palazzo Benciolini ma molto importante è la sua presenza nel Duomo i S. Maria assunta a Siena, qui la presenza dei Templari è fortemente attestata, in Siena la sede templare era la chiesa di San Pietro alla magione, la città stessa ha come stemma la scacchiera a caselle nere-bianche. La scacchiera, rappresenta la sapienzialità di un luogo, il nero e il bianco rappresentano i principi opposti e complementari, lo stesso concetto espresso dallo Yin Yang taoista. Tale scacchiera, che i templari chiamavano Beauceant, era spesso riportata nei loro edifici. Ancora il Sator lo ritroviamo a Fabriano, nella chiesa S. Maria in plebis flexiae, e anche qui la presenza dei templari sembra ormai accertata da alcuni toponimi della zona che fanno riferimento alla parola "spina", e nella chiesa templare di San Andrea in primicilio ad Urbino. A Frosinone, nella certosa di Trisulti , troviamo un altro Sator, in questo caso, però , il luogo non è legato ai templari, ma bensì ai Cistercensi e non staremo in questa sede a spiegare i forti rapporti tra i due ordini. E ancora la scritta palindroma la ritroviamo a Ostia antica, Sermoneta, Capestrano, San felice del Molise…Pompei… Ebbene questo simbolo quadratico rappresenterebbe il "marchio" che indica i luoghi delle correnti terrestri che definiremmo "di Osiride" o del sole…possiamo così definire una differenziazione tra le correnti terrestri per ora abbiamo visto il triangolo, legato ad Iside, al culto della vergine nera e del tredicesimo segno, la luna.Abbiamo poi, visto come questo culto sia strettamente legato al sole, e, nella cultura egizia, a Osiride, abbiamo così la corrente tellurica "ad quadratum". Ma Una conferma del fatto che il Sator è uno strumento-segno del culto tellurico lo ritroviamo nel: IL MITO DI SATURNO E L’ETA’ DELL’ORO e relazione con il Sator: Secondo la tradizione greca il dio Saturno era stato spodestato da giove e giunse in Italia. Il mito narra che saturno, noto il fatto che un suo figlio lo avrebbe spodestato iniziò a cibarsi dei suoi successori, ma a questa strage sfuggì appunto giove, che adulto spodestò il padre.Il mito narra che Saturno, nell’intento di mangiarsi il figlio, con l’inganno va a cibarsi di una roccia. Il mito potrebbe esser letto come il culto politeista fagocita e "uccide" il culto monoteista del dio Saturno. La nutrice di Giove fu la dea Amaltea, Con Amaltea ci troviamo in presenza di una antica dea-madre-capra, il cui corno, detto CORNUCOPIA, rappresentava l’abbondanza. La stessa Amaltea e le sue sorelle esprimevano anche una antica trinità lunare.Insomma ad Amaltea si riconducono i segni di una antica divinità matriarcale connessa alla nascita, alla nutrizione, alla possessione e alla morte. Non a caso amaltea era stata la nutrice di Giove,ossia esisteva prima del "padre degli dei" a simboleggiare un antico potere femminile spodestato da quello maschile." Ma torniamo a Saturno, ,spodestato da Giove arriva in Italia, e in particolare nel lazio, il cui sovrano era Giano, re delle genti italiche. La stessa Italia fu chiamata Saturnia…et nomen posuit Saturnia tellus…Anche lo stesso nome del Lazio potrebbe provenire dalla leggenda di Saturno,infatti potrebbe provenire etimologicamente da LATERE, cioè "nascondere". Il nome del dio Saturno, a sua volta , sembra essere in tempi arcaici Sateurnus, che i romani interpretavano da Satus, l’azione del seminare e, del resto, saturno era una divinità Arborea (vedi dossier culto delle foreste) oppure poteva provenire da Satur , cioè fertile. A questo punto è facile trovare una radice e una assonanza con il SATOR!!! Questo studio etimologico su saturno ci permette , dunque, di avvallare la nostra tesi sul sator, cioè che il famoso quadrato magico non è altro che un simbolo magico legato al culto Tellurico.

FONTE

Edited by jasmine23 - 8/5/2007, 13:14
 
Top
jasmine23
view post Posted on 8/5/2007, 12:10




Il quadrato magico "ROTAS"
Un misterioso quadrato magico scoperto a Pompei nel 1936

Un quadrato magico fatto di parole.
A Pompei, nel novembre del 1936, un noto studioso di graffiti italiano, Pompeo Della Corte, scoprì il seguente "quadrato" graffito in una colonna della Grande Palestra, non distante dall'Anfiteatro.

R O T A S
O P E R A
T E N E T
A R E P O
S A T O R

image
In Abruzzo, tra Capestrano e Bussi, ho visto la chiesa di S.Pietro ad Oratorium.
Sulla facciata della chiesa fa bella mostra di sè il quadrato magico SATORAREPOTENET... di cui si è parlato.
Segnalo che la pietra, di 45-50 cm di lato, è posta in modo rovesciato.


Si nota subito che il quadrato è formato da 5 parole che possono essere lette sia in orizzontale che in verticale. Ma questa è soltanto la più semplice delle caratteristiche che rendono questo quadrato interessante e magico.
Se proviamo a tradurre letteralmente le parole del quadrato, possiamo ottenere risultati come questi.

Iddio (SATOR, il creatore) - domina e regge (TENET) - le opere del creato (ROTAS OPERA) e quanto la terra produce (AREPO, aratro).
Il seminatore (SATOR) sul suo carro (AREPO è parola di origine celtica il cui significato è simile a carro) dirige (TENET) con perizia (OPERA) le ruote (ROTAS, qui le ruote stanno a significare le orbite dei corpi celesti).
Ivana Niccolai propone la seguente traduzione:

Il Seminatore (Dio creatore) Areopago (che giudica) dirige con cura le ruote (le sfere celesti e le orbite dei pianeti)

Forse c'è sottintesa l'analogia tra il seminatore che dirige le ruote del proprio carro per spargere i semi controllando, poi, per eliminare le eventuali erbacce e Dio creatore e giudice, che dirige l'intero universo...
Mi lascia alcuni dubbi la parola "AREPO", che io ho considerato come fosse un'abbreviazione di "Areopagos" (collina di Marte, dove c'era il supremo tribunale ateniese, che da essa ebbe tale nome).
A quanto pare, nessuno ha pensato all’AREOPAGOS…(a me, invece, è venuto in mente appena ho constatato che “AREPUS” non si trovava nel dizionario latino), ma non conoscevo (e non conosco!) il celtico.
Una frase palindroma.
Proviamo a scrivere le cinque parole una di seguito all'altra.
Scopriamo che formano una frase palindroma, che, cioè, può essere letta anche in senso inverso.

S A T O R A R E P O T E N E T O P E R A R O T A S

Il seguente disegno illustra spiritosamente questa proprietà.

image

Le lettere che compongono la frase SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS possono essere disposte come nello schema seguente.

-------------A

-------------P
-------------A
-------------T
-------------E
-------------R
A P A T E R N O S T E R O
-------------O
-------------S
-------------T
-------------E
-------------R

-------------O

A questo proposito, Antonio Bruno scrive (Il magico quadrato del SATOR, per Edicolaweb:
"Effettivamente, nel 1926, il legame fra il "quadrato" ed il cristianesimo dei primi tempi parve consolidarsi. Il merito fu del pastore evangelista Felix Grosser, il quale scoprì che le lettere del "quadrato" potevano essere disposte in modo da formare un ulteriore incrocio, fra la A e la O, ed ottenere così il termine PATERNOSTER. Le due lettere A e O, corrispondono ai termini latino e greco indicanti l'inizio e la fine di ogni cosa, ovvero l'ALFA e l'OMEGA. Ma anche la lettera T, alle estremità della croce formata dalla parola TENET, poteva essere interpretata come richiamo al simbolo del Tau, cioè della croce. Notiamo, inoltre, che accanto ad ogni T ci sono sempre sia una A che una O. Insomma, sembrava proprio che il "quadrato" fosse una sorta di sigillo magico dei primi cristiani, forse di derivazione gnostica."

Anagrammi cristiani, anagrammi diabolici, anagrammi spiritosi.
Proviamo ora ad anagrammare la frase: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS.
Esistono alcuni anagrammi che hanno un sapore diabolico.
Oro te, pater, oro te, pater, sanas!
O pater, ores, pro aetate nostra!
Ora, operare, ostenta te, Pastor!
Retro Satana, toto opere asper!

Satan oro te, pro arte a te spero
Satan, ter oro te, opera praesto!
Satan, oro te, reparato opes!

Per allentare un po' la tensione, Stefano Bartezzaghi, su Lessico e nuvole (la Repubblica.it) cita anche in seguenti anagrammi:

Attor Arreso Tenet Soap Opera
Sottrar oro a Paperone: saette
Pornostar: parte osée a teatro
O porta estera, o porta esterna

La croce dei Cavalieri Templari.
A. D. Grad, nel suo libro "Introduzione alla Kabbala ebraica", MEB, 1986. osserva che:
le due parole TENET formano una croce a bracci uguali;
congiungendo le A e le O con la N che sta al centro e tracciando il cerchio di raggio NA (o NO) si ottiene la famosa croix pattée dei Cavalieri Templari.

image

Dalle lettere ai numeri: un quadrato magico numerico.
Ma le sorprese non finiscono qui.

Proviamo ora a trasformare il nostro quadrato magico letterale in un quadrato magico numerico.

Le seguenti considerazioni sono tratte dal libro: A. D. Grad, Introduzione alla Kabbala ebraica, MEB, 1986.

Come primo passo scriviamo i numeri da 1 a 25 nella sequenza naturale in un quadrato di 5x5 caselle.

1 2 3 4 5
6 7 8 9 10
11 12 13 14 15
16 17 18 19 20
21 22 23 24 25

Le due colonne corrispondenti alla croce composta dalle parole TENET danno la stessa somma: 65, esatta- mente come le due diagonali. Ma le altre colonne verticali ed orizzontali danno invece valori dissimili.

A questo punto, allora, costruiamo un altro quadrato magico, in cui sempre si ottenga, sia verticalmente che orizzontalmente, che diagonalmente, il valore 65, nella sommatoria dei numeri componenti le varie colonne.

17 23 6 4 15
20 14 10 16 5
9 7 3 24 22
1 13 21 19 11
18 8 25 2 12

Ma anche questo quadrato -pur nell'apparente sua perfezione- non è completo e deve essere posto da parte. Infatti: sebbene anche i numeri esterni, corrispondenti nel quadrato letterale alla parola ROTAS diano l'identico risultato di 65, notiamo subito che non vi è alcuna corrispondenza da una parte tra le due S e le due R di ROTAS e dall'altra tra 17 e 12 o 18 e 15, occupanti la medesima casella nel quadrato a numeri (17 + 12 = 29; 18 + 15 = 33). Si tratta, perciò, di un quadrato magico, diciamo così, difettoso, centrato sulla cifra 3.

Prendiamo, adesso, in esame quest'altro quadrato magico, il cui numero di sommatoria in ogni senso è, ancora una volta, 65.

11 24 7 20 3
4 12 25 8 16
17 5 13 21 9
10 18 1 14 22
23 6 19 2 15

Notiamo subito alcune cose importanti:

1. che i numeri corrispondenti alle lettere S ed R della parola esterna ROTAS danno la stessa somma: 26 (11 + 15 = 26; 23 + 3 = 26);

2. che tutti i numeri presi due a due e la cui somma dà 26 (25 + 1; 24 + 2; 22 + 4; 21 + 5...) corrispondono sempre a due lettere identiche del quadrato magico letterale: EE, AA, EE, AA...

Ora, 26 è uguale a 13 X 2, e proprio 13 è il numero che compare al centro, corrispondente alla N.

L'interpretazione kabbalistica del quadrato ROTAS (solo l'inizio)
A questo punto Grad espone l'interpretazione kabbalistica del quadrato.
Da parte mia riporto soltanto due punti lasciando a chi è interessato la lettura del libro.

La chiave dell'interpretazione kabbalistica del quadrato ROTAS risiede di volta in volta ora nel 13 al centro, ora nel 26 e nel 65.

65 è la somma "numerologica" del nome ADONAI: Aleph-Daleth-Noun-Yod: 1 + 4 + 50 + 10 = 65.

26 lo è, invece, del Tetragramma: Yod-Hé-Waw-Hé: 10 + 5 + 6 + 5 = 26.

ADONAI ed il Tetragramma (YHWH) sono, in ebraico, i due nomi dell'Eterno.

...

ADONAI e YHWH danno: 65 + 26 = 91 = 10 = 1. Ebbene, il nostro quadrato magico è centrato sul 13, vale a dire sull'Unità (infatti, già si è veduto che UNO in ebraico si dice E'HAD, la cui somma numerica è 13!).

In ultimo: un po' di turismo con il SATOR AREPO?
Se volete organizzare un viaggio in Italia alla ricerca del SATOR AREPO, vi consiglio i seguenti luoghi: (tratti dal sito Mondo Misterioso News di Fabio Criniti)

a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore (in questa chiesa è possibile vedere anche un altro palindromo: Roma summus amor );
a Magliano dei Marsi in provincia di L'Aquila, in una chiesa dedicata a Santa Lucia;
a San Felice del Molise, nella chiesa di Santa Maria Ester;
a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno;
a Capestrano, Chieti, nella chiesa di San Pietro ad Oratorium;
alla Certosa di Trisulti, Frosinone;
nella chiesa di Sant'Agostino a Monterubbiano in provincia di Ascoli Piceno;
a Siena, nell'Abbazia di Santa Maria della Scala;
nell'Abbazia di Montecassino;
in un manoscritto della Biblioteca capitolare di Vercelli, in cui le parole sono scritte l'una dietro l'altra fino a formare il perfetto palindromo SATORAREPOTENETOPERAROTAS.
Elisa, un'insegnante della scuola elementare di Pescantina (VR), mi ha scritto che il quadrato magico è inciso sull'architrave della porta secondaria di una chiesetta dedicata a S. Michele in un piccolo paese qui vicino a Pescantina chiamato Arcè, nella campagna della Valpolicella, Verona.
Altre notizie sono benvenute.

In merito al quadrato SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, Pietro Vitelli segnala un libro bellissimo e molto ben fatto, che parla interamente di questo quadrato, descrivendone la storia, le proprietà, le curiosità, le coincidenze e quant'altro; il libro è: RINO CAMMILLERI, Il quadrato magico, Rizzoli, 1999-2004.

Proprio a questo proposito, ringrazio Ivan D'Annibale per avermi inviato il seguente materiale.
Il testo a cui faccio riferimento è Multiformat - moduli per la formazione matematica nel biennio - di Walter Maraschini e Mauro Palma e nella fattispecie il modulo 5 (Equazioni e sistemi di I grado).

Un quadrato a Pompei

R O T A S
O P E R A
T E N E T
S A T O R
A R E P O

Tra le macerie di Pompei sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., gli archeologi hanno trovato (nel 1936) un graffito su una delle colonne della grande Palestra analogo a quello riprodotto qui a fianco. E' un quadrato magico.I quadrati magici sono generalmente di tipo numerico: sono quadrati con numeri nelle loro caselle, tali che la somma dei numeri delle righe, di quelli delle colonne e di quelli delle diagonali sia uguale. 'Ordine' di un quadrato magico è il numero delle sue righe (e delle sue colonne): questo è un quadrato di ordine 5.Quadrati di questo tipo si trovano spesso nell'antichità e sono stati oggetto di attenzione e studio da parte di matematici, incisori, numerologi del Medioevo e del Rinascimento.Il pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer, per esempio, ne traccia uno, di ordine 4, nella sua famosa incisione Melancolia.
Questa volta però si tratta di un quadrato di lettere e non di numeri e, se osservi bene, con una diversità rispetto ai quadrati magici numerici: non è possibile la lettura 'per diagonale' e viene così meno una delle condizioni tipiche dei quadrati magici.
La frase latina che il quadrato riporta non è di semplice traduzione significativa; una possibile traduzione riportata dalla Enciclopedia Britannica è la seguente: Il seminatore dell'Areopago detiene le chiavi dell'Opera. L'Areopago era la collina di Marte (dio che i Greci chiamavano Ares) e questo fa supporre il traduttore che l'iscrizione abbia un riferimento alla guerra, alla arti marziali e al coraggio dei combattenti.Questo quadrato ha però una particolarità: è spesso presente anche in incisioni e manoscritti di secoli successivi, in edifici medievali e anche in chiese; è inciso su un muro della Cattedrale di Siena.
A volte è presentato in un altro modo, simmetrico rispetto al precedente come puoi vedere qui sotto.

S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S

Perché questa attenzione a tale quadrato, perpetuata nei secoli e soprattutto perché in edifici religiosi, se il suo riferimento originario era a un dio pagano?
Una soluzione è stata proposta anagrammando le lettere del quadrato; disponendo in modo diverso le lettere che lo compongono è infatti possibile ottenere questa iscrizione:

-------------A

-------------P
-------------A
-------------T
-------------E
-------------R
A P A T E R N O S T E R O
-------------O
-------------S
-------------T
-------------E
-------------R

-------------O

Si ottiene una croce con la scritta latina Pater noster (Padre nostro) e con le due lettere A e O alle estremità: nell'alfabeto greco esse sono <<alfa>> e <<omega>> maiuscole e, nella tradizione cristiana simboleggiano l'inizio e la fine; sono un simbolo utilizzato dalla Cristianità in virtù di una frase del Libro dell'Apocalisse in cui si dice che Cristo disse di sé: "Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, l'inizio e la fine". Così si spiegherebbe la presenza della scritta in edifici di culto. Certo è che l'interesse per il significato del quadrato è tuttora vivo, come testimonia la recente pubblicazione (1999 di un libro) ad esso dedicato: Il quadrato magico di Rino Camilleri. Oltre a riportare le varie interpretazioni, ci ricorda i molti luoghi dove il quadrato compare.
Lo si trova in un manoscritto latino dell'882 conservato presso la Biblioteca nazionale francese. Paracelso lo usava come talismano erotico. Girolamo Cardano nel suo De rerum varietate lo consigliava come rimedio contro la rabbia. Un cataro, l'albigese Qiroi, lo incise su una pietra esterna della chiesa di San Lorenzo a Rochemaure. Lo si vede sul pavimento della sacrestia della pieve di Tremori, ma anche a Capestrano, a Magliano, in una chiesa di Verona, in diversi edifici sacri medievali francesi e inglesi. E' conosciuto in Egitto e in Abissinia, è stampato su una Bibbia carolingia, è dipinto in una cappella dell'Inquisizione spagnola, campeggia su una moneta dell' imperatore Massimiliano II, è scolpito sul fondo di un'antica coppa d'argento trovata nell'isola scandinava di Gotland. E ancora: su un muro della cattedrale di Siena (sul cui pavimento è raffigurato anche il leggendario Ermete Trismegisto), su ruderi in Francia, a Budapest e in Asia Minore, nell'antica Corium (oggi l'inglese Cirencester), eccetera.

[R. Camilleri, Il quadrato magico, Rizzoli, Milano 1999 (riassunto e adattato)]
 
Top
jasmine23
view post Posted on 9/1/2008, 12:38




Il Magico quadrato del “SATOR”

La più famosa struttura palindromica, che ha davvero fatto versare fiumi di inchiostro a causa del suo innegabile fascino, è probabilmente quella del detta del " Quadrato Magico" . Infatti , analogamente ad un quadrato magico numerico (la somma delle cui caselle è costante in ogni direzione), tale quadrato di lettere mostra affascinanti e complesse simmetrie. Eccone lo schema nella versione più frequente: Questo celebre quadrato è formato da cinque parole di cinque lettere ciascuna. Poste una sotto l'altra, possono essere lette da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall'alto in basso, dal basso in alto, e la parola della terza riga, tenet, letta a rovescio, rimane identica. Se, poi, si scrivono tutte e cinque le parole una di seguito all'altra (rotas opera tenet arepo sator), la frase risultante può essere letta ugualmente bene anche in senso contrario , costituendo, quindi, un palindromo. Questo strano quadrato è stato rinvenuto in molti luoghi europei, sia citato in antichi testi e sia raffigurato su altrettanti antichi monumenti . Numerosi studi sono stati condotti sull'origine e sul significato di questa formula. In un primo tempo la si credette un'invenzione medievale, perchè tutte le fonti conosciute non erano anteriori al VI secolo.

*Interprerazioni*

A) Ipotesi cristiano-templare

Ma nel 1868, tra le rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium), in Inghilterra, si rinvenne il quadrato graffito sull'intonaco di una casa databile tra il II ed il IV secolo d.C. Si pensò che la formula fosse stata una cruces dissimulatae, ovvero un artificio dei primi cristiani per adorare la croce in forma appunto dissimulata. L'ipotesi parve trionfare nel 1926 per merito di Felix Grosser, pastore evangelista, il quale trovò che le venticinque lettere del quadrato possono essere disposte in modo da formare le parole PATERNOSTER incrociate, fra una A ed una O, corrispondenti latine dell'Alfa e dell'Omega greci , principio e fine di tutte le cose. Inoltre, nel quadrato stesso , le parole TENET formano una croce, e la T ad ogni estremità può essere interpretata come come una lettera greca tau, anch'essa simbolo della croce. Infine, ai lati di ogni T appare sempre una A (alfa) ed O (omega ) . Anche lo scoglio della parola AREPO , che non esiste nel latino , parve cadere . Così ne scrive Giuseppe Aldo Rossi: "Si scoprì che nelle Gallie, a Lione, una certa misura di superficie, in tempo di dominazione romana, veniva chiamata sia semiiugerum, sia, con vocabolo del posto, arepennis, dal nome del carro, arepos, impiegato per lavorare il terreno. Niente di più semplice che il celtico arepos diventasse per i latini arepus. Come controprova, dalle pagine di una Bibbia greca del XIV secolo , dovuta ad un monaco bizantino, balzò fuori una traduzione del quadrato, dove alla parola AREPO corrispondeva il greco arotron (carro). Intendendo allora arepo come un ablativo di strumento , si otteneva: "Il Seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote"; intendendolo, invece, come un dativo d'interesse: "Il Seminatore, inteso al suo carro, tiene con cura le ruote". Altri, invece, hanno proposto differenti chiavi di lettura. Ludwig Diehl, ad esempio, ritenne che il quadrato dovesse leggersi in modo bustofredico (cioè a serpentina): sator opera tenet - tenet opera sator (il seminatore possiede le opere, ovvero Dio è il Signore del creato). In conseguenza di tutto questo, si concluse che il quadrato aveva un significato cristiano, che era stato composto nel III secolo e che la zona d'origine poteva essere la Gallia. Anzi, il quadrato venne detto "di Sant'Ireneo", dal nome del padre della Chiesa morto appunto a Lione nel 202. Successivamente, tra il 1932 ed il 1933, furono scoperti altri quattro quadrati a Dura Europos, anteriori al 256 d.C., anno della distruzione della città. Ma la scoperta più importante avvenne durante gli scavi per disseppellire la città romana di Pompei, coperta da spessi strati di scorie vulcaniche durante l'eruzione del Vesuvio avvenuta nell'anno 79 d.C. Il 12 novembre 1936 Matteo Della Corte, l'insigne studioso dei graffiti pompeiani, lesse un esemplare integro, graffito nella scanalatura di una colonna della Grande Palestra, accanto all'Anfiteatro. Un altro, mutilo, era stato scoperto il 5 ottobre 1925 nella casa di P. Paquius Proculus, sulla via dell'Abbondanza, ma egli non si rese conto che si trattava del medesimo testo. Dopo queste scoperte, il quadrato venne anche chiamato latercolo pompeiano. La presenza del quadrato nell'antica Pompei poneva nuovi interrogativi. In primo luogo non vi era prova dell'esistenza del culto cristiano (espressamente esclusa da Tertulliano), ma soprattutto veniva a cadere l'interessante interpretazione delle A e delle O come alfa e omega: essendo queste lettere greche entrate nella simbologia cristiana in seguito allo scritto profetico dell'apostolo ed evangelista san Giovanni (Apocalisse 1, 8, 21, 6 e 22, 13). Ebbene, la diffusione di quel testo nell'Italia centrale e meridionale non poté avvenire prima del 120-150. Alcuni studiosi, come Carcopino, hanno voluto comunque salvare l'ipotesi cristiana ipotizzando che i quadrati pompeiani siano stati incisi da antichi scavatori in un'epoca posteriore all'eruzione; ma ciò contrasta con le risultanze degli archeologi, che hanno trovato intatti gli strati di sedimenti al di sopra dei graffiti. Oltre Pompei, in Italia il quadrato si trova in parecchi altri luoghi: tra i casi più interessanti la Cattedrale di Siena ed anche Sermoneta, dove il palindromo assume una curiosa struttura circolare. Anche in numerose località europee è possibile rintracciare il quadrato su qualche monumento. In Francia: nella chiesa di San Lorenzo di Rochemaure; in una vecchia casa di Le-Puy; nei castelli di Chinon, di Jarnac e di Gisors. In Spagna a San Giacomo di Compostela, celebre meta di pellegrinaggi medievali. In Ungheria graffito su una tegola di una villa romana di Aquincum, l'odierna Altofen (la vecchia Buda). Dato che alcune delle località dove è stato rinvenuto il quadrato furono possedimenti templari (ad esempio Gisors e Rochemaure), la prof. Bianca Capone, sulla base di attenti studi e personali ricerche, ha ipotizzato un legame fra il "Magico Quadrato" ed il famoso ordine religioso-militare dei Templari: sembrerebbe, infatti, che gli antichi cavalieri. probabilmente depositari di preziose conoscenze esoteriche, usassero tale simbolo per contrassegnare luoghi particolari o per trasmettere nascoste informazioni cifrate. (fonte non pervenuta).

B) Ipotesi del "sigillo potenziatore"

Il quadrato del Sator è essenzialmente un sigillo. Per essere chiari, si tratta di un oggetto o pergamena che serve per preservare la funzionalità di qualcosa, che lo sigilla appunto.
Nel caso del Sator si deve tener conto che la frase che si può leggere sopra è: Sator arepo tenet opera rotas.
Il seminatore Arepo mantiene le ruote all'opera, questa è la traduzione letterale.
Nella Grecia antica il nome Arepos era comune, un pò come tizio o caio nella Roma antica, quindi si deve interpretare in questo modo: "il seminatore" (colui che mette i semi, che si prodiga affinchè qualcosa nasca, ma non in senso letterale, ma bensì in senso magico) in alchimia colui che semina non è inteso solo come Divinità ma anche come colui che trasforma il seme (l'idea, il concetto, l'oggetto, la propria coscienza) in qualcos'altro (qualcosa che fiorisce, che si sviluppa e che dà frutti).

Quindi:
"Arepo" (persona comune)
"tenet" (mantiene) il verbo tenet in latino significa qualcosa che si muove in una o più direzioni con un movimento ritmico. Può anche essere la parola da cui deriva il termine inglese "Tennis"
"opera" qualcosa che si muove, che serve, che ha un'utilità
"rotas" ruote, ma anche ingranaggi, o macina, o anche in senso magico /alchemico qualche cosa di circolare (flusso/riflusso, che va e torna) d'altra parte nella wicca si dice, così come in molte filosofie che tutto ciò che fai nel bene ti torna indietro esattamente come quando fai del male.
Di conseguenza le cinque parole che compongono questo sigillo sono più che mai chiare: bisogna poi aggiungere anche che funziona anche come potenziatore.
Se, ad esempio, io faccio un incantesimo per fare del bene ad una persona, la scrittura Sator, fatta con inchiostro nero su carta pergamena, in una notte di luna piena che sia dedicata a Venere (per l'amore), Giove (per la giustizia) e il Sole (per tutto ciò che riguarda il guadagno reale o intellettuale), verso l'ora della mezzanotte se c'è l'ora solare o verso l'una se c'è l'ora legale, farà sì che questo incantesimo duri più a lungo nel tempo senza perdere le proprie forze e non venga poi ad assorbire influenze negative dall'ambiente.
Un famoso esempio di sigillo è il triangolo di Salomone (quello dell'abracadabra) mentre un esempio di potenziatore è la croce del Sator (è una scritta dove la parola Sator appare incrociata all'altezza della lettera "t" a formare una croce con tutti i bracci uguali).
In conclusione, il quadrato del Sator è l'unico ad avere tutte due le potenzialità del sigillo e del potenziatore

FONTE
 
Top
nimmran41
view post Posted on 15/2/2011, 18:02




A mio parere il quadrato del sator è precristiana e stato sviluppato nel culto di VESTA come una dottrina arcana. Sono anche convinto che alla base ci siano delle speculzioni teologiche e matematiche sui significati del sistema decimale. Forse leggetehttp://decemsys.de.




 
Top
3 replies since 7/5/2007, 21:38   1344 views
  Share