I Giganti, solo antiche leggende?

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jasmine23
view post Posted on 2/6/2008, 18:57




Mito e realtà dei GIGANTI

È il destino comune delle nuove verità cominciare come eresie e finire come superstizioni.(Thomas Henry Huxley).

“I Sao erano talmente alti di statura che i loro archi erano costruiti con interi tronchi di palma e le loro ciotole, grandi come giare funerarie, potevano contenere due uomini seduti. Pescavano senza reti, sbarrando il corso dei fiumi con le mani; prendevano gli ippopotami a mani nude e quando parlavano la loro voce rintronava come il brontolio del tuono…e avevano la pelle bianca…..”

Questo potrebbe essere il testo di una fiaba da raccontare ai bambini intorno al fuoco di un caminetto, nelle serate gelide e fredde invernali in cui non si può uscire da casa, o semplicemente il viatico per far addormentare bambini restìì al sonno, come hanno fatto generazioni di genitori, seduti su un lato del letto dei propri figli, armati di un libro di fiabe o semplicemente della propria fantasia.

Invece dalle parti del Ciad (Africa) queste sono tutt’altro che leggende, ma anzi affondano le loro origini nella lontana rimembranza di un antico popolo di giganti, che abitava in epoca remota in quei luoghi e la cui esistenza fu riportata, tra il 1936 e il 1939, alla luce dalle spedizioni Lebeuf e Graule, le quali riuscirono a tracciare un quadro abbastanza frammentario di quest'enigmatica popolazione, di cui ora si sa solo che usavano per le onoranze funerarie giare a forma di uovo per contenere i cadaveri, che affianco a queste giare venivano poste delle figure antropomorfe dagli aspetti fisici alquanto fantasiosi, rappresentanti i defunti e che furono definitivamente massacrati dagli arabi durante il X secolo.

Ma non sono solo gli abitanti del Ciad a ricordare l'esistenza di esseri dalle proporzioni fisiche gigantesche; riferimenti a simili creature si trovano sia nel libro indù del Mahabharatha, sia in testi religiosi dello Sri Lanka e della Thainlandia, sia antiche storie egizie, irlandesi e basche.

Il “manoscritto messicano di Pedro de los Rios” narra che: ”…..prima del diluvio, che si verificò 4008 anni dopo la creazione del mondo, la Terra di Anahuac era abitata dai giganti Tzocuillexo…”, mentre nella tradizione Maya si parla dei Quinatezmin.

Molti altri esempi di resoconti (quanto leggendari?), scritti e orali, su esseri giganteschi sono presenti nelle varie tradizioni popolari, in tutto il mondo ed elencarle tutte appesantirebbe di molto quest'articolo. Per ultima, ma solo perché negli anni c’è stata una notevole controversia sulla tradizione letterale della parola “Nefilim”, citiamo la tradizione biblica, che narra di una stirpe di giganti, i Nefilim per l’appunto, discesa dal cielo e accoppiatisi con le femmine della razza umana (Genesi 6,1-4; libro dei Numeri 13, 21-29,32-33; libro dei Re 17, 4-51; Deuteronomio 3 e 2, 20-21; Cronache 20,6-8).

Il ricordo di un’antica progenie dell’uomo dall’aspetto e dalle dimensioni superiori alla media non è relativo solo ad antiche tradizioni popolari ma pare impermeato oltre che negli strati leggendari dei cosiddetti miti (spesso superficialmente relegati in un ruolo di secondo piano), anche negli strati meno leggendari e fantasiosi, ma più “corposi” delle scoperte archeologiche. Reperti che, strappati dalla terra che li ha nascosti e protetti per secoli, spesso subiscono un nuovo insabbiamento, in vecchi e polverosi magazzini, lontano da sguardi e organi d'informazione, da parte di quella scienza “dogmatica” che spesso cade in grande imbarazzo di fronte a scoperte che inficiano e distruggono le loro basi dottrinali.

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Figura 1: un cranio gigante dalla strana doppia calotta.

Proviamo a citare alcuni esempi.

Hernan Cortes, durante la sua conquista del Messico, entrò in possesso di ossa gigantesche, che secondo gli indigeni appartenevano ad una oramai estinta razza di giganti. Il prode Cortes stesso si incaricò di spedire al Re di Spagna un “femore altro quando un essere umano”. Una copia di un femore di tale dimensione, trovato nella regione mesopotamica, è conservata nel Mt. Blanco Fossil Museum (USA) e lo potete osservare nella foto sotto.

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Molte leggende su antichi giganti abitanti le sponde del lago Titicaca e poi trasferitisi a sud, in Patagonia, potrebbero essere confermate dagli avvistamenti (se veritieri) di esploratori come Magellano, Drake, Hernandez ed altri.

Un altro storico del periodo della Conquista spagnola del Nuovo Mondo, tale Fernando de Alba Ixtilxochitl narrava che “...i resti dei giganti abitanti nella Nuova Spagna (Messico) si potevano trovare ovunque."

Giovan Battista Modena fu un canonico ed uno studioso vercellese vissuto fra il XVI ed il XVII secolo.

A lui si devono gli studi sui presunti giganti di Saletta.

Egli, infatti, trovò nella Chiesa di S. Cristoforo, in Vercelli, un dente gigantesco conosciuto, per l’appunto come “dente di San Cristoforo”. La leggenda vuole che, nel 1622, trovi a Saletta i resti di un gigante, di cui egli narra: “ ho ritrovato un corpo gigantesco di altezza e grandezza indicibile, che io stesso ho veduto e misurato……”.

Nel 1577 a Weiillisau, in Svizzera, vennero alla luce i resti di uno scheletro umano che, benché mancante di alcune parti, venne ricostruito dall’anatomista Plater nella creta e risultò appartenere ad un essere alto 5,80 metri. Tale ricostruzione venne esposta nel museo locale e ancora oggi si può ammirare nel paese una statua di un gigante atta a commemorare tale ritrovamento.

A Glozel (uno dei misteri più profondi degli ultimi anni e uno delle pietre nella scarpa più dolenti per la scienza ortodossa), vicino Vichy, in Francia, furono rinvenute, nel 1925, ossa umane giganti, crani grandi il doppio, impronte di mani giganti, oltre a monili fatti a misura per arti giganteschi, il tutto risalente fra tra i 17-15000 anni fa. Il ritrovamento, sempre a Glozel, di manufatti squisiti in ceramica ed esempi di scrittura (il primo modello di scrittura documentato si faceva risalire al IV millennio a.C.) conferisce a questo luogo (che è sopravvissuto a tutti i tentativi di screditamento) un‘aurea ancora più misteriosa.

Uno scheletro di un guerriero, riesumato in Inghilterra, misurava un’altezza di 2,80 metri, mentre a Latina, nel 1969, furono rinvenute le tombe di 50 guerrieri, relative al periodo antico romano, alti tutti tra 1,80 metri e 2,20 metri, in aperto contrasto con la statura media dell’epoca.

Persino lo storico Erodono (storie 1-68) narra di un ritrovamento di un gigante di circa 3,10 metri di altezza.

Il continente americano pare quello più “segnato” da queste tracce di giganti; proviamo a farne una sorta di catalogo.

1) Intorno al 1810, a Braystown, Tennesse, vennero rinvenute orme di piedi umani, muniti da sei dita (curioso che tradizioni simili siano presenti anche nella Bibbia, nei versi sopra citati!), di circa 32 cm di larghezza, oltre ad impronte di zoccoli di cavallo (e si è sempre pensato che i cavalli fossero stati introdotti nel Nuovo mondo dai Conquistadores) misuranti dai 20 ai 25 cm!

2) Nel 1870, un agente indiano, Frank La Fleche, annunciò che gli indiani Omaha avevano dissotterrato otto giganti con i teschi misuranti 60 cm; le stesse tribù indiane chiamavano questi giganti Mu-A-Luskha, e narravano che erano arrivati millenni primi dall’Oceano Pacifico sulle coste americane, avevano combattuto e distrutto le tribù amerinde esistenti, stuprato le donne di questi, e fondate città e scavati pozzi. Forse il primo termine MU si riferisce alla leggendaria MU?

3) Nel 1924, la spedizione scientifica Donnehey ritrovò, nell'Havai Supai Canyon, un'incisione rupestre di un tirannosauro in posizione di combattimento e le guide indiane affermarono che questa strabiliante incisione era stata opera di un “essere gigantesco”che abitava, nei tempi remoti nella regione. Il sito di Glen Rose (Texas), dove sono state rinvenute orme di esseri umani e dinosauri coesistenti, risultato del tutto attendibile contro ogni aspettativa e prova da parte degli studiosi ortodossi, pare essere avvalorato, e, di ricambio, avvalorare, da queste eccezionali scoperte.

4) Nel 1943, alcuni genieri militari di stanza a Shemya, un’isola del gruppo delle Aleutine, ritrovarono delle ossa di proporzioni notevoli e crani enormi (le dimensioni di questi oscillavano fra i 50 e i 60 cm!). Questi giganti misuravano circa 7 metri! Le autorità militari subito giunte sul posto provvidero subito ad intimare il silenzio su questa faccenda.

5) In California, nel 1810, venne rinvenuto lo scheletro di un gigante con sei dita.

6) Un teschio, con una doppia fila di denti saldati alla poderosa mascella, appartenete ad un gigante fu rinvenuto sull’Isola di Santa Rosa, nel canale di Santa Barbara, California.

7) Alcuni soldati di stanza a Lampock Ranch, in California, rinvennero lo scheletro di un gigante, e un frate cattolico ordinò loro di sotterrarlo nuovamente poiché i nativi locali erano adirati da tale profanazione, credendo tali resti quello che rimaneva di un antico dio.

Figura 2: un disegno dell'800 che raffigura il ritrovamento e la misurazione di uno scheletro di gigante.

Queste sembrano tutte prove che il continente americano fosse abitato, in epoche remotissime, da esseri dalla statura colossale, e che, in alcuni casi, questi individui siano persino coesistiti con dinosauri!

Tornando più vicino a casa nostra, nel bresciano, nella Chiesetta di San Salvatore, sono conservate delle gigantesche ossa umane che si possono osservare spiando attraverso una grata.

In Marocco, presso Agadir, vennero ritrovati un set di utensili, risalenti a 300000 anni fa, concepito per essere usato dalle mani di un uomo alto minimo 4,50 metri!

Negli anni ’70 un proprietario terriero, Martinez, in Messico, rinvenne le ossa di due uomini d'indicibile altezza. Denunciato il fatto alle autorità locali, venne accusato di omicidio. Questo lo convinse, dopo essere stato liberato dietro cauzione, ad incenerire le ossa!

A Gargayan, nelle Filippine, è stato scoperto uno scheletro di 5,18 metri.

A Ceylon i resti misurano 4 metri, mentre a Tura, in Pakistan è venuto alla luce uno scheletro di 3,35 metri. Scoperte simili sono state compiute in Marocco, in Moravia e Siria.

Uno scheletro umano di 2,38 metri fu rinvenuto in mare a 250 km da Santiago del Cile, insieme ad ossa di animali e vasellame, nel 1970.

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Figura 3: un insieme di ossa umane dalle caratteristiche un pò inusuali.

Denti umani del peso di 430 grammi furono rinvenuti a Punta S.Elena in Perù.

Singolare quanto accadde al grande paleontologo Ralph Von Koenigswald: un giorno egli entrò in una farmacia di Honk Kong, e osservò sul banco un gran vaso di terracotta contenente una collezione di grossi denti. Incuriosito vi affondò le mani e con sua gran sorpresa ne estrasse un grosso molare che subito identificò, grazie alla sua esperienza, come appartenere ad un essere umano: unica contraddizione era che tale dente posteriore era di dimensioni gigantesche, appartenente ad un uomo che doveva essere alto almeno 4 metri.

Domandando al farmacista dove l’avesse trovato e gli fu risposto che il dente veniva da una collezione paterna di denti di “drago”, strani resti che venivano scoperti in un po’ tutta la Cina. Dopo altre ricerche il paleontologo scoprì altre farmacie che possedevano denti simili i quali venivano usati per ricavarne una polvere terapeutica dopo essere stati opportunamente macinati.

Spinto dalla curiosità e ottenute notizie anche dai contadini, Von Koenigswald ipotizzò che tale essere umano, battezzato Gigantopiteco, abitava nelle grotte della regione del Kiang-Hsi circa 550000 anni fa.

Convinto sempre più della sua idea, il paleontologo si imbarcò per Giava, ove furono ritrovati i primi resti di uomo scimmia (grazie all’interesse di un giovane medico olandese, Eugene Dubois), ed, a totale supporto della sua idea, rinvenne un frammento di mascella smisurata, i cui denti erano però di dimensione minore rispetto a quelli trovati per caso nelle varie farmacie cinesi. Dai calcoli ricavò che l’essere cui apparteneva la mascella e i tre denti che vi erano ancora posti in essa, doveva essere alto fra i 3 e i 3,50 metri, e gli attribuì il nome di Megantropo (Uomo Alto).

Uno scienziato, Horbiger, ha da tempo ipotizzato l’esistenza, in passato, di più lune intorno al nostro pianeta, che avrebbero influito sul campo gravitazionale e quindi favorito la megafauna gigantesca e la presenza di gigantismo negli esseri umani. La frantumazione di una o più lune, in rotta di collisione con il nostro pianeta, avrebbe, di fatto, provocato la scomparsa del gigantismo animale, umano e della fauna, sconquassando il nostro globo fino a stravolgerlo geologicamente, quindi resti di tale gigantismo sono seppelliti sotto metri e metri di terra o negli abissi marini.

Un altro ingegnere di fama mondiale, Zillmer, parla di un’atmosfera prediluviana essenzialmente diversa da quell'attuale, dove i raggi del sole erano filtrati da uno strato di vapore acqueo. Tali raggi non avrebbero più intaccato negativamente organi vitali preposti al mantenimento della vita, e proprio in base a quest'affermazione lo stesso Zillmer arriva alla conclusione che l’esagerata longevità data ai primi abitanti della Terra, narrata dalla Bibbia, non sia frutto d'immaginazione o di errore di traduzione, ma pura realtà scientifica.

Forse ancora una volta i miti e le leggende hanno un valore più importante e storico di quanto ufficialmente se ne dia loro, e forse ancora una volta la storia e soprattutto la teoria darwinista sull’evoluzione della razza andrebbero riviste. Dopotutto un celebre aforisma pronuncia:

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica; il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. (Igor Sikorsky)

Sono stati forse questi mitici “giganti”, le cui tradizioni, e i resti fossili, sembrano essere presenti da un capo all’altro del mondo, a costruire i siti megalitici come Sacsahuaman, Giza e tanti altri che sembrano sfuggire ad ogni logica costruttiva riferita a quei tempi? E forse queste antiche tradizioni di esseri giganteschi e le prove della loro esistenza, che sembrano ogni tanto emergere dalle nebbie del passato e dalla terra del presente, possono essere ricollegati ad altri miti come quelli dello yeti e dei bigfoot? Sono forse questi gli ultimi esempi (forse involuti) viventi dei mitici giganti?

Alla scienza la risposta, anche se questa, spesso, per non rispondere a ciò che non conosce, nega ciò che sa.

FONTE





Esistevano gli "uomini giganti"!

La loro esistenza in tempi antichi, sembra confermata da ritrovamenti ossei e da scritture sacre, riconducibili alle più svariate religioni, ma soprattutto quelle cristiane ed ebree. Sono stati forse loro, gli autori delle costruzioni megalitiche che vanno da Sacsahuaman in Perù alle splendide Piramidi sul Plateau di Giza?

Nel 1925 a Glozel (vicino a Vichy - Allier, Francia) Emile Frendin sprofondò nel suo campo dove stava lavorando, e trovò "Il campo dei morti": 3000 oggetti incisi, vasellame, utensili, gioielli, manufatti in osso e legno del 17~15.000 a.C. - quando non dovrebbero esistere nè scrittura (il primo sistema di scrittura documentato è quello sumero-accadico, IV millennio a.C.), nè la ceramica (la cui lavorazione oltretutto mostra un senso artistico assai sviluppato ed eccezionalmente raffinato, coordinato con notevole intuito simbolico - ad es., le statue coi volti senza bocca che hanno portato alla denominazione di "civiltà del silenzio"). Sorprendono inoltre le dimensioni delle ossa umane rinvenute (cranii grandi il doppio), delle impronte, e dei monili (ad es. bracciali) su misura per arti giganteschi. Nel 1577 a Willisau, nel cantone di Lucerna, venne alla luce uno scheletro dalle ossa enormi. Le autorità della zona si affrettarono a convocare una commissione di esperti capeggiata dal anatomista elvetico Plater, di Basilea. Gli studiosi rimasero perplessi, ma dinanzi al parere del grande specialista chinarono il capo. Plater dichiarò che si trattava senza ombra di dubbio di resti umani, nonostante la loro mole fosse alquanto insolita. Lo scheletro era incompleto ma l'anatomista lo ricostruì sulla creta: ne risultò il disegno di un titano alto 5,80 metri! Fu battezzato "il gigante di Lucerna" e le sue ossa furono orgogliosamente esposte in una sala del municipio. Recentemente scheletri di 2,8-3,1 metri sono stati rinvenuti da antropologi sovietici nella regione caucasica.

Ne parlano in maniera chiara sia la Bibbia, IGenesi 6,1-4)… 1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni". 4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, (libro dei Numeri 13, 21-29;32-33)….Quelli dunque salirono ed esplorarono il paese dal deserto di Sin, fino a Recob, in direzione di Amat. Salirono attraverso il Negheb e andarono fino a Ebron, dove erano Achiman, Sesai e Talmai, figli di Anak. Ora Ebron era stata edificata sette anni prima di Tanis in Egitto. Giunsero fino alla valle di Escol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche melagrane e fichi. Quel luogo fu chiamato valle di Escol a causa del grappolo d'uva che gli Israeliti vi tagliarono.

Alla fine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè e Aronne e tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese. Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo, perché è più forte di noi". Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro.

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Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo, perché è più forte di noi". Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro…(la caverna del tesoro 15 )..Ora sul monte rimanevano i soli Metusala e Noè, poiché tutti gli altri figli di Seth erano discesi dai confini del Paradiso verso la pianura tra i figli di Caino. E qui si unirono i figli di Seth, gli uomini con le figlie di Caino. Esse concepirono e partorirono degli uomini giganteschi, una stirpe di giganti alti come torri…(libro dei giubilei 5 “nozze degli angeli con le figlie degli uomini ; annuncio del diluvio�?.

E, quando i figli degli uomini incominciarono a moltiplicarsi sulla terra, e furono loro generate delle figlie, avvenne che gli angeli di Dio le videro, in un anno di questo giubileo,(e si accorsero) che erano belle a verdersi. E se ne scelsero alcune tra le loro mogli e queste generarono loro dei figli, e costoro furono i giganti. ..(libro etiopico di Enoc.7 ) Costoro (Angeli) e tutti gli altri con essi si presero moglie ciascuno di loro se ne scelse una cominciarono frequentarle, e a contaminarsi con esse, le ammaestrarono nelle arti magiche, nelle formule di scongiuro, nel taglio di piante e radici e rivelarono le piante dotate di proprietà medicinali. Ma esse rimasero incinte e generarono giganti alti 3000 cubiti che consumarono il prodotto degli uomini. Ma quando gli uomini non poterono più rifornirli di nulla, i giganti si rivoltarono contro di loro e li divorarono…. ; che il Mahabharata, sia i testi sacri thailandesi che quelli di Sri Lanka, sia le storie egizie che quelle irlandesi e basche. Anche in America le tradizioni relative ai titani non mancano.

Per esempio ne da' notizia il "Manoscritto messicano di Pedro de los Rios", in cui si legge: "Prima del diluvio che si verificò 4008 anni dopo la creazione del mondo, la Terra di Anahuac era abitata dagli Tzocuillixeco, esseri giganteschi...". Sappiamo inoltre che gli spagnoli di Hernan Cortes sbarcarono in America e appresero dai saggi indigeni di come "un tempo esistessero uomini e donne di statura molto alta...".Gli furono mostrate ossa gigantesche fra cui "un femore alto come un uomo di normale statura" che Cortes spedì al suo re. Le leggende sui giganti abbondano attorno al Lago Titicaca e molte di esse affermano che essi si trasferirono al sud. I loro discendenti dovettero popolare fino a qualche secolo fa la Patagonia, e il suo scopritore, Magellano, li incontrò più volte. E' scritto dell'incontro con uomini "così alti che le teste dei membri dell'equipaggio arrivavano a malapena alla loro cintola e la loro voce era quella di un toro...". Né manca Erodoto (storie 1-68) il quale parla di un fabbro che..."Volevo fare un pozzo in questo cortile, scavai e m'imbattei in una bara di sette braccia (un braccio equivale a circa 44 centimetri). L'aprii e...io non credevo che fossero mai esistiti uomini di maggiori dimensioni di quelli di oggi, ma vidi che il morto era di lunghezza pari alla bara (oltre 3,10 metri); lo misurai e lo riseppelli".

FONTE




I giganti della mitologia

Nuovi ritrovamenti in ogni parte del mondo confermano antiche leggende sull'esistenza di un popolo di giganti nel passato.

Reperti ossei e, in alcuni casi, scheletri completi di eccezionale altezza, trovati in Bolivia, Stati Uniti ed Ecuador, sono allo studio di "archeologi non allineati".


Individui di enorme statura sono esistiti in ogni epoca. Le creature di cui ci parlano miti e leggende non vanno però scambiate per "anomalie della natura". I giganti, talvolta caratterizzati come titani, ciclopi e mutanti, sono stati una specie a sé. Golia, Polifemo, Rtibezahl (il genio del monte dei giganti) e altri colossi sono esempi che derivano dal mondo delle leggende. Tutti i popoli della Terra narrano dell' esistenza di esseri incredibilmente alti e dotati di forze sovrumane. Talvolta appaiono come esseri dotati solo di forza bruta, in altri casi sono considerati eroi o addirittura creatori del mondo

IL RUOLO DEL MITO

L'origine di coloro che erano chiamati giganti risale ad epoche antidiluviane. In quei tempi, secondo le fonti, popolarono la Terra. Anche coloro che erano nati dall'unione tra figli degli dèi e donne terrestri sarebbero stati «giganti sulla terra» (Genesi, 6,4). Qui si inserisce la mitologia norvegese. Essa racconta che la prima creatura vivente fu il gigante Ymir. Da questi, secondo la leggenda, avrebbe avuto origine sia l'attuale razza umana sia una diversa di uomini giganti.

Gli indiani del nord-ovest degli Stati Uniti hanno tramandato racconti su giganti primitivi che divoravano gli uomini. Da alcune descrizioni risulta che queste mostruose figure possedevano parti del corpo di animali, come i serpenti velenosi ai piedi o la coda squamosa del drago. In Giappone il prode Raiko annientò, insieme a fedeli soldati, un'intera banda di giganti, i quali stando a quel che si dice aggredivano le donne e bevevano il loro sangue. Lo stratagemma di Raiko fu quello di travestirsi da scimmia insieme ai suoi' soldati e di indebolire i giganti facendogli bere un filtro magico.

Nell' Antico Testamento vengono nominati diversi giganti, come ad esempio gli Anakiti, i Refei, Og e il noto Golia, sconfitto da Davide, Nella Bibbia si legge: «Davide corse contro il filisteo... trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra [...], Davide corse e si fermò sulfilisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa» (Samuele 1, 17-51).

Da allora il suo trionfo vale come simbolo della vittoria del buono sulla violenza del malvagio. Questa storia del Vecchio Testamento è una delle tante tradizioni che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l'astuzia. Stando a ciòche si dice, Golia raggiungeva i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza doveva pesare 104 chilogrammi.

Og è un altro gigante citato nella Bibbia. Mosè lo sconfigge durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri,21, 32-35). «Il suo letto di ferro - sta scritto - aveva nove cubiti di lunghezza e quattro cubiti di larghezza» (Deuteronomio, 3.11).
Og dev' essere stato dunque un colosso di circa 4 metri di altezza. Secondo la mitologia ebraica, Og faceva parte dei numerosi giganti antidiluviani. Tra di loro egli è stato l'unico sopravvissuto, perché l'acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia. Si dice anche che Noè lo abbia preso con sé nell'arca durante il diluvio. Dentro la nave il gigante non aveva posto, ma poté sedere sul tetto.

Un altro episodio biblico si svolge nei dintorni di Ebron. Lì vive da anni una stirpe di giganti che discende da Anak, gli Anakiti (o Anakim). In particolare tre figli di Anak, Achiman, Sesai e Talmai, gettano nel panico gli israeliti durante il loro cammino verso la terra promessa (Numeri, 13, 22 e 31 sgg.). Qui vi è una relazione col mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli anachi. Il nome deriverebbe nuovamente dai giganti biblici.

La mitologia greca è una miniera di racconti sui giganti.
Sono universalmente noti i viaggi di Ulisse, re di Itaca. In essi si parla dell'incontro con il ciclope Polifemo. Gli studiosi di mitologia ritengono che a far nascere la saga dei ciclopi siano stati teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo. Quei teschi presentavano un grande foro all'altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è "l'antro del ciclope", situato presso Maronia, a nord del Paese.

Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell'ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di "sigillo di pietra di Polifemo".
Non lontano si trova una grande galleria, denominata "zona dei giganti". Molte leggende e racconti sui giganti hanno a che fare con le grotte. Il Bayernkonigloch (tana dell'imperatore bavarese), ad esempio, situato tra le rocce del Kaisergebirge, nella regione settentrionale del Tirolo, secondo il cultore di leggende Anton Karg deve il suo nome ad alcuni giganti che avevano cura di sorvegliare «l'ingresso ai padiglioni dell'imperatore».

Anche la tradizione inglese è ricca di storie fantastiche e impressionanti sulla nascita di colline, valli e altre forme paesaggistiche. Così i giganti avrebbero più volte gettato cumuli di terra e scagliato in mare imponenti blocchi di roccia. Nelle loro poesie gli anglosassoni citano spesso giganti che sarebbero esistiti prima del loro arrivo in Inghilterra.
Nelle antiche leggende, il noto santuario megalitico di Stonehenge, nell'Inghilterra meridionale, viene definito il luogo della "danza dei giganti". Il mago Merlino, coi suoi poteri magici, avrebbe trasferito quel colosso di pietra dall'Irlanda alla sua sede attuale.

Anche i tedeschi hanno i loro giganti. Riibezahl, il genio del monte dei giganti, secondo la leggenda ha assunto numerose sembianze. Egli avrebbe aiutato i viandanti, ma si sarebbe anche vendicato dei suoi dileggiatori: così viene detto nei testi antichi. Sono molti i giganti che rivestono un ruolo nelle saghe del Reno.
Un gigante di nome Tannchel avrebbe fatto saltare le rocce che facevano ristagnare le acque del Reno tra la Foresta Nera e il Volgi. Dicono poi che l'imperatore Massimiliano in persona abbia sconfitto l'ultimo gigante dell' Odenwald in un torneo medievale svoltosi nella città di Worms, situata sulla riva sinistra del Reno.

MAMMUT O UMANI?

La maggior parte degli scienziati dubita che per tutte queste tradizioni mitiche vi siano fondamenti reali. «La figura dei giganti è nata probabilmente da molteplici rappresentazioni originarie», presume lo scrittore e divulgatore scientifico Ernst Probst.

Secondo lui la fonte è da cercarsi «nei criteri di misurazione assai diversi che esistevano allora, nel vedere in insoliti fenomeni della natura la manifestazione di creature dalla forza eccezionale (si pensava che l'avversario sconfitto avesse proporzioni sovrumane: tali concezioni avevano un loro ruolo nell storie di draghi), forse anche nelle allucinazioni dovute al consumo di droghe».

Per Ernst Probst la faccenda è chiara: «Quasi ogni Paese aveva un tempo il suo gigante nazionale, che risaliva quasi sempre al ritrovamento di ossa di elefanti, la cui vera natura era sconosciuta. Su tali errori si basano anche le leggende dei draghi e degli unicorni».
Questo significa che tutte le tracce scoperte finora sui giganti debbono necessariamente essere relegate nel regno della fantasia? Noi riteniamo vi siano indicazioni sufficienti che, nonostante le valutazioni errate, fanno pensare chiaramente alla remota esistenza di giganti.
Non tutti i fossili possono essere identificati con sauri o mammut. In tutto il mondo esistono ritrovamenti di fossili e gigantesche impronte pietrificate, lasciate da antiche generazioni di uomini. Un esempio tra i più noti sono le impronte giganti ritrovate nel letto essiccato del fiume Paluxy in Texas. Anche il ritrovamento di enormi attrezzi potrebbe fare pensare ai giganti. Alcuni di questi oggetti sono esposti nel museo di Weilbauer a Quito (Ecuador). Gigantesche asce e coltelli di pietra sono stati presentati nella mostra Unsolved Mysteries.

Il significato di quei reperti risalenti a 2.000 anni fa non è ancora chiaro. A causa della loro smisurata grandezza, sono stati etichettati ufficialmente come "scuri di culto" e "coltelli di culto", serviti non per scopi artigianali ma religiosi. Accanto ad altri utensili che, in base al peso e alla grandezza, avrebbero potuto essere impiegati solo da uomini di enormi dimensioni, queste testimonianze destano il sospetto che un tempo vi sia stata una popolazione di uomini giganti. Inoltre, sul modo con cui sono state realizzate tonnellate di enormi pietre in tutto il mondo, sulla risoluzione dei problemi del loro trasporto nelle culture megalitiche, non è ancora stata fatta completa chiarezza.

I GIGANTI NEGLI USA

Nel corso delle nostre ricerche abbiamo scoperto verosimili tracce relative ai giganti. Le dimensioni di questi individui potevano oscillare tra i 2,5 metri fino all'incredibile altezza di 10 metri.

Ho avuto l'occasione di incontrare uno dei nativi americani più autorevoli: Vine Deloria.Ricevetti un suo invito per un meeting di tre giorni in una riserva indiana di Lacey, nello Stato di Washington.

Il tema dell'incontro era inusuale: "Giants and little people" alla conferenza presero parte 15 capi di grandi tribù indiane e tutti raccontarono degli antichi miti della loro stirpe, degli incontri con nani e giganti. Fu un grande onore il fatto di poter essere presente. Quell'esperienza indimenticabile confermò il sospetto che in passato su questa terra vi fossero stati ovunque giganti e nani.
Nel XIX secolo, negli Stati Uniti, furono scavati molti dei mound (tumuli) presenti sul territorio. Vi furono trovati diversi scheletri umani che presentavano una lunghezza compresa tra i 2 e i 3,70 metri. Alcuni di questi scheletri, secondo le descrizioni che ne fecero i giornali dell' epoca, possedevano due file di denti. Ritrovamenti i cui resoconti sono conservati ancora nei vecchi archivi, ma che nell'ultimo secolo sono caduti nel dimenticatoio.

Dai nostri amici indiani abbiamo però ricevuto una copia di alcuni promemoria scottanti. Ci èstato promesso che saremo avvertiti non appena uscirà fuori qualcosa di nuovo su questa storia. Se vi saranno scavi, saremo presenti!



Vogliamo rivelare al lettore alcune di quelle notizie riportate negli archivi americani:

- nel 1800 furono ritrovati a Willamson County e a White County, nel Tennessee, diversi scheletri umani dalla lunghezza di oltre 2,10 metri;

- nel 1879, in un mound situato nei pressi di Brewersville, nell'Indiana, fu scoperto uno scheletro lungo 3,40 metri;

- nel 1883 alcuni soldati, mentre effettuavano scavi a Lompock Rancho, in California, trovarono uno scheletro umano di 3,70 metri. Lo scheletro era stato seppellito con conchiglie e pietre, sulle quali erano presenti incisioni non decifrabili. Nella tomba si trovava inoltre un'enorme ascia di pietra. Un'ulteriore particolarità: il gigante aveva una doppia fila di denti nella mascella superiore e inferiore;

- nel 1926 alcuni minatori scoprirono in una galleria della miniera di Bay Creek (Montana) grossi zigomi umani. Con grande sorpresa degli antropologi, i denti erano conficcati in uno strato roccioso che risaliva ad almeno 30 milioni di anni fa.

IMPRONTE E SCHELETRI

Vi sono numerosissimi esempi di spettacolari ritrovamenti di scheletri di giganti, avvenuti negli Stati Uniti tra il 1800 e il 1930. La maggior parte dei reperti furono spediti allo Smithsonian Institute; non è stato possibile (o non si è voluto) rispondere alle domande in merito.

Il prof. James. J. Hurtak, filosofo, teologo, orientalista e presidente dell' Academy of Future Science, ci ha inviato diverse foto dell'enorme impronta di un piede, rinvenuta su una roccia in Sudafrica.

Queste le misure gigantesche: lunghezza 130 cm, larghezza 69 cm, profondità 18 cm. L'impronta si trova in una roccia di granito antica diversi milioni di anni. Si tratta di una scoperta che risale già al 1912. Le ricerche hanno dimostrato che non si tratta assolutamente di una moderna falsificazione. Inoltre, è possibile vedere come il fango di allora sia stato schiacciato tra le pesanti dita del piede del gigante. La cosa più misteriosa è che si tratta dell'impronta di un piede sinistro.

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Come si spiega, allora, il fatto che in una zona del tutto diversa come lo Sri Lanka sia stata trovata l'orma di un piede destro altrettanto grande? E come interpretare i reperti dissotterrati in Australia dal dottor Rex Gilroy (direttore del Mount Natural History Museum, situato nei pressi della città di Bathurst, nel Nuovo Galles del Sud). Negli ultimi anni il dott. Gilroy ha rinvenuto utensili, scuri, mortai, clave e diverse impronte di eccezionale dimensione fossilizzate in cenere di vulcano.
Tali fanno pensare ad una razza umana sconosciuta che, in base alle dimensioni, può essere definita come "razza di giganti".

Wayne May (curatore della rivista di archeologia Ancient American) ci ha comunicato la notizia di una sorprendente scoperta nello Utah: in un luogo di sepoltura sono stati trovati diversi scheletri umani, tutti della grandezza compresa tra 2,20 e 2,40 metri (cfr. HERA n° 34, pago 20).
Sono stati riportati alla luce sandali, parti di reti e altri oggetti. Inoltre, sono state scoperte sconosciute iscrizioni incise sulle pareti dei sepolcri. Grazie alle favorevoli condizioni climatiche, questi ornamenti sepolcrali si trovano in ottime condizioni.

Purtroppo su tali entusiasmanti ritrovamenti non è stata ancora effettuata nessuna analisi del DNA e nessuna indagine per la datazione.
Diventa di estremo interesse sapere in quale epoca hanno vissuto queste persone in America e quali sorprese riserveranno le analisi genetiche.

GIGANTI IN SUDAMERICA

A quella che è forse la prova più significativa dell'esistenza di una sconosciuta razza di giganti, siamo giunti attraverso una notizia riportata su un sito internet brasiliano. Riguardava il ritrovamento di un enorme scheletro umano in Ecuador. Secondo l'articolo, nel 1992 un sacerdote di nome Carlos Vaca avrebbe trovato, in una musica; ha composto oltre 300 brani musicali.

La famiglia mi ha accolto amichevolmente, e dopo un po' il discorso è caduto sulle ossa dei giganti. Mi è stato confermato che tutto corrisponde ai fatti e sono stato condotto nella stanza di padre Vaca.
Vi si trovavano molti reperti archeologici, per me quasi incomprensibili, e un intero m'madia era stato riempito con le ossa dello scheletro del gigante umano.

Mi è stata mostrata una conferma scritta, datata 1993 e firmata da 11 scienziati ecuadoriani. Secondo quel documento sonò state fatte ricerche precise, in base alle quali questa ricerca sensazionale riguarderebbe davvero le ossa di un gigante.

Da questa famiglia ho ricevuto cinque pezzi di ossa di dimensioni minori per le mie ricerche in Austria».
Nel frattempo un professore di anatomia dell'Università di Vienna ha identificato come "occipitale" uno di quei frammenti (tali reperti sono stati da me mostrati per la prima volta in TV, alla trasmissione italiana di Rai Due, Voyager).

Ha, però, detto, riflettendoci, che questo individuo, in base a precise misurazioni, avrebbe dovuto raggiungere l'inconcepibile altezza di 7,50 metri. In annotazioni del 1543 di Juan de Olmos, governatore militare di Puerto Viejo, e di Pedro Cieza de Leon, scritte nel 1553, si legge che in Ecuador erano stati rinvenuti diversi scheletri umani di giganti.

Tutte le notizie si riferiscono ad individui cinque o sei volte più alti rispetto agli uomini diquell'epoca. È stato calcolato che l'altezza media di una persona a quel tempo doveva essere di circa 1,50 metri.

Moltiplicandola per 5 otteniamo nuovamente l'altezza già citata di 7,50 metri. Negli appunti di padre Carlos Vaca sono state annotate tutte le aree di ritrovamento degli scheletri, nonché precise indicazioni di luoghi in cui vi sono state altre scoperte sensazionali. Di più non viene detto su queste zone. Stiamo comunque seguendo attentamente le tracce di questi ritrovamenti.

IL LIQUIDO MIRACOLOSO

La famiglia di padre Vaca ci ha mostrato un altro oggetto singolare: una piccola bottiglia di vetro contenente un liquido rossastro, oleoso. Hanno detto che padre Vaca avrebbe trovato questo liquido accanto allo scheletro, e che con esso, per quanto la cosa suoni strana, si potevano ammorbidire le pietre.

Potrebbe essere questa la soluzione a domande irrisolte, come quella sulla costruzione della fortezza di Sacsayhuaman in Peru'? Il muro settentrionale di quest'ultima, dalle triplici gradinate, nella parte inferiore è composto da enormi blocchi di pietra calcarea grigia, lavorati e messi l'uno sull'altro con precisione. Nella zona delle Ande, il perfetto lavoro di rifinitura era noto già secoli prima della civiltà degli inca (Tiahuanaco, Picara, Chullpas e Sillustani). La particolarità delle mura di Sachsayhuaman è la collocazione senza giunture di pietre ciclopiche, alcune fino a 100 tonnellate di peso, dai contorni irregolari. Fino a oggi la scienza non ha fornito alcuna spiegazione per questa tecnica.

Il prodigioso liquido con cui si potevano ammorbidire le pietre dure, potrebbe finalmente dame spiegazione, considerando che esiste una leggenda peruviana associata a un elemento di questo tipo, che sarebbe stata ricavata da una pianta ancora non identificata dalla botanica moderna. È stato già fissato il prossimo viaggio in Ecuador.
In questa occasione preleveremo un po' di questo liquido misterioso, come ci è stato accordato dalla famiglia Vaca, per farlo analizzare in Austria. Siamo già ansiosi di conoscere il risultato!.
Le tante notizie sui ritrovamenti di giganti non possono più essere ignorate. Tutti questi elementi fanno supporre che i giganti siano esistiti, non furono solo leggenda. Perché si estinsero? Vi sono diverse ipotesi. Personalmente penso che l'impatto con un meteorite, come accaduto per i dinosauri, cambiò radicalmente l'assetto terrestre causando un cambio repentino nella forza di gravità e nelle condizioni climatiche del pianeta. Ma questa è solo un'ipotesi...

FONTE

 
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jasmine23
view post Posted on 3/6/2008, 14:14




I giganti
Secondo la storia canonica la civiltà nacque in mesopotamia attorno al 3000 aC e si è sviluppata in modo lineare fino ai giorni nostri. Ma non tutto è andato come ci racconta la storia, ed in questo sito abbiamo già descritto alcune incongruenze storiche. Vi sono ricordi e leggende simili in molti popoli in ogni parte del globo, una di queste leggende risale ai tempi più antichi e riguarda uomini giganteschi vissuti in un lontano passato. Solo leggende?
Iniziamo dalla bibbia dove troviamo riferimenti ai giganti. Allorché gli ebrei giunsero nella terra promessa trovarono a Rabbath il letto di ferro di un gigante scomparso “presso i figli d’Ammone…era lungo nove cubiti e largo quattro..” (deuteronomio3,3/11), oppure nei numeri XIII,33 “ed ecco, vedemmo i giganti i figli di Anak che discendono dai giganti e ai nostri occhi noi eravamo di fronte ad essi come dei grilli – ed ai loro occhi eravamo come dei grilli”. Ed ancora in Giobbe XXVI,5 “i Refaims gli esseri morti sono sotto l’acqua, e gli antichi abitanti della Terra…”. Le citazioni nella bibbia sono molte e inutili alla narrazione teologica del libro, eppure ne troviamo tracce in molti versetti e spesso senza alcun senso particolare, come inseriti a caso. Genesi 4; Numeri 13; Deuteronomio 3; Giosué 12,13,15,17; Samuele 2,21; Cronache 1,20; Giacobbe 26; Apocalisse 20. Si presentano come citazioni storiche inserite nei fatti narrati, senza alcuna utilità dogmatica. In Genesi 4,1.4: “e avvenne che gli uomini cominciarono a moltiplicarsi e che nacquero loro delle figlie. Che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per moglie quelle che loro scelsero. E il signore disse: essi vivranno fino a 120 anni, in quel tempo sulla terra vi erano dei giganti ed in seguito quando i figli di dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero dei figli, questi figli divennero uomini potenti e furono celebri eroi nell’antichità”.
Altri riferimenti a giganti si trovano in altre culture antiche, nei miti greci troviamo i miti di Atlante e Prometeo e dei ciclopi , ma anche presso i siriani e gli ittiti si trovano miti di una antica razza di giganti, ma spesso la storia si trasforma in mito ed in leggenda, così i giganti vengono confusi con gli dei, così a Ras Sham Ra si trovano delle tavolette in cui si narra che Baal fu ucciso dagli invasori, ma Baal era un gigante e solo in epoche successive fu visto come un dio malvagio. Dunque Baal era un gigante, come il gigante Golia ucciso da Davide.
Ma gli scontri tra uomini e giganti si ritrovano in molte culture antiche, nella bibbia Deuteronomio 3,3/11 oppure nella cultura greca od ancora nei miti nordici dove gli dei di Asgard combattono contro la razza dei giganti sconfiggendoli. Ma nei miti viene narrato anche che la razza dei giganti e quella degli uomini si sono unite dando origine ad una razza di semi-giganti, forse all’origine delle leggende su semidei come Eracle. Gli stessi dei di Asgard probabilmente erano figli di giganti e di uomini e la loro ribellione ai sovrani giganti portò alla nascita delle antiche leggende.
Leggende presenti in ogni parte del mondo, in india, in Thailandia, in America (i Maya parlavano dei giganti Quinatezmin), nel "Manoscritto messicano di Pedro de los Rios" si legge: "Prima del diluvio che si verificò 4008 anni dopo la creazione del mondo, la Terra di Anahuac era abitata dagli Tzocuillixeco, esseri giganteschi...", così come troviamo raffigurazioni di giganti in antichi templi, statue di esseri alti 4-6 metri o più. Solo un modo per raffigurare personaggi a cui si voleva dare importanza, la grandezza della statua rappresentava la grandezza del personaggio…forse.
Eppure le prove dell’esistenza dei giganti sono ben visibili e tangibili in tutto il mondo.
Nel 1577 in Svizzera a Willisau, Lucerna, venne alla luce uno scheletro dalle ossa enormi. La commissione di esperti capeggiata dal famoso anatomista elvetico Felix Plater, di Basilea studiò il caso rimanendo perplessa e lo stesso Plater dichiarò che si trattava senza ombra di dubbio di resti umani, nonostante le dimensioni fossero ciclopiche. Ricostruito sulla creta "il gigante di Lucerna" e le sue ossa furono esposte nel municipio.
Il conquistadores Hernan Cortes, l’uomo che sottomise il Messico, spedì al re di Spagna, insieme a favolosi tesori, un “femore alto quanto un essere umano”.
Nelle cronache di un altro conquistador, Fernando de Alba, invece, si narra testualmente che “in Messico i resti dei giganti potevano essere trovati ovunque”.
Nel 1810 in California fu trovato uno scheletro gigantesco con sei dita ed un cranio enorme. Nelle leggende della tribù pellerossa Omaha viene tramandata la leggenda dei Mu-a-lusha, esseri giganteschi giunti millenni prima da oltre l’oceano pacifico, e nel 1870 in quella zona vennero ritrovati dei teschi di 60 cm. Anche nelle isole Aluetine vennero ritrovati scheletri di propozioni gigantesche. Di giganti parlano pure alcune leggende dei popoli che vivono attorno al Lago Titicaca: in esse si parla di come tribù di giganti fossero migrate a sud e di come i loro discendenti avessero popolato la Patagonia, dove Magellano li incontrò : erano uomini "così alti che le teste dei membri dell'equipaggio arrivavano a malapena alla loro cintola e la loro voce era quella di un toro...".
Ma da ogni parte del mondo si hanno notizie di ritrovamenti incredibili, a Gargayan, nelle Filippine, è stato portato alla luce uno scheletro di 5,18 metri, a Ceylon, alcuni scheletri di 4 metri, mentre in Pakistan lo scheletro era alto 3,5 metri.
Denti umani giganteschi sono stati ritrovati in Perù, Cina (dove vengono chiamati “denti di drago”) ed anche in Italia.
Nel 1925 a Glozel (vicino a Vichy - Allier, Francia) Emile Frendin letteralmente sprofondò nel campo dove stava lavorando, e trovò "Il campo dei morti": Circa 3000 oggetti di ogni tipo, gioielli, vasellame, utensili, e manufatti in osso e legno risalenti al 15-17.000 a.C.
Ricordiamo che secondo la storia ufficiale il primo sistema di scrittura documentato è quello sumero-accadico, risalente al IV millennio a.C., le ceramiche mostrano un senso artistico molto raffinato, tanto che le statue prive di bocca hanno portato a chiamare quel periodo "civiltà del silenzio". Accanto a tutti questi monili vennero ritrovate ossa di esseri altri circa cinque metri.
Concludiamo la nostra carrellata con il ritrovamento avvenuto nel 1663 la cittadina di Tiriolo (in provincia di Catanzaro) dove nel corso di alcuni scavi venne riportata alla luce una tomba di dimensioni gigantesche, ed al suo interno uno scheletro altrettanto grande.
Il medico Giovanni Battista Cappucci scrisse a Marcello Malpighi, (grande medico bolognese, insegnante nelle università di Pisa, Messina, Bologna, ed archiatra del pontefice Innocenzo XII) «in un sepolcro antichissimo aperto nella campagna di Tiriolo... innatante in notabile quantità di cerume» fu trovata «l'ossatura di cadavere gigantesco; corre voce che sia stato di quindici palmi di statura », ma sembra che il Malpighi non abbia mai visto lo scheletro e nei suoi scritti troviamo: «Sperai nell'Aprile prossimo aver materia di scrivere a V.S.E, una lunga lettera sopra il ritrovamento d'un sepolcro antichissimo aperto nella campagna di Tiriolo terra di questa Provincia, et in esso d'una ossatura di cadavere gigantesco innatante in una notabile quantità di cerume, la mostra del quale è stata portata anche fin a Napoli al Sr. Tommaso Cornelio sotto nome di balsamo, et io ne ho visto qualche minuzia, ch'esaminata al di fuori pareva una pece bruna addensata, et invecchiata, ma nel fuoco spirava un odor migliore della pece comune. Onde ho preso a sospettare che sia mistura di pece e d'altra raggia di miglior fumo. Un dente anche mi fu promesso dal medesimo cadavere, che corre voce sia stato di quindici palmi di statura... Il nostro Sig. Giovanni Battista Abati, che da Catanzaro è più di me vicino a Tiriolo, haverebbe potuto meglio informarsi, ma egli incarparbito a tener il riporto menzogna et il cerume e l'ossa imposture o favolosi, non ha voluto impicciarsi... per separare dal falso il vero, se di quello, come è solito in tutte le novità, vi è misura notabile nella storia».
Dunque la scienza ufficiale ostacolò le ricerche spingendo ancora una volta nell’oblio un ritrovamento fantastico, ma per fortuna tracce dell’antichissima civiltà dei giganti emergono in ogni parte del globo.
La scrittura dei giganti è forse l’unico ceppo da cui nacquero tutte le lingue conosciute?
Sono loro i progenitori degli uomini o siamo una razza completamente diversa?
A giudicare dai ritrovamenti vi è un continuom tra l’antica razza e la nostra, probabilmente dobbiamo a loro tutte le antiche conoscenze che ci sono giunte e gli antichi monumenti ciclopici che tuttora esistono in ogni angolo del pianeta e lasciano meravigliati per la maestria con cui furono costruiti.

FONTE

Il mito dei Giganti
Giganti: mito, bibbia, gigantismo ed extraterrestri
a cura di Marco Pini


E ci fu di nuovo guerra a Gat, quando ci fu un uomo di statura straordinaria, con sei dita in ciascuna delle sue mani e sei dita in ciascuno dei suoi piedi, ventiquattro di numero; e anche lui era nato a refaim. Samuele XX, 2

Certamente Golia non fu il solo gigante realmente esistito. Dall’antichità, insieme alla Bibbia, a testimoniarne la loro esistenza ci sono diversi ritrovamenti da parte di archeologi e ricercatori di tutto il mondo. Nelle opere dei nostri antenati sopravvissute fino ai giorni nostri ad esempio, i giganti sono abbondantemente presenti, e non solo come figure divine. Più il tempo passa, più questi indizi si fanno numerosi. Tra mitologiche divinità, scienza e ufologia, andiamo a scoprire se davvero i giganti camminarono sulla terra e se alcuni di loro, ci camminano ancora.

GLI DEI VENUTI DA UN ALTRO PIANETA
Più volte in passato uomini di notevoli dimensioni sono stati associati ad esseri “divini” e, più precisamente, a Dei abitanti di un altro pianeta arrivati fin qui per “illuminare” gli uomini, aiutandoli nel difficile cammino che è l’evoluzione. Fortemente venerati questi Dei sono stati immortalati dai nostri antenati in diverse opere. Monumenti, templi e sculture a loro dedicati si possono ammirare in svariate parti del mondo. Tra queste, le grandi teste giganti dell’Isola di Pasqua non sono che un esempio. Aspetti ricorrenti di queste effigi sono i grandi occhi e le grandi orecchie allungate. In particolare le orecchie, sono state interpretate da alcuni come indice di appartenenza dei soggetti raffigurati ad una civiltà molto, molto diversa dalla nostra ovvero a visitatori spaziali. Le statue sorgono su piattaforme funerarie (ahu) sono circa 600 e la loro altezza varia dai 4 ai 9 metri. Una delle tante opere che lega la figura del gigante agli extraterrestri è il famoso Gigante di Penokee. Le pietre formano una figura umana visibile solo dall’alto e gli studiosi sostengono che in passato, il famoso Gigante fosse allineato con la costellazione di Orione e questo non può che alimentare le affinità con civiltà aliene. Anche le piramidi della piana di Giza (Cheope, Chefren e Micerino) in Egitto, sembra (teoria sostenuta da molti) che fossero allineate alla costellazione di Orione. In California a 4000 miglia dal deserto di Nazca, circa 200 opere raffiguranti animali, disegni astratti ed esseri umani di dimensioni enormi (ognuno supera i 30 metri) sono visibili soltanto dall’alto. Deserto di Nazca in Perù. Lungo un area di 520 km quadrati si estendono disegni di dimensioni spropositate, animali ed esseri umani esageratamente grandi sempre visibili solo dall’alto. Non è infatti possibile distinguere da terra nessuna di queste figure che inoltre, trovandosi nel deserto, non possono essere viste da una cima più alta. Questo fa pensare che fossero dedicate a chi potesse volare e quindi a divinità, le uniche in grado di osservare questi geoglifi. Valutata anche l’ipotesi di una simbologia fine a comunicare con civiltà extraterrestri. Di nuovo uomini di grande statura venuti dal cielo? Può sembrare assurdo per qualcuno ma tutte queste teorie non vengono escluse a priori e sono attualmente in discussione, dal momento che non c’è motivo apparente a giustificare un lavoro di tali proporzioni tra l’altro non visibile all’uomo. Rimane inoltre da chiarire in che modo queste persone siano riuscite a tracciare figure del genere con tale precisione senza avere la possibilità di valutare come procede il lavoro. In Turchia ad Efeso, Filone descrive così il tempio di Artemide. “E’ la sola casa degli dei. Chiunque lo guardi sarà convinto che sia avvenuto un cambio di luogo: che il celestiale mondo dell’immortalità sia stato trasferito sulla terra, poiché i giganti e i figli di Aloeo che tentarono di ascendere ai cieli fecero un balzo dalle montagne e costruirono non un tempio ma l’Olimpo.” Anche qui un altro legame tra il cielo, i giganti e gli Dei che pur trattandosi di mitologia, non frena le teorie sugli extraterrestri. Nella contea di Dorset vicino al villaggio di Cerne Abbas, un’opera raffigura un uomo alto almeno 55 metri con il pene eretto ed una clava di oltre 35 metri in pugno nella mano destra. C’è la possibilità che raffiguri Ogma, Dio dei Celti protettore dell’eloquenza, ma la leggenda del posto narra di un vero e proprio insaziabile gigante. Costui distruggeva coltivazioni e si nutriva di pecore per far fronte al proprio appetito e un giorno, fermatosi a riposare sulla collina di Cerne Abbas si addormentò. Gli abitanti del posto non persero l’occasione e lo uccisero. Tracciarono in seguito la sua sagoma con il gesso in modo che non si potesse dimenticare lo sforzo di quel giorno speso a liberare le loro terre dal pericoloso gigante. Ovviamente sono emerse diverse interpretazioni e come per le altre opere visibili solamente dall’alto di cui prima abbiamo parlato, anche qui, non mancano le ipotesi che vedono gli antichi in contatto con giganti alieni. All’interno di diverse piramidi (egizie e non) gli antichi ci parlano di giganti azzurri venuti su dischi di fuoco. Questo in parte corrisponde alla descrizione fatta da diverse persone vittime di abduction o testimoni di incontri ravvicinati, dove gli occupanti del disco volante non sono altro che giganti. Spicca un fatto accaduto in Russia dove numerose persone furono testimoni dell’atterraggio di un O.V.N.I (oggetto volante non identificato) dal quale scesero alcuni uomini giganti. Sul posto le tracce dell’atterraggio del disco e le impronte dei suoi occupanti. Da notare in alcuni casi le similitudini con il numero delle dita (almeno quelle delle mani) con la descrizione del Gigante Golia presente sulla Bibbia. Come abbiamo visto, giganti di altri pianeti (detti anche Annunaki) sono stati una figura comune per diverse civiltà non sempre connesse tra loro ed in ere diverse. Impossibile dunque non citare gli antichi Sumeri. Una delle civiltà più evolute della quale siamo a conoscenza. Così avanzati tecnologicamente e talmente saggi in astronomia che, molti studiosi, la considerano superiore a molte civiltà che seguirono. Gli scritti tradotti fino ad ora appartenenti ai Sumeri, ci dicono che tutto il loro sapere gli fu insegnato da giganti scesi dal cielo su navi volanti e inoltre, in alcune incisioni, possiamo vederli seduti sul trono e notare con non poco stupore (per quanto mi riguarda) che in cielo, sono presenti pianeti come Plutone e Nibiru, scoperti dall’uomo migliaia di anni dopo. Citando Nibiru (decimo pianeta del nostro sistema solare, detto anche Pianeta X), non è possibile trascurare l’interesse che suscita in ufologia. Più volte messo in relazione con l’avvento degli Annunaki, la sua esistenza venne presa in considerazione in seguito alla scoperta di Nettuno. Ipotizzando un suo passaggio vicino alla Terra, c’è chi sostiene una teoria che vede coincidere un grande salto tecnologico da parte dell’uomo ad ogni passaggio di Nibiru vicino al nostro pianeta. Impossibile poi non citare Stonehenge, tuttora messo in relazione con gli extraterrestri, si ipotizza che i suoi pesanti massi, la cui provenienza è ad una notevole distanza dal tempio, siano stati trasportati sul posto da giganti.

LE SACRE SCRITTURE
Diverse sono le citazioni bibliche riguardo ai Giganti. Oltre al più “noto” Golia, altri paragrafi delle Sacre Scritture li menzionano. Come tutti sappiamo dopo aver liberato gli schiavi in Egitto, Mosè e il suo popolo vagarono nel deserto per 40 anni e nel corso di questo viaggio Dio parlò a Mosè dicendo: “Manda per te stesso degli uomini a esplorare il paese di Canan, che io sto per dare ai figli di Israele. Manderete un uomo per ciascuna tribù dei suoi padri, ciascuno un capo principale fra loro” (Numeri XIII, 2). Dopo 40 giorni finalmente tornarono dall’esplorare il paese e fecero rapporto su quello che videro dicendo: “Il paese, che abbiamo attraversato per esplorarlo, è un paese che divora i suoi abitanti; e tutto il popolo che abbiamo visto in mezzo ad esso sono uomini di statura straordinaria. E vi abbiamo visto i nefilim; così che ai nostri propri occhi eravamo divenuti come cavallette; e cosi eravamo divenuti ai loro occhi” (Numeri XIII 32, 33). In Deuteronomio III si parla del re Og: “Era rimasto solo Og re di Basan di ciò che restava dei refaim. Ecco, la sua bara era di ferro. La sua lunghezza è di nove cubiti, e la sua larghezza di quattro cubiti, secondo il cubito di un uomo”. Ci sono diverse teorie a giustificare la scomparsa dei giganti sulla Terra. Alcune ci dicono che noi siamo già la quinta razza umana ad abitare il Pianeta Terra (tutte le razze precedenti alla nostra si estinsero per colpa di violenti eventi atmosferici), altre sostengono che a causa di una tempesta radioattiva (solare ecc…) tutto si fece più grande, dominavano i dinosauri e le piante e gli insetti raggiunsero proporzioni enormi per arrivare poi, dopo un devastante cataclisma ad estinguersi. Grazie all’evoluzione poi, i superstiti si ridussero alle dimensioni attuali. La Bibbia di suo, ci propone una soluzione del tutto plausibile, il diluvio universale. I giganti (nefilim), potrebbero addirittura essere una delle principali cause del cataclisma. Nonostante archeologi e studiosi non siano ancora di unanime opinione riguardo la datazione del diluvio (comunque presente in tutte le religioni) dovrebbe aggirarsi intorno a 4500 anni fa e forse anche di più. Ma ecco cosa dice la Bibbia. Genesi VI: 2, 3, 4, 9: Ora avvenne che quando gli uomini cominciarono a crescere di numero sulla superficie del suolo e nacquero loro delle figlie, allora i figli del [vero] Dio notavano che le figlie degli uomini erano di bell’aspetto; e si prendevano delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero.
I Nefilim mostrarono d’ essere sulla terra in quei giorni, e anche dopo, quando i figli del [vero] Dio continuarono ad avere relazione con le figlie degli uomini ed esse partorirono loro dei figli: essi furono i potenti dell’antichità, gli uomini famosi.
Dio disse a Noè: “La fine di ogni carne è giunta dinanzi a me, perché la terra è piena di violenza per opera loro; ed ecco, li ridurrò in rovina insieme alla terra"
E sulla terra piovve a dirotto per quaranta giorni e quaranta notti.


I GIGANTI NELLA MITOLOGIA
Esseri di enorme statura menzionati nei credi antichi come abbiamo constatato, non sono cosa rara. La mitologia greca è forte della presenza di giganti di diverso tipo. Figli della Terra fecondati dal sangue di Urano; cercando di vendicare i loro fratelli (i Titani) perirono in lotta con gli Dei uccisi dai fulmini di Zeus, da Atena e dalle frecce di Eracle. Le rappresentazioni artistiche raffiguranti la battaglia tra dei e giganti è detta Gigantomachia ed ebbe luogo secondo alcuni, in Flegra, per altri invece in Tracia o Campania. I Titani. Divinità minori nella mitologia greca e latina Figli di Urano (Dio cielo) e Gea (Dea terra). Giganteschi e dotati di un incredibile forza svolsero il difficile compito di forgiare per gli Dei le folgori celesti e, come ci raccontano le leggende, scalando le montagne (loro alleate) tentarono l’ascesa verso l’Olimpo e si ribellarono a Saturno, sostenuto poi in seguito da Giove (o Zeus). Gli Dei incaricarono i Ciclopi di forgiare le folgori e loro, abilissimi fabbri, le crearono più grandi e più potenti. I titani furono sconfitti, uccisi e gettati nel Tartaro mentre i giganti, loro fratelli, tentarono la vendetta nuovamente con cattivo esito. Non più di tre furono i Ciclopi secondo Esiodo (poeta greco Ascra [Beozia] sec. VIII-VII a.c): Bronte, Argo e Sterope. Fabbri straordinari (nelle viscere dell’Etna e di altri vulcani), forgiarono il tridente a Poseidone, l’elmo a Plutone e le folgori a Zeus (le stesse folgori che uccisero i Titani). Dopo che Asclepio (figlio di Apollo) morì vittima delle folgori scagliategli addosso da Zeus, Apollo infuriato, decise di eliminarne i fabbri e uccise i tre Ciclopi. Un po’ in tutte le culture comunque si è creduto nell’esistenza dei giganti (e simili) spesso divinità (o loro figli) e a volte come raccontato nella Divina Commedia (ribelli degli inferi) e nella Gigantomachia, ribelli. Sono spesso presenti anche nell’Antico Testamento e questo insieme ai ritrovamenti da parte degli archeologi dà maggiore credibilità sulla loro reale esistenza.

IL GIGANTISMO
Affidandoci a quanto scritto sulla Bibbia e valutando le opere dei nostri antenati, abbiamo già visto quante prove in favore dell’esistenza dei giganti ci siano. E’ il caso di accennare che non mancano alcuni ritrovamenti di utensili, armi e scheletri a provarci ulteriormente la loro esistenza. In Asia, America, Europa, i ritrovamenti non mancano. Nelle Filippine ad esempio è stata rinvenuta un ascia di quasi 10 Kg di dimensioni enormi se paragonata alle armi di comune utilizzo e, al suo fianco, uno scheletro umano di cui l’altezza supera i 4 metri. Resta da definire in che modo questi intere popolazioni di giganti siano scomparse lasciando di sé non troppe tracce. Ma soprattutto, i giganti sono davvero estinti? Forse non sono giganti azzurri su navi volanti, o bestioni enormi in battaglia contro gli dei ma esiste una patologia che rende le persone fisicamente molto più grandi della media; il Gigantismo. Un’anomalia nello sviluppo fa sì che le dimensioni del corpo e l’altezza in particolare, risultino ben superiori alla media (in Italia è di 1 metro e 68 cm). Ci sono diverse forme di questa patologia. Il Gigantismo puro è causato da un eccessivo impulso evolutivo nella massa germinale, ne segue un aumento proporzionale degli organi interni e delle dimensioni esterne. Il Gigantismo disendocrino invece, è causato dalla disfunzione di una o più sezioni del sistema endocrino e non mantiene le proporzioni. Accresce quindi in maniera differente le dimensioni corporee. Il Gigantismo eunucoide è un eccessivo accrescimento dello scheletro associato ad un esagerato sviluppo dell’adipe. Può essere indotto mediante castrazione o può essere conseguenza di un ipofunzione delle gonadi, venendo così a mancare l’azione inibente sulla crescita. Il Gigantismo plurighiandolare è la conseguenza di mal funzionamento a genesi, di ghiandole endocrine (gonadi, ipofisi, tiroide, surreni). E’ curabile con l’asportazione del tumore o somministrazione di ormoni a seconda del caso.

FONTE

Il mito dei Giganti
Giganti: mito, bibbia, gigantismo ed extraterrestri
a cura di Marco Pini


E ci fu di nuovo guerra a Gat, quando ci fu un uomo di statura straordinaria, con sei dita in ciascuna delle sue mani e sei dita in ciascuno dei suoi piedi, ventiquattro di numero; e anche lui era nato a refaim. Samuele XX, 2

Certamente Golia non fu il solo gigante realmente esistito. Dall’antichità, insieme alla Bibbia, a testimoniarne la loro esistenza ci sono diversi ritrovamenti da parte di archeologi e ricercatori di tutto il mondo. Nelle opere dei nostri antenati sopravvissute fino ai giorni nostri ad esempio, i giganti sono abbondantemente presenti, e non solo come figure divine. Più il tempo passa, più questi indizi si fanno numerosi. Tra mitologiche divinità, scienza e ufologia, andiamo a scoprire se davvero i giganti camminarono sulla terra e se alcuni di loro, ci camminano ancora.

GLI DEI VENUTI DA UN ALTRO PIANETA
Più volte in passato uomini di notevoli dimensioni sono stati associati ad esseri “divini” e, più precisamente, a Dei abitanti di un altro pianeta arrivati fin qui per “illuminare” gli uomini, aiutandoli nel difficile cammino che è l’evoluzione. Fortemente venerati questi Dei sono stati immortalati dai nostri antenati in diverse opere. Monumenti, templi e sculture a loro dedicati si possono ammirare in svariate parti del mondo. Tra queste, le grandi teste giganti dell’Isola di Pasqua non sono che un esempio. Aspetti ricorrenti di queste effigi sono i grandi occhi e le grandi orecchie allungate. In particolare le orecchie, sono state interpretate da alcuni come indice di appartenenza dei soggetti raffigurati ad una civiltà molto, molto diversa dalla nostra ovvero a visitatori spaziali. Le statue sorgono su piattaforme funerarie (ahu) sono circa 600 e la loro altezza varia dai 4 ai 9 metri. Una delle tante opere che lega la figura del gigante agli extraterrestri è il famoso Gigante di Penokee. Le pietre formano una figura umana visibile solo dall’alto e gli studiosi sostengono che in passato, il famoso Gigante fosse allineato con la costellazione di Orione e questo non può che alimentare le affinità con civiltà aliene. Anche le piramidi della piana di Giza (Cheope, Chefren e Micerino) in Egitto, sembra (teoria sostenuta da molti) che fossero allineate alla costellazione di Orione. In California a 4000 miglia dal deserto di Nazca, circa 200 opere raffiguranti animali, disegni astratti ed esseri umani di dimensioni enormi (ognuno supera i 30 metri) sono visibili soltanto dall’alto. Deserto di Nazca in Perù. Lungo un area di 520 km quadrati si estendono disegni di dimensioni spropositate, animali ed esseri umani esageratamente grandi sempre visibili solo dall’alto. Non è infatti possibile distinguere da terra nessuna di queste figure che inoltre, trovandosi nel deserto, non possono essere viste da una cima più alta. Questo fa pensare che fossero dedicate a chi potesse volare e quindi a divinità, le uniche in grado di osservare questi geoglifi. Valutata anche l’ipotesi di una simbologia fine a comunicare con civiltà extraterrestri. Di nuovo uomini di grande statura venuti dal cielo? Può sembrare assurdo per qualcuno ma tutte queste teorie non vengono escluse a priori e sono attualmente in discussione, dal momento che non c’è motivo apparente a giustificare un lavoro di tali proporzioni tra l’altro non visibile all’uomo. Rimane inoltre da chiarire in che modo queste persone siano riuscite a tracciare figure del genere con tale precisione senza avere la possibilità di valutare come procede il lavoro. In Turchia ad Efeso, Filone descrive così il tempio di Artemide. “E’ la sola casa degli dei. Chiunque lo guardi sarà convinto che sia avvenuto un cambio di luogo: che il celestiale mondo dell’immortalità sia stato trasferito sulla terra, poiché i giganti e i figli di Aloeo che tentarono di ascendere ai cieli fecero un balzo dalle montagne e costruirono non un tempio ma l’Olimpo.” Anche qui un altro legame tra il cielo, i giganti e gli Dei che pur trattandosi di mitologia, non frena le teorie sugli extraterrestri. Nella contea di Dorset vicino al villaggio di Cerne Abbas, un’opera raffigura un uomo alto almeno 55 metri con il pene eretto ed una clava di oltre 35 metri in pugno nella mano destra. C’è la possibilità che raffiguri Ogma, Dio dei Celti protettore dell’eloquenza, ma la leggenda del posto narra di un vero e proprio insaziabile gigante. Costui distruggeva coltivazioni e si nutriva di pecore per far fronte al proprio appetito e un giorno, fermatosi a riposare sulla collina di Cerne Abbas si addormentò. Gli abitanti del posto non persero l’occasione e lo uccisero. Tracciarono in seguito la sua sagoma con il gesso in modo che non si potesse dimenticare lo sforzo di quel giorno speso a liberare le loro terre dal pericoloso gigante. Ovviamente sono emerse diverse interpretazioni e come per le altre opere visibili solamente dall’alto di cui prima abbiamo parlato, anche qui, non mancano le ipotesi che vedono gli antichi in contatto con giganti alieni. All’interno di diverse piramidi (egizie e non) gli antichi ci parlano di giganti azzurri venuti su dischi di fuoco. Questo in parte corrisponde alla descrizione fatta da diverse persone vittime di abduction o testimoni di incontri ravvicinati, dove gli occupanti del disco volante non sono altro che giganti. Spicca un fatto accaduto in Russia dove numerose persone furono testimoni dell’atterraggio di un O.V.N.I (oggetto volante non identificato) dal quale scesero alcuni uomini giganti. Sul posto le tracce dell’atterraggio del disco e le impronte dei suoi occupanti. Da notare in alcuni casi le similitudini con il numero delle dita (almeno quelle delle mani) con la descrizione del Gigante Golia presente sulla Bibbia. Come abbiamo visto, giganti di altri pianeti (detti anche Annunaki) sono stati una figura comune per diverse civiltà non sempre connesse tra loro ed in ere diverse. Impossibile dunque non citare gli antichi Sumeri. Una delle civiltà più evolute della quale siamo a conoscenza. Così avanzati tecnologicamente e talmente saggi in astronomia che, molti studiosi, la considerano superiore a molte civiltà che seguirono. Gli scritti tradotti fino ad ora appartenenti ai Sumeri, ci dicono che tutto il loro sapere gli fu insegnato da giganti scesi dal cielo su navi volanti e inoltre, in alcune incisioni, possiamo vederli seduti sul trono e notare con non poco stupore (per quanto mi riguarda) che in cielo, sono presenti pianeti come Plutone e Nibiru, scoperti dall’uomo migliaia di anni dopo. Citando Nibiru (decimo pianeta del nostro sistema solare, detto anche Pianeta X), non è possibile trascurare l’interesse che suscita in ufologia. Più volte messo in relazione con l’avvento degli Annunaki, la sua esistenza venne presa in considerazione in seguito alla scoperta di Nettuno. Ipotizzando un suo passaggio vicino alla Terra, c’è chi sostiene una teoria che vede coincidere un grande salto tecnologico da parte dell’uomo ad ogni passaggio di Nibiru vicino al nostro pianeta. Impossibile poi non citare Stonehenge, tuttora messo in relazione con gli extraterrestri, si ipotizza che i suoi pesanti massi, la cui provenienza è ad una notevole distanza dal tempio, siano stati trasportati sul posto da giganti.

LE SACRE SCRITTURE
Diverse sono le citazioni bibliche riguardo ai Giganti. Oltre al più “noto” Golia, altri paragrafi delle Sacre Scritture li menzionano. Come tutti sappiamo dopo aver liberato gli schiavi in Egitto, Mosè e il suo popolo vagarono nel deserto per 40 anni e nel corso di questo viaggio Dio parlò a Mosè dicendo: “Manda per te stesso degli uomini a esplorare il paese di Canan, che io sto per dare ai figli di Israele. Manderete un uomo per ciascuna tribù dei suoi padri, ciascuno un capo principale fra loro” (Numeri XIII, 2). Dopo 40 giorni finalmente tornarono dall’esplorare il paese e fecero rapporto su quello che videro dicendo: “Il paese, che abbiamo attraversato per esplorarlo, è un paese che divora i suoi abitanti; e tutto il popolo che abbiamo visto in mezzo ad esso sono uomini di statura straordinaria. E vi abbiamo visto i nefilim; così che ai nostri propri occhi eravamo divenuti come cavallette; e cosi eravamo divenuti ai loro occhi” (Numeri XIII 32, 33). In Deuteronomio III si parla del re Og: “Era rimasto solo Og re di Basan di ciò che restava dei refaim. Ecco, la sua bara era di ferro. La sua lunghezza è di nove cubiti, e la sua larghezza di quattro cubiti, secondo il cubito di un uomo”. Ci sono diverse teorie a giustificare la scomparsa dei giganti sulla Terra. Alcune ci dicono che noi siamo già la quinta razza umana ad abitare il Pianeta Terra (tutte le razze precedenti alla nostra si estinsero per colpa di violenti eventi atmosferici), altre sostengono che a causa di una tempesta radioattiva (solare ecc…) tutto si fece più grande, dominavano i dinosauri e le piante e gli insetti raggiunsero proporzioni enormi per arrivare poi, dopo un devastante cataclisma ad estinguersi. Grazie all’evoluzione poi, i superstiti si ridussero alle dimensioni attuali. La Bibbia di suo, ci propone una soluzione del tutto plausibile, il diluvio universale. I giganti (nefilim), potrebbero addirittura essere una delle principali cause del cataclisma. Nonostante archeologi e studiosi non siano ancora di unanime opinione riguardo la datazione del diluvio (comunque presente in tutte le religioni) dovrebbe aggirarsi intorno a 4500 anni fa e forse anche di più. Ma ecco cosa dice la Bibbia. Genesi VI: 2, 3, 4, 9: Ora avvenne che quando gli uomini cominciarono a crescere di numero sulla superficie del suolo e nacquero loro delle figlie, allora i figli del [vero] Dio notavano che le figlie degli uomini erano di bell’aspetto; e si prendevano delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero.
I Nefilim mostrarono d’ essere sulla terra in quei giorni, e anche dopo, quando i figli del [vero] Dio continuarono ad avere relazione con le figlie degli uomini ed esse partorirono loro dei figli: essi furono i potenti dell’antichità, gli uomini famosi.
Dio disse a Noè: “La fine di ogni carne è giunta dinanzi a me, perché la terra è piena di violenza per opera loro; ed ecco, li ridurrò in rovina insieme alla terra"
E sulla terra piovve a dirotto per quaranta giorni e quaranta notti.


I GIGANTI NELLA MITOLOGIA
Esseri di enorme statura menzionati nei credi antichi come abbiamo constatato, non sono cosa rara. La mitologia greca è forte della presenza di giganti di diverso tipo. Figli della Terra fecondati dal sangue di Urano; cercando di vendicare i loro fratelli (i Titani) perirono in lotta con gli Dei uccisi dai fulmini di Zeus, da Atena e dalle frecce di Eracle. Le rappresentazioni artistiche raffiguranti la battaglia tra dei e giganti è detta Gigantomachia ed ebbe luogo secondo alcuni, in Flegra, per altri invece in Tracia o Campania. I Titani. Divinità minori nella mitologia greca e latina Figli di Urano (Dio cielo) e Gea (Dea terra). Giganteschi e dotati di un incredibile forza svolsero il difficile compito di forgiare per gli Dei le folgori celesti e, come ci raccontano le leggende, scalando le montagne (loro alleate) tentarono l’ascesa verso l’Olimpo e si ribellarono a Saturno, sostenuto poi in seguito da Giove (o Zeus). Gli Dei incaricarono i Ciclopi di forgiare le folgori e loro, abilissimi fabbri, le crearono più grandi e più potenti. I titani furono sconfitti, uccisi e gettati nel Tartaro mentre i giganti, loro fratelli, tentarono la vendetta nuovamente con cattivo esito. Non più di tre furono i Ciclopi secondo Esiodo (poeta greco Ascra [Beozia] sec. VIII-VII a.c): Bronte, Argo e Sterope. Fabbri straordinari (nelle viscere dell’Etna e di altri vulcani), forgiarono il tridente a Poseidone, l’elmo a Plutone e le folgori a Zeus (le stesse folgori che uccisero i Titani). Dopo che Asclepio (figlio di Apollo) morì vittima delle folgori scagliategli addosso da Zeus, Apollo infuriato, decise di eliminarne i fabbri e uccise i tre Ciclopi. Un po’ in tutte le culture comunque si è creduto nell’esistenza dei giganti (e simili) spesso divinità (o loro figli) e a volte come raccontato nella Divina Commedia (ribelli degli inferi) e nella Gigantomachia, ribelli. Sono spesso presenti anche nell’Antico Testamento e questo insieme ai ritrovamenti da parte degli archeologi dà maggiore credibilità sulla loro reale esistenza.

IL GIGANTISMO
Affidandoci a quanto scritto sulla Bibbia e valutando le opere dei nostri antenati, abbiamo già visto quante prove in favore dell’esistenza dei giganti ci siano. E’ il caso di accennare che non mancano alcuni ritrovamenti di utensili, armi e scheletri a provarci ulteriormente la loro esistenza. In Asia, America, Europa, i ritrovamenti non mancano. Nelle Filippine ad esempio è stata rinvenuta un ascia di quasi 10 Kg di dimensioni enormi se paragonata alle armi di comune utilizzo e, al suo fianco, uno scheletro umano di cui l’altezza supera i 4 metri. Resta da definire in che modo questi intere popolazioni di giganti siano scomparse lasciando di sé non troppe tracce. Ma soprattutto, i giganti sono davvero estinti? Forse non sono giganti azzurri su navi volanti, o bestioni enormi in battaglia contro gli dei ma esiste una patologia che rende le persone fisicamente molto più grandi della media; il Gigantismo. Un’anomalia nello sviluppo fa sì che le dimensioni del corpo e l’altezza in particolare, risultino ben superiori alla media (in Italia è di 1 metro e 68 cm). Ci sono diverse forme di questa patologia. Il Gigantismo puro è causato da un eccessivo impulso evolutivo nella massa germinale, ne segue un aumento proporzionale degli organi interni e delle dimensioni esterne. Il Gigantismo disendocrino invece, è causato dalla disfunzione di una o più sezioni del sistema endocrino e non mantiene le proporzioni. Accresce quindi in maniera differente le dimensioni corporee. Il Gigantismo eunucoide è un eccessivo accrescimento dello scheletro associato ad un esagerato sviluppo dell’adipe. Può essere indotto mediante castrazione o può essere conseguenza di un ipofunzione delle gonadi, venendo così a mancare l’azione inibente sulla crescita. Il Gigantismo plurighiandolare è la conseguenza di mal funzionamento a genesi, di ghiandole endocrine (gonadi, ipofisi, tiroide, surreni). E’ curabile con l’asportazione del tumore o somministrazione di ormoni a seconda del caso.

FONTE

GLI ANTENATI DEGLI UOMINI PREISTORICI

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In Egitto, a Saqquarah, il luogo piu antico ed importante dei faraoni (qui è sepolto per esempio Ramses II) troviamo il grande tempio sotterraneo (a sette metri) Serapeum dedicato al dio Serapide dove sono depositati 24 sarcofagi giganti.
La teoria classica è che tali sarcofagi giganti sono serviti alla sepoltura dei buoi sacri ma a fronte di tale teoria ufficiale vi è l'altra che tale struttura sia stata invece trovata così com'è e quindi utilizzata dal popolo egizio. Antichissime sarcofagi serviti alla sepolturta di giganti, i nostri antenati, propri quelli di cui si parla nel VI libro della Bibbia. La Bibbia cita un'antica razza chiamata nephilim, spesso interpretata come razza di giganti. Anche la Genesi cita esplicitamente la presenza di giganti sulla terra, agli albori del mondo. La tradizione post-biblica considera per esempio Re Nimrod come esponente di questa razza. La Bibbia riporta anche il famoso combattimento fra David e il gigante Golia, sebbene Golia non sia descritto come un "nephilim", ma semplicemente come un "campione di più di tre metri d'altezza". L'appellativo Nefilim presente nell' Antico Testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce ad un popolo creato dall' incrocio tra i "figli di Dio" e le "figlie degli uomini" (Vedi Genesi 6:1-8).

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Fu l'archeologo francese Auguste Mariette a scoprire l'ingresso del tempio nel 1851. A Saqquara egli incontrò per la prima volta anche lo studisoso Heinrich Brugsch. Una scalinata liberata dalla sabbia per entrare in alcune grandi , lunghe ed affascinanti grotte. I sarcofagi che qui si trovano sono delle opere mastodontiche, ma semplici nella struttura, con i loro 2,20 metri di altezza che arrivano a 5,50 coll'enorme coperchio per circa 6 metri di lunghezza e 2,05 metri di larghezza e per un totale di 60 tonnellate di peso caduno. Alcuni portano dei geroglifici sui lati, segni grezzi e superficiali che stranamente non riportano raffigurato un bue o il dio Ape a lui dedicato. Qui i passaggi e le volte dell'area sono enormi, al contrario delle strette e anguste piramide. Due le possibilità, uomini che hanno costruito questo enorme tempio per i buoi o uomini che l'hanno solo occupato perchè già presente in quanto creato precedentemente da esseri giganti. Ma di pietre giganti ve ne sono tante in giro per il mondo, a volte alcune nascondono un passato misterioso. Dai massi dell'isola di Pasqua alle pietre di Stonenge. Ma uno dei luoghi della Terra dove sono più numerosi i resti di monumenti ciclopici è il Perù. Costruzioni impossibili da datare ma che sembrano essere realizzate da esseri soprannaturali o giganteschi. Pietre grandi ed antiche e tecniche perdutesi nei secoli. Mura realizzate con una tecnica particolare in grado di resistere ai millenni ed ai numerosi terremotiche che da sempre colpiscono il continente sud Americano. Massi di "Diorite" pietra dura da lavorare perfino con le tecnologie attuali che all'epoca sono state modellate come se fosse creta e poste a formare dei puzzle. E' possibile vederle a Cusco l'antica capitale Inca, per esempio. Qui la teoria è un'altra è quella di antichi esseri giganti del posto che costruirono servendosi di quelle pietre. Gli Inca non aveva la tecnologia adatta per creare simili costruzioni, senza cemento o malto a creare muri con pietre durissime perfettamente combacianti. Dal momento che solo la base delle mura è fatta di pietre ciclopiche mentre in alto le pietre sono piu piccole, si suppone che sono quelle utilizzate dagli inca successivamente. Le stesse porte effettuate di tanto in tanto nel muro, non sono certo di altezza proporzionata alla nostra altezza, ma sono fatte invece, per permettere il passaggio di cose o persone che superavano i 3 metri.

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A Sacsayhuaman in Peru, il muro settentrionale dalle triplici gradinate, nella parte inferiore è composto da enormi blocchi di pietra calcarea grigia, lavorati e messi l'uno sull'altro con precisione. Nella zona delle Ande, il perfetto lavoro di rifinitura era noto già secoli prima della civiltà degli inca (Tiahuanaco, Picara, Chullpas e Sillustani). La particolarità delle mura di Sachsayhuaman è la collocazione senza giunture di pietre ciclopiche, alcune fino a 100 tonnellate di peso, dai contorni irregolari. Fino a oggi la scienza non ha fornito alcuna spiegazione per questa tecnica. In Bolivia nel tempio dei giganti, la porta del sole a Tihuanaco (citta edificata dai giganti Titani che poi disobbedienti sarebbero stati uccisi dagli stessi dei) è ricavata da un unica blocco di andesite una delle petre piu dure della terra eppure è ricca di incisioni ed orli, impossibili da fare con utensili rozzi e primitivi come quelli usati dagli Inca. I gradini che portano ai templi sono di 80 cm, un'altezza spropositata per persone comuni. Siamo a 4000 metri di altezza e qui l'area e molto rarefatta e difficile da respirare.
Nell'isola di Pasqua gli incastri e l'assemblaggio delle pietre ciclopiche è simile a quella di Tiahuanac o di Cisco questo potrebbe vole dire che anche le prima civiltà su quell'isola era fatta di persone giganti.
Parlavamo di giganti. Tutto ha avuto inizio da una normale attività esplorativa nel deserto Indiano, in un luogo chiamato "The Empty Quarter" (Il Settore Vuoto), nel Nord dell'India.

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In questa regione sono venuti alla luce i resti di uno scheletro umano di taglia eccezionale (vedere comparazione nell'immagine). La scoperta è stata fatta nel 2004 dal Team National Geographic (Divisione Indiana), con l'appoggio dell'Esercito Indiano, poiché l'area è sotto la giurisdizione dell'Esercito. Sembra che siano state trovate anche delle tavolette con iscrizioni che affermavano che gli dei Indiani, come il mitologico "Brahma", avessero generato persone di taglia eccezionale: molto alti, grandi, e assai potenti, in grado di poter abbracciare un grosso tronco di albero e sradicarlo. Secondo l'iscrizione, questi uomini giganti furono creati per portare ordine nel mondo, sempre in lotta l'un contro l'altro.
Da sempre, ritrovamenti di ossa umane giganti ne sono state fatte in tutte le parti del mondo, quindi si potrebbe davvero supporre che un tempo, una civiltà precedente alla nostra, fatta di esseri giganti, sia vissuta sulla Terra lasciandoci delle resta per noi, oggi, misteriose.


 
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jasmine23
view post Posted on 3/6/2008, 15:01




Giganti: mito o realtà?


Nel 1925 a Glozel (vicino a Vichy - Allier, Francia) Emile Frendin sprofondò nel suo campo dove stava lavorando, e trovò "Il campo dei morti": 3000 oggetti incisi, vasellame, utensili, gioielli, manufatti in osso e legno del 17~15.000 a.C. - quando non dovrebbero esistere nè scrittura (il primo sistema di scrittura documentato è quello sumero-accadico, IV millennio a.C.), nè la ceramica (la cui lavorazione oltretutto mostra un senso artistico assai sviluppato ed eccezionalmente raffinato, coordinato con notevole intuito simbolico - ad es., le statue coi volti senza bocca che hanno portato alla denominazione di "civiltà del silenzio").

Sorprendono inoltre le dimensioni delle ossa umane rinvenute (cranii grandi il doppio), delle impronte, e dei monili (ad es. bracciali) su misura per arti giganteschi. Nel 1577 a Willisau, nel cantone di Lucerna, venne alla luce uno scheletro dalle ossa enormi. Le autorità della zona si affrettarono a convocare una commissione di esperti capeggiata dal anatomista elvetico Plater, di Basilea. Gli studiosi rimasero perplessi, ma dinanzi al parere del grande specialista chinarono il capo. Plater dichiarò che si trattava senza ombra di dubbio di resti umani, nonostante la loro mole fosse alquanto insolita. Lo scheletro era incompleto ma l'anatomista lo ricostruì sulla creta: ne risultò il disegno di un titano alto 5,80 metri! Fu battezzato "il gigante di Lucerna" e le sue ossa furono orgogliosamente esposte in una sala del municipio".
Dei giganti ne parla in maniera chiara anche la Bibbia:

Genesi 6,1-4…"Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni".
C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli" libro dei Numeri 13, 21-29;32-33)…
"Quelli dunque salirono ed esplorarono il paese dal deserto di Sin, fino a Recob, in direzione di Amat. Salirono attraverso il Negheb e andarono fino a Ebron, dove erano Achiman, Sesai e Talmai, figli di Anak. Ora Ebron era stata edificata sette anni prima di Tanis in Egitto. Giunsero fino alla valle di Escol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche melagrane e fichi.
Quel luogo fu chiamato valle di Escol a causa del grappolo d'uva che gli Israeliti vi tagliarono.
Alla fine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè e Aronne e tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese. Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo, perché è più forte di noi". Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro. Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo, perchè è più forte di noi". Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro…(la caverna del tesoro 15 )..Ora sul monte rimanevano i soli Metusala e Noè, poichè tutti gli altri figli di Seth erano discesi dai confini del Paradiso verso la pianura tra i figli di Caino. E qui si unirono i figli di Seth, gli uomini con le figlie di Caino. Esse concepirono e partorirono degli uomini giganteschi, una stirpe di giganti alti come torri…(libro dei giubilei 5 “nozze degli angeli con le figlie degli uomini ; annuncio del diluvio”"


" Le leggende sui giganti abbondano attorno al Lago Titicaca e molte di esse affermano che essi si trasferirono al sud. I loro discendenti dovettero popolare fino a qualche secolo fa la Patagonia, e il suo scopritore, Magellano, li incontrò più volte. E' scritto dell'incontro con uomini "così alti che le teste dei membri dell'equipaggio arrivavano a malapena alla loro cintola e la loro voce era quella di un toro...". Nè manca Erodoto (storie 1-68) il quale parla di un fabbro che..."Volevo fare un pozzo in questo cortile, scavai e m'imbattei in una bara di sette braccia (un braccio equivale a circa 44 centimetri). L'aprii e...io non credevo che fossero mai esistiti uomini di maggiori dimensioni di quelli di oggi, ma vidi che il morto era di lunghezza pari alla bara (oltre 3,10 metri); lo misurai e lo riseppellii.

FONTE





.:: I giganti e i ciclopi nella tradizione, mitologia e cultura ::.
a cura di Selena "Elfwine" M.
Il ciclope Polifemo, di pura stirpe italica, è solo uno dei molti appartenenti alla razza dei giganti, con le sue sottospecie e parentele, che popolano miti e leggende fin dall'antichità.
I miti e le leggende che costellano la lunga marcia dell'umanità, dalla preistoria fino alla moderna società postindustriale, hanno spesso riguardato esseri infinitamente piccoli o invisibili (elfi, folletti, troll) oppure infinitamente grandi (Giganti, ciclopi). È interessante notare come tali miti, pur nella loro fantasia e a volte manifesta irrazionalità, si siano radicati nell'essere umano quali espressioni di eventi ancestrali, come se l'uomo insomma avesse cercato di rendere razionalmente comprensibili alcuni fenomeni altrimenti inspiegabili. Oltre a rappresentare una "dimensione parallela", il mito si configura allora quale espressione di una delle qualità più eminentemente umane: la fantasia, il potere di sognare e creare, e in qualche modo sostituirsi alla Forza Creatrice in cui ogni uomo crede.
Le forze della Terra, nell'immaginario degli antichi, assumevano volti e corpi; uno dei più usati era quello dei Giganti. Essi compaiono nei miti ora come nemici degli Dei, ora come razza che va scomparendo, ora come corpo da cui la vita stessa ha origine.
Talvolta i viaggiatori si vantavano di averne visti, e nei loro racconti riportavano avventure incredibili. I crani degli elefanti, sbiancati dal tempo, facevano pensare a immani esseri con una sola cavità oculare... e furono i Ciclopi, compagni di Polifemo.
Furono Giganti, primi figli degli Dei.
"La figura dei Giganti è nata probabilmente da molteplici rappresentazioni originarie", presume lo scrittore e divulgatore scientifico Ernst Probst. Secondo lui la fonte è da cercarsi "nei criteri di misurazione assai diversi che esistevano allora, nel vedere in insoliti fenomeni della natura la manifestazione di creature dalla forza eccezionale (si pensava che l'avversario sconfitto avesse proporzioni sovrumane: tali concezioni avevano un loro ruolo nelle storie di draghi), forse anche nelle allucinazioni dovute al consumo di droghe". E ancora: "Quasi ogni Paese aveva un tempo il suo Gigante nazionale, che risaliva quasi sempre al ritrovamento di ossa di elefanti, la cui vera natura era sconosciuta."
Tra i numerosi miti, ci soffermeremo ora su quelli riguardanti i "giganti" nati in un delimitato ambito geografico, il bacino del Mediterraneo.
Generalmente, parlando di Mediterraneo, si pensa alle sole civiltà greca e romana, con i loro vastissimi repertori mitici; la mitologia romana è però frutto della commistione tra quella greca e quella italica ed etrusca, e più a ritroso nel tempo non si esclude che uno tra i più antichi cantori del mito greco, Esiodo, nella metà del VII a.C., sia stato influenzato dalle culture micenee o persiane, per citarne solo un paio, come si vedrà in seguito a proposito di uno dei suoi testi più famosi, la Teogonia.
Presso gli antichi popoli Italici, in epoca antecedente all'avvento di Roma, esisteva per esempio un etimo particolare: "Volcanus, Volkanus o Vulcanus"; si ritiene che sia di origine indoeuropea, e veniva associato a una divinità messa in relazione col fuoco vulcanico, se è vero che il suo culto conservava uno dei principali centri a Pozzuoli, nei Campi Flegrei (luogo che incontreremo, non a caso, in uno dei miti più importanti, la Titanomachia), secondo quanto ci racconta il geografo greco Strabone (64 a.C - 21 d.C.). I Romani ereditarono questo culto dagli Etruschi e finirono per identificare questa divinità con il dio greco Efesto. In particolare, a Roma assunse forte rilevanza il culto di Vulcano nel corso dell'età monarchica, tanto che Servio Tullio - uno tra gli ultimi re - era ritenuto diretto discendente di tale dio.
A loro volta i Greci derivarono il mito di Efesto dai popoli stanziati in Asia Minore e nelle isole Cicladi, quindi da una sorgente diversa da quella italica del dio Vulcano. È risaputo, infatti, che i popoli mediorientali ebbero a che fare con le eruzioni dei vulcani delle Cicladi e dell'Anatolia.
Il tratto dominante dell'area mediterranea, dunque, è questa sorta di sincretismo mitologico che trova ragion d'essere in una delle caratteristiche fondamentali dei popoli stanziati nella zona: la voglia sempre viva di esplorare lo sconosciuto. L'opera di Omero in tal senso ne è l'emblema.
Il viaggio, lo spostamento, è l'attività privilegiata di questi popoli, di quello greco in particolare; viaggi principalmente a scopi commerciali, per aprire rotte più vantaggiose e sicure, e scovare mercati vergini dove poter vendere i propri prodotti: nulla di nuovo, in fondo. I viaggi marittimi avvenivano prevalentemente tra la stagione primaverile e quella estiva, e in ogni caso era raro che ci si allontanasse dalla costa; accadeva quindi che, durante la navigazione, con un occhio si sfiorasse l'immensità delle acque, ma con l'altro si rimanesse attaccati alla Madre Terra. A questo punto, bisogna considerare un fattore per così dire "geologico" dominante del bacino mediterraneo: la presenza di eventi vulcanici primari (soprattutto) e secondari. Tra il XIV e il VII secolo a.C. si ritiene che tali fenomeni dovessero presentarsi in numero ed entità maggiori rispetto ai giorni nostri.
La combinazione di navigazione a vista e vulcani deve aver prodotto nell'immaginario dei marinai la credenza nell'esistenza di Giganti, enormi esseri viventi i cui occhi erano scambiati per quegli enormi fuochi che ardevano sulle coste. Purtroppo, a causa del sincretismo e delle stratificazioni culturali succedutesi nel corso dei secoli, non è possibile gettare uno sguardo unitario sul panorama mitologico complessivo dell'epoca: basti citare il caso della quasi sconosciuta civiltà micenea, cui subentrò quella ben più famosa dei greci. Certo è che in tutte le culture mediterranee esistono riferimenti a culti specifici correlabili a quello primordiale del fuoco sotterraneo: tra i vari esempi ci sono quello delle Vestali romane, o dell'antichissima dea Hestia nel pantheon greco, passata poi in quello romano appunto come Vesta.
Zeus, appartenente anch'egli alla stirpe dei giganti, fu il primo esempio di rivoluzionario cosmico, nella sua lotta contro il dispotico genitore, Crono.
Il panorama mitologico mediterraneo è strettamente legato al tema del "fuoco", inteso come forza insopprimibile, la quale può essere creatrice o distruttrice: tra i miti più famosi si possono inserire la distruzione di Atlantide, la guerra fra i Giganti e Zeus, Prometeo che ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini, il ciclope Polifemo e Ulisse, la Fucina di Vulcano, fabbro di Zeus, l'Averno e la porta degli Inferi, mito vivo addirittura al tempo della Commedia dantesca!
In area greca esiste una leggenda nella quale si vede riflesso il legame tra eventi vulcanici e Giganti: quella che narra del Gigante Talo. Di questo mostro si parla soprattutto nelle Argonautiche, poema epico redatto da Apollonio Rodio (290 - 260 ca a.C) in età ellenistica nel tentativo di rivitalizzare un genere oramai agonizzante. Ci troviamo nel corso del viaggio di ritorno degli Argonauti; Giasone ha già raggiunto il suo obiettivo, recuperare il vello d'oro, ed è riuscito a sedurre la maga Medea (la seduzione era un tema caro alla cultura ellenistica) quando, nei pressi di Creta, si erge innanzi alla sua nave (l'Argo) un immenso Gigante di bronzo, Talo appunto. La forza vitale di quest'ultimo risiede in un'unica vena che corre dalla testa alla caviglia, dove è situato una specie di tappo. Il Gigante cerca di staccare delle rocce da scagliare contro l'Argo, ma Medea riesce, con le sue arti magiche, a provocargli visioni malefiche, che gli fanno perdere l'equilibrio; nella caduta la caviglia si scalfisce, determinando la rottura della vena cosi che il sangue inizia a sgorgare a fiotti. Talo si abbatte morto sulla riva.
Apollonio usa il mito come semplice spunto narrativo (retaggio anche questo della cultura ellenistica) ma le informazioni riguardanti Talo sono numerose, e in genere riconducibili a eventi vulcanici: il Gigante manifestava appunto tale costituzione "vulcanica" scagliando massi contro gli intrusi, bruciandoli, arroventandosi e stringendoli in un abbraccio mortale, e lui stesso aveva lava al posto del sangue.
In mitologia esistono varie storie legate a Talo: per dovere d'informazione bisogna aggiungere che, oltre a un Gigante di bronzo, in altre versioni si tramandava che fosse un toro fabbricato o donato a Minosse dal dio Efesto, per custodire Creta. Il mito narra che egli compisse tre volte al giorno il giro dell'isola, o che visitasse tre volte l'anno i villaggi di Creta, recando tavolette di bronzo con sopra incise le leggi; è presente un legame tra Gigante e cupa oppressione, il che rafforzerebbe l'ipotesi che nell'immaginario collettivo dell'epoca Talo fosse la personificazione del vulcano di Santorini, la cui esplosione si ritiene abbia avuto conseguenze devastanti per la civiltà cretese. Un'altra versione ancora racconta che Talo, nella veste di Gigante di ferro costruito da Efesto, fu da Zeus posto a guardia di Creta quando vi lasciò la ninfa Europa.
Rimanendo sempre nello stretto ambito ellenico, trattando di Giganti non si può tacere circa uno dei testi sul quale si fondano gran parte dei miti che li riguardano: la Teogonia. Si presenta nella forma tradizionale dell'epoca, il poema, ed è composta di 1022 esametri epici: con quest'opera Esiodo tenta di ordinare l'immensità del materiale tradizionale e popolare che circolava fin dalla notte dei tempi circa la generazione degli dèi e l'origine dell'Universo. Per dare un esempio della diversità che si poteva riscontrare nei miti, basti ricordare che per Esiodo la coppia di divinità generatrici è rappresentata da Gea e Urano - scelta obbligata per chi intendesse presentare una sistemazione razionale del materiale mitologico; quale coppia migliore di Terra/Cielo? - mentre per Omero, (il quale, da alcuni passi dell'Iliade, pare essere a conoscenza di cose relative agli dèi che però non sembra aver avuto interesse a trattare nella sua narrazione), tale coppia è rappresentata da Oceano e Teti. Dunque, in ogni autore che si apprestava a trattare argomenti mitologici (e sicuramente ce ne saranno molti le cui opere sono perdute) si nota un'estrema libertà nello scegliere o tralasciare fatti e personaggi.
Va presa con le pinze la definizione di Erodoto (480 - 430 a.C. ca) "pròtoi heuretaì" dedicata a Esiodo e Omero, che tradotta suona quasi come "primi scopritori" [delle cose relative agli dei]. Infatti, il progresso degli studi e le più recenti scoperte archeologiche hanno permesso di capire quale ingente quantità di materiale cosmologico vi fosse alle spalle di Esiodo, materiale risalente per lo più a civiltà anteriori e diverse da quella greca (quella del Vicino Oriente per esempio), e poi passato nella civiltà ellenica per quel fenomeno di sincretismo già accennato prima. Bisogna ricordare che lo stesso Esiodo era figlio di un colono che aveva abitato per lungo tempo a Cuma, una città affacciata sulla costa dell'Asia Minore; inoltre il poeta era originario della Beozia, regione che in tempi anteriori era stata il maggior centro di sviluppo della cultura micenea.
È interessante osservare come, nella Teogonia, Esiodo abbia in un certo modo "classificato" i Giganti in varie stirpi, tutte discendenti dalla coppia Urano-Gea; i due procrearono dapprima i Titani: "l'Ocèano profondo, e Coio, Crio, Giapèto, Mnemòsine, Tèmide, Rea, Iperione, Tea, l'amabile Tètide, e Febe dalla ghirlanda d'oro" e il più importante di essi, "il fortissimo Crono... di scaltro consiglio, fra tutti i figliuoli il piú tremendo; e d'ira terribile ardea contro il padre". Il motivo di tanto odio è presto detto, e ce lo narra lo stesso Esiodo: "Uràno come nascevano, tutti li nascondeva giù nei bàratri bui della Terra, non li lasciava a luce venire".
La seconda stirpe è quella dei Ciclopi (propriamente dal greco kuklops = dall'occhio rotondo): "...[Gea] generava [i Ciclopi] dal cuore superbo, Stèrope, Bronte, e Arge dal cuore fierissimo: il tuono diedero questi a Giove, foggiarono il folgore... solamente un occhio avevano in mezzo alla fronte ed ebbero quindi il nome di Ciclopi". In età arcaica i mitografi distinguevano a loro volta tre stirpi di Ciclopi: i figli di Gea e Urano, appartenenti alla prima generazione di giganti; i Ciclopi "costruttori", artefici di tutti quei monumenti presenti in Grecia o in Sicilia formati da blocchi di pietra così giganteschi che non erano creduti frutto di attività umana (da qui le "mura ciclopiche"); infine, i Ciclopi "siciliani", resi famosi dalla letteratura greca, quella omerica in particolare (ad esempio Polifemo).
Si diceva che essi occupassero le zone più calde dell'Etna, gli antri più inaccessibili e sperduti della Sicilia e delle Eolie, e che fossero, agli ordini di Efesto, i fabbri degli dèi ai quali procuravano le armi. Relativamente al legame dei Ciclopi con il fuoco, bisogna aggiungere che nella Grecia primitiva esisteva una sorta di "corporazione" dei mastri fabbri ferrai, i quali portavano tatuati sulla fronte dei cerchi concentrici, simboli del Sole e del fuoco. Nell'immaginario collettivo, dunque, il simbolo del tatuaggio (che poi diventò l'unico occhio centrale) si legò quindi indissolubilmente al "fuoco".
Mi sembra opportuno evidenziare due importanti conseguenze legate al mito dei Ciclopi: in primo luogo si deve rilevare ancora una volta la relazione "vulcanica", poiché essi abitavano in caverne sotterranee, dove i colpi delle loro incudini e il loro ansimare faceva brontolare appunto i vulcani della zona, mentre il fuoco della loro fucina arrossava la cima dell'Etna. Inoltre, c'è uno stretto legame tra Ciclopi e Natura che sarà avvertito in maniera particolare in età ellenistica, quando l'imponente fenomeno di inurbamento spinse autori come Teocrito (315 - 260 ca a.C.) a riscoprire i valori della natura, seppur in un'atmosfera sognante e idealizzata (insomma, ben lontana da quella delle Georgiche virgiliane). Proprio a questo autore, per esempio, si deve un idillio incentrato sulla figura di un Ciclope, innamorato della bella Galatea, che tuttavia non riesce a conquistare pur sfoderando tutte le sue arti "seduttive"; si assiste, insomma, a una profonda frattura, ormai consolidata, tra mondo cittadino e naturale. La terza stirpe di Giganti figli di Gea e Urano furono gli Ecatonchiri: "...Cotto, Gía, Briarèo, figliuoli di somma arroganza. A essi cento mani spuntavan dagli òmeri fuori, indomabili, immani, cinquanta crescevano teste fuor dalle spalle a ciascuno..."
Oltre alla versione mitica, bisogna registrare anche la posizione assunta dai cosiddetti "evemeristi", seguaci cioè della teoria portata avanti dal filosofo Evemero di Messene (III a.C.): secondo questi, gli dèi altro non erano che uomini leggendari (come potevano essere, per i Romani, Muzio Scevola o la guerriera Camilla) realmente esistiti e divinizzati dalla fama popolare. Secondo tale ottica, dunque, gli Ecatonchiri erano uomini che, in un tempo lontanissimo, avevano occupato la città di Ecatonchiria e avevano porto il loro aiuto agli abitanti di Olimpia (gli olimpici) nella guerra per cacciare i Titani dalla regione.
Ovviamente, non si tardò ad accusare chi appoggiava le tesi di questa vera e propria "filosofia della storia" quali propugnatori dell'ateismo.
Lo stato di equilibrio tra queste tre stirpi venne rotto a opera del Titano più intraprendente, Crono, alleatosi con la madre Gea (disperata per la sorte dei propri figli) contro il padre Urano.
Gea gli offrì lo strumento: "generò del cinerèo ferro l'essenza, una gran falce..." ma lo spirito vendicativo e punitivo era tutto di Crono: "O madre, io ti prometto di compier l'impresa ché nulla del tristo mio padre m'importa: ché egli ai nostri danni rivolse per primo la mente". La ribellione di Crono segna l'inizio di quell'immane lotta che prende il nome di "Titanomachia", una guerra combattuta tra generazioni successive di Giganti (Urano, Crono, Zeus) per la conquista del potere sull'Universo. La detronizzazione di Urano avvenne in maniera molto cruenta: con la falce prodotta dalla madre, Crono evirò il padre, lasciando che i genitali cadessero nel mare (e da qui prende avvio il famoso mito di Venere nata dalla spuma del mare).
Tutta la violenza e la crudeltà di Crono che divora uno dei suoi figli, in un'opera di Goya.
Dopo aver precipitato negli Inferi i fratelli Ciclopi ed Ecatonchiri, ed essersi congiunto con la sorella Rea, Crono ottenne il pieno potere; siamo nel pieno della seconda generazione di Giganti. Ben presto, però, Crono cadde nella cattiva usanza di divorare i propri figli, indotto a ciò dalla predizione dei genitori - depositari di saggezza e conoscenza - secondo cui egli era destinato a venire a sua volta deposto da un figlio: "...aveva saputo dalla Terra, da Uràno fulgente di stelle, che era per lui destino soccombere al proprio figliuolo." In tal modo, a mano a mano che Rea generava i figli, Crono"...l'inghiottiva, come ciascuno dall'utero sacro su le ginocchia della sua madre cadesse...", e questa fine fecero Estia, Demetra, Era e Ade. In una società patriarcale, quale doveva essere quella greca dell'epoca, il timore di venire spodestati dai propri figli doveva essere molto sentito, tanto da aver prodotto una mitologia incentrata proprio su tale "pratica". In tempi più recenti il tema è stato efficacemente trattato da Goya attraverso un affresco eseguito nella fase terminale della sua carriera, nella "Quinta del Sordo": mi riferisco a "Saturno che divora uno dei suoi figli"(1821 - 1823), esposto ora al museo del Prado, a Madrid. Tale affresco è stato riconosciuto dai critici quale emblema della disperazione e della più cupa bestialità del potere che non esita a compiere l'atto più vile per un genitore pur di mantenere il predominio.
Con la nascita di Zeus si giunse al momento della definitiva resa dei conti e allo spiegamento della terza generazione di Giganti. Rea, in procinto di mettere al mondo Zeus, l'ultimo dei suoi figli, su suggerimento dei genitori Gea e Urano fuggì a Creta, dove partorì; in seguito presentò a Crono una pietra avvolta di fasce, che egli prontamente divorò senza accorgersi dell'inganno. A tal proposito, Esiodo ci dice: "...concertarono insieme quanto era segnato dal Fato... la mandarono a Litto, fra il popolo ricco di Creta... [Rea] lo nascose in un antro inaccesso, con le sue mani, sotto santissimi anfratti terrestri... una gran pietra ravvolta di fasce, la porse all'Uranide [figlio di Urano] grande...con le sue mani quello la prese, la cacciò nel ventre, né gli passò per la mente [che] era rimasto immune dal danno l'invitto suo figlio, che con le forti sue mani doveva ben presto domarlo..."
Ecco come ha origine la terza generazione di Giganti, quella che avrà più fama nella mitologia greca: la stirpe olimpica. Ben presto, infatti, la Titanomachia entrò nella sua fase più dura e violenta, lo scontro tra Zeus e gli alleati Ciclopi ed Ecatonchiri, liberati dalla prigione in cui li aveva gettati il fratello ("del suo beneficio poi memori furono sempre") contro Crono unitosi ai fratelli Titani. Il mito racconta che Atlante e suo fratello Menezio si coalizzarono con Crono (il "tempo", ovvio nemico degli dèi immortali) e agli altri Titani nella loro guerra contro gli dei dell'Olimpo. Da parte sua, Zeus, tramite una pozione, indusse Crono a vomitare i figli divorati in precedenza, i quali divennero i suoi alleati più forti.
"E Giove non frenò la sua furia, ma subito il cuore a lui di negra bile fu colmo; e di tutta la forza sua fece mostra..." dice Esiodo. La lotta durò dieci anni, e vide alla fine vincere Zeus e i suoi alleati in accordo al responso di un oracolo, il quale gli aveva predetto che sarebbe riuscito vincitore se avesse liberato i fratelli di Crono - Ciclopi ed Ecatonchiri - imprigionati nel Tartaro.
Anche in tale mito è ravvisabile un legame con eventi vulcanici, basti pensare al modo in cui combattevano Zeus e i suoi: "...ben trecento massi lanciavan dai pugni gagliardi sempre via via piú fitti, copriano i Titani con l'ombra dei colpi...", terribilmente simile a un'esplosione vulcanica. Inoltre il mito narra che la battaglia decisiva si svolse nel cielo sovrastante la già citata area vulcanica dei Campi Flegrei. Al fatto che gli eventi naturali, che all'epoca sferzavano l'area mediterranea, col tempo non si attenuarono, è probabilmente legata l'ultima prova che gli olimpici dovettero sopportare. Il mito prosegue narrando, infatti, la nascita di 24 nuovi Giganti, figli della Terra, nei pressi di Flegra, in Tracia (zona caratterizzata non casualmente dalla presenza di vaste distese ignee) che avrebbero nuovamente dato l'assalto al cielo degli dei, per vendicarsi di Zeus.
Ognuno di tali Giganti venne sconfitto e sepolto vivo sotto i massi scagliati da Zeus o da qualche altro dio olimpico. Il legame più evidente con l'attività vulcanica si nota osservando i luoghi in cui tali Giganti vennero sepolti: Tifone o Encelado nell'Etna, Tifeo a Ischia, altri sotto i Campi Flegrei.
Dunque anche nella "Titanomachia", uno dei miti più famosi e importanti legato ai Giganti, s'intravede riflesso il legame tra leggenda e attività vulcanica, evidente nel modo di affrontare la battaglia (con il lancio di massi e tizzoni ardenti) oppure nella scelta dei luoghi chiave, devastati da cataclismi vulcanici.
Esiste, per la precisione, anche una versione differente del mito, elaborata secondo interpretazioni orfiche, seguendo la quale si assiste a una successiva riconciliazione tra Zeus e Crono, con quest'ultimo che assume la veste di re buono e magnanimo.
In ambito latino, Crono passò come Saturno (divinità tipicamente italica, cui è legato anche un particolare metro arcaico della latinità, il saturnio appunto) con una propria importanza: era usanza, infatti, porre in Campidoglio, come buon auspicio, il trono di Saturno, creduto opera diretta di Romolo.
Presso i Celti e nelle leggende nordiche i ritrovamenti dell'agire dei Giganti, più che a ossa di elefanti, erano probabilmente legati all'esistenza dei dolmen, o all'attività degli elementi naturali (solo esseri eccezionali potevano rappresentare il lavorio delle forze che muovono la Terra).
La figura mitica dei giganti sopravvive e si arricchisce anche nel Medio Evo. Nell'immagine vediamo Re Artù in uno scontro epico contro un rappresentante di questa razza.
In Irlanda un'intera area, la Giant's Causeway, si ritiene sia stata costruita dal leggendario Gigante Finn MacCool per permettere a un Gigante scozzese, Benandonner, di raggiungere la terra d'Irlanda e sfidarlo. Secondo altre fonti, Finn avrebbe costruito il ponte per raggiungere la donna amata attraverso il mare. Una serie di lunghe colonne di basalto s'innalza dal terreno, lungo la costa, e pare tendere verso terre lontane. La zona, creata da una catena di eruzioni vulcaniche e dall'erosione del mare in milioni di anni, è tuttora meta di turisti.
Anche nell'Edda, saga nordica per eccellenza che fu messa per iscritto nel primo Medioevo, troviamo presenza dei Giganti. I Giganti nordici sono assimilabili per alcuni profili ai Titani delle leggende mediterranee (per esempio anch'essi sono collegati all'elemento fuoco), per altri sono invece più simili ai Troll.
L'inizio dei tempi è scandito dalla nascita di due esseri, uno dei quali è Ymir il Gigante. Da Ymir discende una razza di giganti, e solo in seguito la razza degli uomini. Tra uomini e Giganti, malvagi di natura, nasce una lotta vinta dai primi e dai loro Dei. Dal corpo di Ymir, Odino e i suoi fratelli creano il mondo: dalla carne la terra, dal sangue mare e fiumi, dalle ossa le montagne, dai capelli gli alberi, dal cranio la volta celeste e dal cervello le nuvole.
Il rapporto tra uomini e Giganti è raramente pacifico; come gli antichi dèi (Zeus, Odino) così gli eroi delle leggende bretoni e scozzesi affrontano i Giganti come nemici, sconfiggendoli più spesso con l'astuzia che non con la forza. In Scozia, due Giganti del Loch Shiel vengono gabbati da un uomo: con la scusa di stabilire chi sia il più forte tra loro, vengono convinti a lanciare le rocce di un glen, un appezzamento di terreno, il più lontano possibile. Gli sciocchi finiscono poi per perdersi per sempre agli estremi del mondo, una volta giunto il momento di recuperarle, lasciando agli uomini un campo eccezionalmente privo di rocce.
Dietro alla costruzione dei maggiori cerchi di pietre ci sono leggende di Giganti: di fronte a quei massi colossali infissi nel terreno, ci si chiedeva quali forze immani fossero state in grado di erigere tali opere. Lo stesso cerchio di Stonehenge viene chiamato "danza dei giganti".
Anche la Bibbia parla spesso di Giganti. Nel "Deuteronomio" gli Ebrei, giunti nella Terra Promessa, trovano a Rabbath il letto di ferro di un Gigante scomparso, "era lungo nove cubiti e largo quattro...", o li incontrano: "vedemmo i giganti, i figli di Anak che discendono dai giganti e ai nostri occhi noi eravamo di fronte a essi come dei grilli - e ai loro occhi eravamo come dei grilli". In Genesi 4,1.4: "in quel tempo sulla terra vi erano dei Giganti e in seguito quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero dei figli, questi figli divennero uomini potenti e furono celebri eroi nell'antichità".
Senz'altro il più famoso tra i Giganti biblici è Golia, e la sua vicenda diviene il simbolo della vittoria del bene sul male, dell'astuzia sulla forza violenta. Benché non altrettanto celebre, Og è un altro dei Giganti citati nella Bibbia meritevole di richiamo. Mosè lo sconfigge durante la conquista di Canaan, e secondo la mitologia ebraica esso faceva parte dei numerosi Giganti antidiluviani, l'unico a sopravvivere al diluvio perché l'acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia.
Un altro episodio biblico narra che nei dintorni di Ebron vivesse una stirpe di Giganti, discendenti da Anak: gli Anakiti. Tre figli di Anak (Achiman, Sesai e Talmai) gettarono nel panico gli israeliti durante il loro cammino verso la Terra Promessa.
Probabilmente da questi Giganti prendono il nome quelli che nel mondo greco erano venerati come stirpe di dèi e di antichi re, gli anachi.
In Austria e in Germania i Giganti si muovono in selve, grotte e boschi. Aimone, per esempio, era un gigante che aveva dimora vicino alle sorgenti del Reno. Scontratosi con un suo simile di nome Tirso, che abitava la valle dell'Inn, l'aveva ucciso. La cosa non era piaciuta agli abitanti locali, tant'è che Aimone fu costretto a riparare al proprio misfatto affrontando una creatura mostruosa che funestava la zona.
Il Bayernkonigsloch (tana del re bavarese), una località situata nel nord del Tirolo, secondo alcune leggende locali deve il suo nome ai Giganti che avevano cura di sorvegliare "l'ingresso ai padiglioni dell'imperatore". Molte leggende narrano di Riibezahl, il genio del monte dei Giganti, che aiutava i viandanti ma si vendicava senza pietà di chi osava dileggiarlo.
Nelle saghe del Reno i Giganti sono numerosissimi.
Un Gigante di nome Tannchel avrebbe fatto saltare le rocce che facevano ristagnare le acque del Reno nella zona della Foresta Nera.
Cronache medioevali infine raccontano che l'imperatore Massimiliano in persona abbia sconfitto l'ultimo Gigante dell'Odenwald, in un torneo svoltosi nella città di Worms, situata sulla riva occidentale del Reno. In epoca medioevale un uomo particolarmente grosso e alto non poteva che far pensare ai caratteri del mito.
Non c'è area del mondo conosciuto in cui i Giganti non abbiano avuto un qualche ruolo.
Espedienti nella crescita del personaggio, o spiegazione di fenomeni inspiegabili, queste leggende sorgono dappertutto, perfino in America Latina (alcuni studiosi parlano a riguardo di una razza vera e propria, teorizzandone l'esistenza... in qualche luogo).
Il Gigante pare dunque rispondere a un'esigenza umana, quella di dare alla natura un volto razionale simile a quello umano. Un archetipo quindi, un mito per spiegare quanto non è o non era possibile spiegare.

FONTE
 
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sarinababy
view post Posted on 15/9/2010, 17:09





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