Mithra

« Older   Newer »
  Share  
jasmine23
view post Posted on 3/12/2007, 19:13




Mitra

image
Bassorilievo del II-III secolo raffigurante una tauroctonia, Mitra che sacrifica il toro sacro. Sono presenti nella raffigurazione il serpente, lo scorpione, il cane e la cornacchia, caratteristici dell'iconografia mitraica

Mitra (in persiano: مهرپرستی) è una importante divinità dell'Induismo e della religione persiana; compare nei Veda come uno degli Aditya, una delle divinità solari e dio dell’onestà, dell’amicizia e dei contratti. Nella civiltà persiana, dove il suo nome veniva reso come Mithra, assunse col tempo sempre maggiore importanza fino a diventare la maggiore divinità dello Zoroastrismo. Egli può essere identificato con una divinità proto-Indo-iranica il cui nome può essere ricostruito come Mitra.
In entrambe le culture, si distingue per la sua stretta relazione con gli dei che regnano sugli Asura (ahura in iranico) e proteggono rta (asha in iranico): Varuna in India e Ahura Mazda in Iran.
Il dio ellenistico e Romano Mitra fu adorato nelle religioni misteriche dal I secolo a.C. al V secolo d.C., combinando in culto sincretico il Mithra persiano con altre divinità persiane e probabilmente anatoliche.

Etimologia e origini
La parola Indo-Iranica *mitra- può avere due significati:
1. patto, accordo, contratto, giuramento o trattato
2. amicizia,

Un significato generale di "alleanza" potrebbe accordarsi adeguatamente ad entrambi i significati. La seconda alternativa è maggiormente enfatizzata nelle fonti indiane, la prima in quelle iraniche.
Il più antico riferimento conosciuto del nome Mitra si trova su una iscrizione di un trattato, risalente approssimativamente al 1400 a.C., stipulato tra gli Ittiti ed il Regno hurrita di Mitanni nell’area sud-occidentale del Lago Van. Il trattato è garantito da cinque dei Indo-Iranici: Indra, Mitra, Varuna e i due cavalieri, gli Ashvin o Nasatya. Gli Hurriti erano guidati da una casta aristocratica guerriera che adorava questi dei.

Mitra nei Veda
Negli inni vedici, Mitra è sempre invocato insieme con Varuna, tanto che le due divinità sono combinate nel termine 'Mitravaruna': Varuna è signore del ritmo cosmico delle sfere celesti, mentre Mitra genera la luce all’alba. Nel più tardo rituale vedico una vittima bianca viene prescritta per Mitra, una nera per Varuna.
Nel Shatapatha Brahmana l’Uno appaiato è descritto come "il Consiglio ed il Potere" — Mitra rappresenta il sacerdozio, Varuna il potere regale.

Mithra nel mondo iranico
La riforma di Zarathustra mantenne molte divinità del più antico pantheon indo-iranico, riducendole di numero, in una complessa gerarchia, retta dagli Amesha Spenta. i "Benefici Immortali"i quali erano sottoposti alla tutela del supremo Ahura Mazda, il "Signore Saggio", come tutto il cosmo era parte del Bene o del Male.
In tarde parti dell’Avesta, Mithra si mette in luce tra gli esseri creati, guadagnandosi il titolo di "Giudice delle Anime". Come protettore della verità e nemico dell’errore, Mithra occupò una posizione intermedia nel pantheon zoroastriano come il più grande degli yazata, gli esseri creati da Ahura Mazda per aiutarlo nella distruzione del male e l’amministrazione del mondo. Egli divenne il rappresentante divino di Ahura-Mazda sulla terra ed era incaricato di proteggere i giusti dalle forze demoniache di Angra Mainyu. Era quindi una divinità di verità e legalità, e, nel trasferimento al regno fisico, un dio dell’aria e della luce. Come nemico degli spiriti del male e delle tenebre, proteggeva le anime e come psicopompo le accompagnava in paradiso (concetto ed anche parola di origine persiana). Poiché la luce è accompagnata dal calore, era il dio della vegetazione e della crescita; ricompensava il bene con la prosperità e combatteva il male. Mitra era detto onnisciente, infallibile, sempre attento e che mai riposa.
Almeno dall’età ellenistica Mitra fu identificato con il figlio di Anahita, una dea con molti parallelismi con le divinità-madri del Vicino Oriente. Il tempio più grande del culto mitriaco è il tempio Seleucide a Kangavar nell’Iran occidentale (c. 200 a.C.), che è dedicato ad "Anahita, la immacolata vergine madre del signore Mithras". La nascita di Mitra viene celebrata al solstizio d’inverno, chiamato in persiano Shab-e Yalda, come si addice ad un dio della luce.
Come dio che concede la vittoria, Mitra era una divinità preminente nel culto ufficiale del primo Impero persiano, dove il settimo mese ed il sedicesimo giorno degli altri mesi erano a lui consacrati. Mitra il "Grande Re" era particolarmente adatto come dio tutelare dei regnanti: nomi regali che incorporano il nome del dio (es. "Mitridate") compaiono nell’onomastica dei Parti e degli Armeni, nonché in Anatolia, Ponto e Cappadocia.
Il suo culto si estese prima con l’impero dei Persiani in tutta l’Asia Minore, per poi propagarsi per tutto l’impero di Alessandro Magno e dei suoi successori. In Mesopotamia Mitra era facilmente identificato con Shamash, dio del sole e della giustizia.
I principi parti di Armenia erano sacerdoti ereditari di Mitra, ed un intero distretto di questa terra era dedicato ad Anahita. Molti templi furono eretti al dio in Armenia, che rimase una delle ultime roccaforti del culto zoroastriano di Mitra fino a quando divenne il primo regno ufficialmente cristiano.

Mitra nel mondo greco-romano
Nella cultura ellenistica Mitra era identificato con Apollo - Helios. Durante il II secolo a.C., probabilmente a Pergamo, scultori ellenistici trasformarono la figura di Mitra/Helios in un Mithras iconico, la divinità centrale di una nuova religione sincretica, il Mitraismo. Comunque questo nuovo culto non divenne mai popolare nell’entroterra greco, mentre prese piede a Roma all'incirca nel I secolo a.C., si propagò attraverso tutto l'Impero romano e fu accolto dagli imperatori come una religione ufficiale.


Mitraismo

Il Mitraismo fu un'antica religione ellenistica, basata sul culto di un dio chiamato Meithras che apparentemente deriva dal dio persiano Mitra e da altre divinità dello Zoroastrismo.
L'origine del Mitraismo è da identificarsi nell’area del Mediterraneo orientale intorno al II-I secolo a.C.. Questa religione venne praticata anche nell’Impero Romano, a partire dal I secolo a.C., per raggiungere il suo apogeo tra il III ed il IV secolo, quando fu molto popolare tra i soldati romani. Il Mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che mise al bando tutti i riti pagani, e apparentemente si estinse poco più tardi.

Principi del Mitraismo
Il Mitraismo è maggiormente documentato nella forma che assunse nel tardo Impero Romano. Fu una religione misterica di iniziazione, al pari dei misteri eleusini, non basata su un corpo di scritture rivelate. Questo culto attirò l'attenzione del mondo romano soprattutto per le sue concezioni misteriosofiche, che ruotavano intorno all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità attraverso le sette sfere planetarie all'aeternitas.
Nonostante la religione facesse professione di universalismo, questo culto escludeva le donne e fu praticato soprattutto dai militari e, in parte, da "burocrati" e amministratori.

Il mitreo
È difficile per gli studiosi ricostruire le attività giornaliere e le credenze del Mitraismo, dato che i rituali erano tenuti segreti e riservati agli iniziati. Le fonti documentarie scritte sopravvissute sono in numero esiguo e le testimonianze sono per lo più di natura archeologica, iconografica ed epigrafica.
Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo, una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza già utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio artificiale che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei. Quando possibile, il mitreo era costruito all’interno o al di sotto di un edificio esistente. Il sito di un mitreo può essere anche identificato dalla sua entrata separata o vestibolo, la sua caverna a forma di rettangolo, chiamata spelaeum o spelunca, con due panchine lungo le mura laterali per il banchetto rituale, ed il suo santuario all’estremità, spesso in una nicchia, prima del quale vi era l’altare. Sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti.
Nel Mitraismo l’acqua svolgeva un ruolo purificatorio importante e spesso nelle vicinanze del santuario vi era una sorgente naturale o artificiale. I mitrei, così diversi dai grandi edifici templari dedicati alle divinità dei culti pubblici, si distinguevano anche per il fatto di essere di dimensioni modeste; il servizio di culto, che terminava in un banchetto comune, era officiato da una piccola comunità, solitamente formata da qualche dozzina di persone.

Iconografia
In ogni tempio mitraico, il posto d’onore era occupato da una rappresentazione del dio Mitra, in genere raffigurato nell'atto di uccidere un toro sacro, (tauroctonia): questa scena rappresenta un episodio mitologico[1], più che un sacrificio animale. Nella raffigurazione sono presenti un serpente, uno scorpione, un cane, ed un corvo. In altri casi viene rappresentato il dio Mitra nascente da una roccia, secondo il mito sulla sua nascita.
Nell'iconografia la divinità viene spesso rappresentata insieme a due personaggi, detti i dadofori o portatori di fiaccole: i loro nomi erano Cautes e Cautopates. Il primo dei due porta la fiaccola alzata, l'altro abbassata: rappresentano il ciclo solare, dall'alba al tramonto, e allo stesso tempo il ciclo vitale: il calore luminoso della vita e il freddo gelido della morte.

Ranghi mitraici
I membri di un mitreo erano divisi in sette ranghi. I primi quattro livelli sembrano rappresentare un progresso spirituale, mentre gli altri tre appaiono aver avuto uffici specializzati. Ognuno di essi si trovava sotto la speciale protezione di un corpo celeste.
I sette gradi iniziatici erano:
Corax (corvo; Mercurio)
Nymphus (sposo, Venere)
Miles (soldato, Marte)
Leo (leone, Giove)
Perses (Persiano, Luna)
Heliodromus (corriere del sole, Sole)
Pater (padre, Saturno).


La mitologia del Mitraismo
Una immagine bronzea di Mitra, che emerge da un anello zodiacale a forma di uovo, trovata associata ad un mitreo lungo il Vallo di Adriano, ed una iscrizione trovata a Roma, lasciano supporre che Mitra possa essere stato visto come il dio-creatore orfico Phanes che emerse dall’uovo cosmico all’inizio del tempo, dando vita all’universo. Tale visione è rafforzata da un bassorilievo al Museo Estense di Modena, che mostra Phanes che esce da un uovo, circondato dai dodici segni dello zodiaco.
Mitra è anche descritto a volte come un uomo nato, o rinato, da una pietra (la 'petra genitrix), intorno alla quale è attorcigliato il serpente Ouroboros. Secondo lo scrittore Porfirio la caverna descritta nella tauroctonia rappresenterebbe un immagine del cosmo, e quindi la roccia sarebbe il cosmo visto dall’esterno.
Uno dei motivi centrali del Mitraismo è il mito del sacrificio di un toro sacro, creato dalla divinità suprema Ahura Mazda, che Mitra uccide nella caverna, secondo quanto consigliato da un corvo, mandato da Ahura Mazda. In questo mito, dal corpo del toro morente spuntano piante, animali e tutti i frutti della terra. La figura del dio aveva anche una valenza di mediatore tra l’Uomo e il Dio supremo del mondo superiore ed inferiore.
Sulla base delle teorie di James Frazer, il Mitraismo è stato classificato come una religione misterica che adorava una divinità che resuscita dopo la morte, comparabile ad Iside o la Persefone-Demetra dei misteri eleusini.

Storia del Mitraismo
Origini
Il Mitraismo è generalmente ritenuto essere di origine persiana, specificatamente una emanazione della cultura zoroastriana. Non può tuttavia essere messo in relazione con gli insegnamenti di Zoroastro, in quanto questi era un monoteista e per lui Ahura Mazda era l'unico dio. Dario il Grande fu ugualmente rigido nel monoteismo ufficiale del suo regno: al di fuori di Ahura Mazda nessun dio è menzionato nelle numerose iscrizioni del VI secolo a.C. rinvenute.
Comunque raramente il culto ufficiale è la sola religione professata in un area geografica. La seguente iscrizione da Susa di Artaserse II Mnemone (404-358 a.C.) dimostra che non tutti i re Achemenidi furono puramente Zoroastriani come Dario:
"Artaxerxes il Grande Re, [...] dice: [...] per il favore di Ahura Mazda, Anahita, e Mitra, ho costruito questo palazzo. Possano Ahuramazda, Anahita, e Mitra proteggermi da ogni male, e possa ciò che ho costruito non cadere in rovina né essere danneggiato."
Il tentativo di identificare il Mitra romano con quello persiano è complicato dal fatto che non esistono testi o leggende persiane che facciano riferimento a Mitra che uccide un toro o in relazione con altri animali. D’altra parte, esiste un racconto di Ahriman, il dio del male in sviluppi popolari dello Zoroastrismo, nel quale uccide un toro. Rimane arduo, altresì, spiegare come una divinità solare possa essere diventata oggetto di culto per i Romani nei mitrei, luoghi bui e cavernosi.
Un possibile legame tra la Persia e Roma, che potrebbe aver fatto da tappa per questi mutamenti, potrebbero essere stati i regni dei Parti e del Ponto in Asia Minore. Alcuni dei loro regnanti furono chiamati Mitridate, che significa "dato da Mitra", a cominciare da Mitridate I (morto nel 138 a.C.). Fu, infatti, a Pergamo, nel II secolo a.C., che scultori Greci iniziarono la produzione di raffigurazioni a bassorilievo del Mitra tauroctono. Anche se il culto di Mitra non fu mai presente nel mondo greco, queste sculture potrebbero indicare il percorso che portò il Mitra persiano a Roma.
Verso il I secolo, lo storico greco Plutarco scrive che i pirati della Cilicia praticavano riti mitraici intorno al 67 a.C.. Probabilmente dai primi contatti tra l’esercito romano ed i pirati cilici, il culto del Mitra persiano, mutuato con Ahriman, il dio che uccise un toro, passò a Roma.

Mitraismo nella Roma primitiva
Il Mitraismo arrivò completamente maturo a Roma con il ritorno delle legioni dall’Oriente nel I secolo a.C.. Come dio delle armi e campione degli eroi, Mitra attrasse i soldati romani, che portarono il suo culto in Iberia, Britannia, e Dacia.
Il culto di Mitra a Roma iniziò ad attrarre attenzione verso la fine del I secolo, probabilmente in corrispondenza con la conquista dell’allora zoroastriana Armenia. Le più antiche evidenze materiali per il culto romano di Mitra datano da quel periodo, in uno stato di servizio di soldati romani che provenivano dal presidio di Carnuntum sul Danubio, nell’attuale Ungheria (la provincia romana della Pannonia superiore). Questi soldati combatterono contro i Parti e furono coinvolti nella soppressione delle rivolte a Gerusalemme dal 60 al 70 circa. Ritornati in patria, eseguirono dedicazioni al culto di Mitra, probabilmente nel 71 o 72.
Stazio fa menzione del tipico rilievo mitraico nella Tebaide scritta intorno all’80; anche la Vita di Pompeo di Plutarco testimonia che in quel periodo il culto di Mitra fosse ben conosciuto.
Intorno al 200, il Mitraismo si propagò all’interno di tutto l’esercito romano, come anche tra commercianti e schiavi. Le frontiere germaniche hanno reso molte testimonianze archeologiche di questa diffusione: piccoli oggetti cultuali connessi con Mitra sono stati trovati in scavi archeologici dalla Romania al Vallo di Adriano.

Mitraismo nell’Impero Romano
Gli imperatori romani nel III secolo incoraggiarono il Mitraismo, per il supporto che esso offriva alla natura divina dei monarchi. Mitra divenne perciò datore di autorità e vittoria alla casa imperiale. Dal tempo di Commodo, che partecipò ai misteri mitriaci, seguaci del culto si trovavano in tutte le classi della società.
Vari templi mitraici sono stati scoperti alle frontiere dell’Impero romano: nell’Inghilterra settentrionale sono stati identificati tre mitrei a Housesteads, Carrawburgh and Rudchester. Recenti scavi a Londra hanno messo in luce strutture di un tempio mitraico vicino al centro di un insediamento fortificato romano. Altri mitrei sono stati trovati lungo il Danubio ed il Reno, nella provincia di Dacia (dove nel 2003 fu scoperto un tempio a Alba-Iulia), come anche in Numidia nel nordAfrica.
Come è naturale aspettarsi, rovine mitraiche sono state trovate anche in Italia: a Napoli, ad Ostia a Roma e a Santa Maria Capua Vetere, dove sono stati identificati una dozzina di mitrei. L’importanza del culto nella città di Roma è testimoniata dall’abbondanza dei resti monumentali: più di 75 statue, 100 iscrizioni mitraiche, oltre a resti di templi ed altari in ogni parte della città e nel suburbio. Un mitreo ben conservato del secondo secolo, con altare e panchine di pietra, originariamente costruito al di sotto di una casa romana (com’era pratica comune), sopravvive nella cripta sopra la quale fu costruita la chiesa di San Clemente.

La fine del Mitraismo
Il culto del Sole (Sol) esistette all’interno del pantheon romano indigeno, ma ebbe una parte secondaria e sempre in associazione con la Luna. Comunque in Oriente vi furono molte divinità solari, come l’Helios greco, poi rimpiazzato da Apollo. All’incirca nel III secolo, i culti popolari di Apollo e Mitra iniziarono a fondersi nel sincretismo romano e nella stessa epoca comparve il culto del Sol Invictus; nel 274 l’imperatore Aureliano (la cui madre era una sacerdotessa del Sole) rese ufficiale il culto di questa divinità, costruendogli un nuovo tempio e dedicandogli un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti): l'imperatore attribuì al dio le sue vittorie in Oriente.
Questo periodo segnò anche l’inizio del declino del Mitraismo: poco dopo l’Impero romano perse la Dacia e le invasioni dei popoli del nord distrussero molti templi lungo la frontiera dell’Impero, la principale roccaforte del culto. La diffusione del Cristianesimo all’interno dell’Impero, sostenuta dal favore di Costantino verso la nuova religione, fece la sua parte.
Il regno dell'imperatore Giuliano, che cercò di restaurare il culto e di limitare l'avanzata della religione cristiana, e l’usurpazione di Flavio Eugenio rinnovarono le speranze dei seguaci di Mitra, ma il decreto stilato da Teodosio nel 391, che vietava qualsiasi culto non cristiano, sancì definitivamente la fine del Mitraismo.
Tarde sopravvivenze del culto mitriaco si possono trovare fino al V secolo in alcuni luoghi delle Alpi e nelle regioni orientali. Il suo posto, come religione persiana passata poi in Occidente, fu preso dal Manicheismo.

Similarità e connessioni con il Cristianesimo
È possibile che esistano connessioni tra Mitraismo ed Cristianesimo, come farebbero supporre alcune similitudini tra le due religioni, quali la celebrazione del Natale il 25 dicembre, l'esistenza di Paradiso e Inferno, e altre credenze simili tra la nascita di Gesù e quella di Mitra.
Una delle leggenda a suo riguardo narra che il dio decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, e vede la luce in una grotta. I festeggiamenti per la sua nascita avvenivano il 25 dicembre (la Chiesa ha accettato solo nel IV secolo, più o meno nel 335 d.C., tale data come effettiva data di nascita di Cristo) e, sempre secondo la leggenda, Mitra avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato. Il culmine delle cerimonie a lui dedicate era un banchetto a base di pane (prodotto a partire dal grano, cioè dal midollo del toro) ed acqua (o forse vino, prodotto dall'uva, cioè dal sangue del toro). Anche in questo caso, la somiglianza con il rito cristiano dell'eucarestia è molto spinta.

Mitrei in Italia
Mitrei di Roma
Mitreo sotto la chiesa di San Clemente
Mitreo Barberini (con tauroctonia affrescata)
Mitreo delle Terme di Caracalla
Mitreo sotto la chiesa di Santa Prisca
Mitreo del Circo Massimo

Mitrei di Neapolis (Napoli)
Mitreo nell'Antro di Mitra a Pizzofalcone
Mitreo nell'area della Grotta di Pozzuoli a Posillipo
Mitreo nell'area archeologica di Carminiello ai Mannesi

Mitrei di Ostia
Mitreo delle 7 sfere
Mitreo degli animali
Mitreo delle 7 porte
Mitreo di Felicissimo
Mitreo delle Terme
Mitreo delle Pareti Dipinte
Mitreo del Palazzo Imperiale
Mitreo della Planta Pedis
Mitreo dei Serpenti
Mitreo di Lucrezio Menandro
Mitreo della Casa di Diana

Altri mitrei
Mitreo di Vulci
Mitreo di Sutri
Mitreo di Duino
Mitreo di Marino (con tauroctonia affrescata)
Mitreo di Santa Maria Capua Vetere (con tauroctonia affrescata)


Cristianesimo e Mitraismo

Il confronto tra Mitraismo e Cristianesimo desta molta curiosità ed interrogativi in quanto esistono molte similitudini tra queste due religioni. Tale confronto però risulta abbastanza laborioso, in quanto, avendo il culto di Mitra origini molto antiche (intorno al 1400 a.C.), si può risalire ad almeno due tipi di mitraismo riconosciuti: quello persiano, l'originale e quello romano, sviluppatosi attorno al terzo/quarto secolo a.C.

Similitudini tra le due religioni
Visione del mondo
Ambedue hanno simili credenze sul mondo, il destino, paradiso ed inferno (il primo abitato dai beati, il secondo popolato da demoni e situato al centro della Terra), e l'immortalità dell'anima. Le loro concezioni sulla battaglia tra Bene e Male sono praticamente identiche, inclusa una grande e finale battaglia alla fine dei tempi. Tutte e due aspettano il Giudizio finale e la resurrezione.

Battesimo
Ambedue le religioni utilizzano il battesimo come purificazione ed unico modo per entrare a far parte della comunità. In realtà il rito romano è completamente diverso, senza alcuna somiglianza reale: il battesimo romano di Mitra si esprime nel rituale della taurobolia, consistente nel disporre il fedele in una cavità sotterranea, chiusa in alto da una grata, sulla quale è condotto, e conseguentemente sgozzato, un toro; il fedele viene così immerso nel sangue ancora caldo dell'animale. Il battesimo cristiano, come è noto, avviene per immersione in una vasca d'acqua, senza alcun sacrificio animale e senza sangue. Non si hanno invece notizie circa il battesimo mitraico iraniano[1]

Nascita di Mitra e nascita di Gesù
Racconto della nascita
Sia alla nascita di Mitra che a quella di Cristo assistono pastori. In realtà nel Vangelo secondo Luca i pastori non assistono direttamente alla nascita, ma vi si recano in seguito. Ci sono due leggende legate alla nascita di Mitra. La prima lo vuole nato da una roccia femmina, o petra genetix e venerato dai pastori recanti oro incenso e mirra, proprio come i Re Magi.

Nascita da una vergine
La seconda, sorprendentemente simile alla tradizione sulla nascita di Cristo, lo vuole nato da una donna vergine. Il tema della nascita delle divinità da vergini è presente in moltissime religioni antiche (come anche Horus, Buddha). In alcune culture il calendario cominciava originariamente nella costellazione della Vergine, pertanto il Sole sarebbe "nato da una Vergine". [2]
Per quanto riguarda il cristianesimo la nascita verginale di Gesù, qualora la si voglia intendere come mito, nel vangelo di Matteo (1,22 - 23) è messa in relazione con un brano del profeta Isaia (7,14) (secondo la Bibbia detta dei Settanta, una versione in lingua greca composta intorno al II secolo avanti Cristo e in seguito la più diffusa in ambiente cristiano), in cui si parla di una vergine che concepirà un figlio. Il riferimento è all'interno della scrittura biblica, seppure secondo una nuova interpretazione rispetto a quella tradizionale ebraica.

Data della celebrazione
Nella cultura ellenica, i culti di Mitra e di Apollo si fusero. Stessa sorte toccò agli albori del Cristianesimo proprio a Gesù, il quale venne addirittura raffigurato, nella prima iconografia, alla guida di un carro solare. Sia la nascita di Mitra che di Cristo sono celebrate il 25 dicembre, data comune alla nascita di altri personaggi divini o semi-divini (come Horus, Shamash e Tammuz, altre divinità "solari").
Da "Nuova enciclopedia cattolica dell’Ordine Francescano"(1941):
« Per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I vangeli non ne indicano né il giorno né l’anno […] fu assegnata la data del solstizio d’inverno perché in quel giorno in cui il sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti (Giorno della Nascita del Sole invincibile). »
Il vescovo siriano Jacob Bar-Salibi scrive nel XX secolo [3]:
« Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la "vera" Natività doveva essere proclamata in quel giorno. »
L’Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag 299, dice:
« I Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo … La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella mitraica del Dies Natalis Solis Invicti (Giorno Natalizio dell'Invincibile Sole), nel solstizio invernale. »
Nella rivista Famiglia Cristiana del 1 dicembre 2002, leggiamo:
« La celebrazione del 25 dicembre, come commemorazione della nascita di Gesù Cristo, è attestata per la prima volta nel Cronografo romano del 354, redatto sotto papa Liberio, che fa riferimento ad un elenco di feste compilato originariamente nel 336. Questa data, di cui non si trova traccia nei Vangeli, fu probabilmente scelta per sostituire la festa del Sole invitto, introdotta a Roma nel 274 dall’imperatore Aureliano »
Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo"). Se ci troviamo nell’emisfero nord della terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre possiamo infatti osservare come il sole sembra fermarsi in cielo, fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo "Natale". Questa interpretazione "astronomica" può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro. Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, pare strano, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.[4]

Giorno santo
Ambedue considerano la domenica come giorno santo della settimana. Per quanto riguarda i cristiani esso ha origine dal fatto che Gesù sarebbe risorto «il primo giorno dopo il sabato». Originariamente, i 7 giorni della settimana erano chiamati in base ai 7 corpi celesti allora conosciuti (e rappresentanti 7 divinità) e che si pensava ruotassero intorno alla Terra, ovvero Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, Sole . Abbiamo quindi Lunae dies, Martis dies, Mercurĭi dies, Iovis dies, Venĕris dies, Saturni dies, Solis dies. I primi cinque mostrano chiaramente l'origine dell'attuale denominazione dei giorni della settimana nella lingua italiana (lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì) e nelle altre lingue (da notare che molte lingue del nord europa hanno mantenuto anche l'originale denominazione per i giorni di sabato e domenica, come ad esempio l'inglese con Saturday e Sunday). Il Solis dies mutò in Dies dominicus, il giorno del Signore, mantenendo la sua caratteristica di giornata di festa e di riposo dal lavoro e divenne l'ultimo giorno della settimana ("il settimo giorno"), anziché il primo. Il Saturni dies diventò Sabbatum, derivando dallo shabbath ebraico, probabilmente per coerenza con le scritture, secondo le quali Gesù è resuscitato il giorno dopo lo shabbath.
L'immagine di Mitra veniva sepolta in una tomba all'interno di una caverna e questa veniva ritualisticamente rimossa ogni anno e si diceva che tornasse alla vita di nuovo. il trionfo di Mitra e l'ascensione al Paradiso erano celebrati durante l'equinozio di primavera, quando il Sole raggiungeva il suo apogeo.

Culto
I vescovi cristiani a Roma utilizzarono il titolo mitraico del più alto sacerdote del Pater Patrum, di cui papa è l'abbreviazione.[5]
I temi del Toro e della grotta sono stati trovati in chiese cristiane dedicati all'arcangelo Michele, che dopo la legalizzazione del cristianesimo divenne il santo patrono dei soldati (vedi la grotta santa nel monte Gargano in Puglia, convertita a santuario in onore di Michele nel 493). Bisogna ricordare che il culto di Mitra era presente soprattutto nella classe militare.
Molte chiese furono costruite sopra a mitrei distrutti, come per esempio San Clemente a Roma.
Toro e cripta sono legati anche al culto del santo cattolico Saturnino, di Tolosa, Francia.

Ricerche storiche
Alcuni studi, in gran parte opera di apologeti cristiani, sostengono che il Cristianesimo avrebbe caratteri del tutto originali rispetto al mitraismo romano. Tutte le somiglianze tra Gesù e Mitra sarebbero, in parte, elementi che gli adoratori di Mitra hanno copiato dal Cristianesimo dal II sec. d.C., ed in parte, arbitrarie speculazioni di tempi recenti.
A sostegno di questa tesi ci sono i seguenti studiosi:
Lo studioso Richard Gordon, in Image and Value in the Greco-Roman World, dice apertamente che nel culto di Mitra non esiste «nessuna morte di Mitra», dunque non si potrebbe neppure parlare di resurrezione.
Il teologo cristiano Ronald H. Nash sostiene[6]:
« Le asserzioni di una dipendenza del Cristianesimo dal Mitraismo sono state rigettate per diversi motivi. Il Mitraismo non aveva concetti di morte e risurrezione del suo dio e in esso non aveva luogo il concetto di rinascita - almeno durante le sue fasi iniziali... Inoltre, il Mitraismo era essenzialmente un culto militare. Pertanto, bisogna guardare con scetticismo all'idea che esso possa essere stato accolto da persone pacifiche come i primi Cristiani »
L’apologeta en:Josh McDowell riporta ciò che dice lo studioso Bill Wilson[7]:
« Sebbene vi siano diverse fonti che suggeriscono che il Mitraismo includesse la nozione di rinascita, esse sono tutte post-Cristiane. La più antica risale al secondo secolo d.C. »
Altri studi confermerebbero invece la tesi secondo la quale il cristianesimo avrebbe attinto in larga parte dal mitraismo:
Luigi Cascioli[8] scrive che l'ambasciatore di Spagna presso gli Stati della Chiesa, Mendoza, riportò la seguente testimonianza al suo governo a proposito di cosa Papa Paolo III affermava su Gesù:
« Spingeva la sua irriverenza fino al punto di affermare che Cristo non era altri che il sole, adorato dalla setta mitraica, e Giove Ammone, rappresentato nel paganesimo sotto la forma di montone e di agnello. Egli spiegava le allegorie della sua incarnazione e della sua resurrezione mettendo in parallelo Cristo e Mitra. Egli diceva ancora che l'adorazione dei magi non era altro che la cerimonia nella quale i preti di Zaratustra offrivano al loro dio oro, incenso e mirra, le tre cose attribuite all'astro della luce. Egli sosteneva che la costellazione della Vergine, o meglio ancora di Iside, che corrisponde al solstizio in cui avvenne la nascita di Mitra, erano state prese come allegorie per determinare la nascita di Cristo per cui Mitra e Gesù erano lo stesso Dio. Egli osava dire che non c'era nessun documento valido per dimostrare l'esistenza di Cristo e che, per lui, la sua convinzione era che non fosse mai esistito. »
Ernest Renan, nel The origin of Christianity, propose l'idea che il mitraismo fosse il primo competitore del cristianesimo tra il secondo e il terzo secolo d.C., mentre in Marc-Aurèle et la fin du monde antique scrisse:
« Se il cristianesimo fosse stato fermato alla sua nascita da qualche malattia mortale, il mondo sarebbe diventato mitraico »

Contesto delle ricerche
In generale chi sostiene l'originalità del Cristianesimo, lo confronta con il Mitraismo romano, mentre chi ne sostiene la similitudine, lo rapporta al Mitraismo iraniano. Giova ricordare che da quando esiste la religione, le influenze reciproche sono cosa tutt'altro che inedita, a partire dalla prima religione conosciuta, l'Induismo. È quindi logico pensare all'Ebraismo e al successivo Cristianesimo come influenzati dallo Zoroastrismo e dal Mitraismo, che a loro volta presentano elementi concordanti con l'Induismo.

Riferimenti e Note
1. ^ David Ulansey, The Origins of the Mithraic Mysteries, Oxford University Press, 1991
2. ^ Acharya S, The Christ Conspiracy
3. ^ Ramsay MacMullen, Christianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries, Yale, 1997, p. 155
4. ^ Elena Savino, Le radici pagane del natale
5. ^ Araldica Ecclesiastica
6. ^ Ronald H. Nash, Cristianity and the Hellenistic World
7. ^ en:Josh McDowell, The Best of Josh McDowell: A Ready Defense
8. ^ Luigi Cascioli, La favola di Cristo, autopubblicato, 2002

FONTE

MITRA ed il MITRAISMO

Il culto del dio Mitra, divinità di origine persiana le cui prime tracce risalgono al 1300 a.C. ma probabilmente molto anteriore, è uno dei culti orientali che tramite il mondo ellenico si diffusero a Roma in alternativa alla religione ufficiale.
Esso cominciò a prendere piede a partire dalla fine del I secolo d.C. e raggiunse il periodo di massima diffusione al tempo degli imperatori Severi. Il Mitraismo occidentale si è formato da una lunga e complessa evoluzione dell'antico culto iranico e come molti altri culti di origine orientale, anch'esso aveva le caratteristiche della religione iniziatica e segreta. Questo è uno dei motivi per cui i santuari, i 'mitrei', furono sempre ricavati in ambienti sotterranei.
Il dio Mitra e il suo mistero sembra siano stati introdotti nel mondo greco-romano dai pirati di Cilicia deportati da Pompeo nel 67 a.C. in Grecia, ove però questa religione ha lasciato scarse testimonianze. Assai più vistose e numerose le tracce superstiti nella penisola italica, dove si affermò alla fine del I sec. d.C., diffondendosi poi con estrema rapidità nelle province nordiche (Mesia, Dacia, Pannonia, Germania, Britannia) attraverso le guarnigioni militari che, insieme agli schiavi, furono i più attivi propagandisti di Mitra. La totale mancanza di fonti scritte fa assumere una straordinaria importanza alla documentazione archeologica relativa a Mitra, il cui mito si ricostruisce in base alle numerose raffigurazioni rinvenute nei mitrei.
La sua storia si articola in diversi episodi: il dio nasce da una roccia con una fiaccola e un coltello fra le mani, con un colpo di freccia fa scaturire l'acqua da una roccia. Successivamente Mitra inizia ai propri misteri il Sole, da cui è distinto ma al tempo stesso strettamente associato, segue un patto fra le due divinità, che siedono insieme a banchetto per poi salire sul carro solare verso il cielo. Nell'iconografia Mitra è frequentemente associato a Varuna insieme al quale personifica i due aspetti del cielo, diurno e notturno, nonché l'ordine cosmico e umano: Varuna punisce i malvagi e i trasgressori, mentre Mitra è protettore della giustizia e dei patti, del bestiame (cui garantisce buoni pascoli) e degli uomini giusti. Oltre agli aspetti celesti e solari la sua originaria personalità connessa con la giustizia assunse anche una connotazione cosmogonica e soteriologica, mirante cioè alla salvezza dell'uomo.
Ma l'avvenimento centrale del rito mitraico è senza dubbio il sacrificio del toro, la cui morte promuove la vita e la fecondità dell'universo. L'iconografia di tale evento era posta sempre ad una estremità dell'antro, solitamente di forma allungata e con due lunghi banconi ai lati, in cui venivano celebrati i sacrifici rituali ed i banchetti cultuali. Oltre al dio ed al toro, nella tauroctonia erano sempre presenti delle figure simboliche ben precise: un cane ed un serpente che bevevano il sangue del toro, uno scorpione che lo pungeva ai testicoli, delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell'animale morente e un corvo.
Il loro significato è incerto: lo scorpione ed il serpente sono visti di solito come forze del male che tentano di impedire al sangue ed al seme del toro di raggiungere e fecondare la terra, il cane al contrario ne trae forza mentre le spighe simboleggiano la forza vitale che si libera dal toro morente a favore delle piante verdi. Il corvo, messaggero divino, stabiliva il contatto tra Mitra ed il Sole. Una interpretazione molto diffusa e suggestiva lega i vari animali prima citati alla rappresentazione astronomica e astrologica del cielo e delle costellazioni, mentre l'uccisione del toro e la presenza del sole fanno pensare ad un rito segreto che alluda al meccanismo di precessione degli equinozi. Il carattere cosmico di Mitra è sottolineato poi dalla costante presenza al suo fianco dei due dadofori, o portatori di fiaccole, Cautes e Cautopates, tipologicamete affini al dio e insieme al quale costituiscono una sorta di trinità: rappresentano infatti, nel corso della giornata, rispettivamente il sole dell'aurora, del mezzogiorno e del tramonto, mentre nel ciclo annuale alludono alla primavera, all'estate e all'autunno.
Come in tutti i misteri, anche a quello mitraico si era ammessi attraverso una iniziazione segreta e preceduta dal giuramento di non rivelare il rito. L'ingresso era riservato ai soli uomini e l'iniziato poteva gradualmente accedere ai sette gradi della gerarchia (corvo, ninfo, soldato, leone, persiano, corriere del sole, padre) attraverso prove e cerimonie delle quali sappiamo, ovviamente, molto poco. Il loro carattere doveva essere però essenzialmente simbolico ed incruento come del resto lo stesso sacrificio del toro, punto centrale della liturgia mitraica, impossibile da eseguire nella maggior parte dei mitrei a causa delle piccole dimensioni dei locali.
Secondo alcuni studiosi proprio la disciplina gerarchica dell'iniziazione, così come il carattere vittorioso del dio e il contenuto morale del mitraismo, che muove dall'antica idea persiana dell'eterno combattimento contro il male, spiegherebbe il successo incontrato dai misteri di Mitra presso l'esercito e poi anche presso gli imperatori, al punto da far scrivere ad Ernest Renan che "se il cristianesimo fosse stato fermato nella sua espansione da qualche malattia mortale, il mondo sarebbe stato mitraico".
L'apogeo del mitraismo si ebbe nel II-III secolo d.C., periodo particolarmente travagliato durante il quale l'impero vacillava minato da una crisi non solo economica e militare, ma che investiva anche tutto il mondo pagano che approderà più tardi alla totale cristianizzazione. In questo periodo il mitraismo si identificò con la religione orientale del Sole, diversa dal mitraismo ma con essa confusa dalle masse popolari, che fu assunta a religione ufficiale dello stato durante il regno di Aureliano (270 - 275 d.C.); in seguito Diocleziano cercò di sostenere il culto di Mitra quale religione del Sol invictus nelle legioni imperiali. In quell'epoca la religione mitraica si diffuse anche nelle classi più elevate fino ad arrivare allo stesso imperatore.
Senza diventare mai religione ufficiale dello stato, il mitraismo godette però di una vasta fortuna, oltre che nell'esercito, soprattutto tra le classi più modeste della società: schiavi, liberti, operai, artigiani e piccoli commercianti. Contemporaneamente, da questi stessi strati popolari e da esigenze spirituali analoghe, muoveva anche l'altra grande religione monoteista dell'epoca: la religione cristiana, che avversò sempre il mitraismo come il concorrente più pericoloso.
Oltre alle comuni origini orientali, molti erano gli elementi sorprendentemente somiglianti fra i due culti: l'episodio di Mitra che fa scaturire l'acqua dalla roccia richiamava il miracolo della rupe di Mosè e il miracolo della fonte operato da S. Pietro, non può poi sfuggire il parallelismo tra le lustrazioni ed il battesimo, la comune credenza nella resurrezione dei morti e nel giudizio finale presieduto da Mitra o da Cristo, la singolare coincidenza della celebrazione del natale del dio fissato il 25 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, da entrambe le religioni. Nella lotta scatenatasi tra le due comunità una prima vittoria fu conseguita dai cristiani con l'editto di Costantino del 313 d.C. , mentre la restaurazione pagana di Giuliano l'Apostata (361 - 363) permise una ripresa del culto di Mitra, segnando soprattutto una battuta d'arresto alla distruzione dei mitrei precedentemente iniziata. Con la vittoria di Teodosio su Eugenio (394 d.C.) la religione cristiana prevalse definitivamente su quella mitraica che poté resistere ancora per poco nelle zone periferiche, mentre a Roma, sopra i mitrei saccheggiati e distrutti, vennero erette chiese e basiliche.

Il MITO
Esistono due leggende differenti riguardo alla nascita di questa divinità, accomunate dalla sua scelta di incarnarsi al fine di sconfiggere il male cosmico e morale, salvando così il genere umano. Secondo la prima leggenda, Mitra sarebbe nato da una pietra, dalla quale sarebbe uscito armato di una daga in una mano, una fiaccola nell'altra e con un berretto frigio sul capo. La seconda leggenda narra invece che il dio decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, e vede la luce in una grotta. I festeggiamenti per la sua nascita avvenivano il 25 dicembre (vale la pena ricordare che la Chiesa ha accettato solo nel IV secolo, più o meno nel 335 DC, tale data come effettiva data di nascita di Cristo) e, sempre secondo la leggenda, Mitra avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato.
Qualsiasi sia stata la sua nascita, la sua è una vita eroica: la sua prima azione è quella di soggiogare il Sole, per poi accordarsi con lui e ricevere in dono una corona luminosa. Cattura poi un toro, portandolo nella sua grotta e superando tutta una serie di difficoltà, causate da un serpente e da uno scorpione, inviati dal dio maligno Ahriman; dal corpo del toro, una volta sgozzato, vengono emanate tutte le piante salutari, in particolare la vite dal suo sangue e il grano dal suo midollo; dal suo seme sarebbero invece nati tutti gli animali utili all'uomo. Al termine del suo operato, con l'aiuto del Sole, Mitra sarebbe assurto in cielo, da dove continuerebbe a proteggere gli esseri umani.
Nell'iconografia la divinità viene spesso rappresentata insieme a due personaggi, detti i dadofori o portatori di fiaccole: i loro nomi erano Cautes e Cautopates, ed erano talmente legati al dio da costituire in pratica un'unica divinità, il triplice Mitra. Il primo dei due porta la fiaccola alzata, l'altro abbassata: rappresentano il ciclo solare, dall'alba al tramonto, e allo stesso tempo il ciclo vitale: il calore luminoso della vita e il freddo gelido della morte. Somiglianze con il cristianesimo: Le analogie con la religione cristiana non sono solamente legate ad una delle due leggende relative alla sua nascita, alla durata della sua incarnazione e alla sorta di aureola che il Sole gli dona: il rituale mitraico prevedeva sette gradi di iniziazione: Corax, Crypticus, Miles, Leo, Perses, Heliodromus e Pater. Chi raggiungeva il grado più elevato, quello di Pater (che è lo stesso appellativo con cui ci si rivolge ad un sacerdote cristiano), era colui che officiava i riti, era considerato il rappresentante della divinità in terra, indossava un berretto ed un vestito rossi (come i cardinali) ed aveva un bastone da pastore con la punta ricurva (la mitra, appunto) come simbolo della propria posizione. Ben presto i primi cristiani avrebbero iniziato a considerare il mitraismo un "travisamento satanico dei riti più sacri della loro religione", (mentre è molto più probabile il contrario, a dire il vero…) perseguitandolo aspramente.

Il RITUALE
Malgrado Mitra fosse una divinità solare, i mitrei, templi in cui i suoi riti venivano officiati, erano sotterranei (specus), probabilmente in ricordo della grotta in cui la divinità sarebbe nata e/o vissuta. Fu Zoroastro ad iniziare questa tradizione: in qualche modo l'antro rappresentava l'universo nel suo complesso, e gli oggetti in esso posizionati ne rappresentavano simbolicamente gli elementi e le parti. Purtroppo si sa poco dei rituali, delle simbologie e delle speculazioni cosmologiche e astrologiche della religione mitraica, che dovevano essere piuttosto complesse e note solamente agli iniziati di livello più alto.
Da alcuni dipinti ritrovati in vari mitrei (gli esempi di mitrei contenenti dipinti sono piuttosto rari, più spesso sono presenti sculture o bassorilievi), appare probabile che, durante le liturgie, i fedeli portassero delle maschere che ne mettevano in mostra il livello di iniziazione raggiunto. Quel che è noto è che la vittoria sul toro selvaggio rappresenta la vittoria dell'ordine sul caos e sulla barbarie e che il culmine del cerimoniale era un banchetto a base di pane (prodotto a partire dal grano, cioè dal midollo del toro) ed acqua (o forse vino, prodotto dall'uva, cioè dal sangue del toro). Anche in questo caso, la somiglianza con il rito cristiano dell'eucarestia è molto spinta. Purtroppo non ci sono note le formule rituali che il pater pronunciava durante lo svolgimento del rituale. Sembra comunque che esistesse una sorta di percorso di purificazione attraverso sette porte (non necessariamente da intendersi fisicamente), una per ciascun livello di iniziazione, ma anche una per ciascun circolo celeste allora noto (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno), e forse rappresentate dalle icone dei sette simboli di iniziazione. In alcuni casi è presente una cella al di sotto della sala principale, chiamata fossa "sanguinis", collegata ad essa tramite un sistema di tubature che servivano con tutta probabilità ad una sorta di battesimo, officiato attraverso un'abluzione nel sangue del toro sacrificato.

GRADI DI INIZIAZIONE DEL MITRAISMO

1. Grado d'iniziazione: Corvo

E' il primo grado iniziatico, simboleggiava la morte del neofita. Nella Persia antica era abitudine esporre cadaveri sulle torri funerarie perché fossero mangiati dai corvi. Il Corvo, come simbolo della morte, può anche essere visto su alcune carte dei tarocchi come la carta numero 13, invece della Morte. A questo punto il neofita muore e rinasce in un corso spirituale. Al neofita veniva assegnato un mantra da ripetere e i suoi peccati venivano lavati nell'acqua, con il battesimo.
Il neofita si desta dal lungo sonno in cui ha dormito per molti anni e si apre a una nuova esperienza che è quella della luce; apre le porte del suo io per spogliarsi ed entrare nudo nella luce.
Il grado del Corvo è sotto la protezione di Mercurio. Simboli che appartengono a questo grado: corvo, cadduceo, ariete, tartaruga, lira, vaso.
Il simbolo del corvo è presente sia nel mitreo di S. Prisca a Roma sia nel Mitreo delle Dura-Europo sull'Eufrate in Siria che in molti altri siti.

2. Grado d'iniziazione: Nymphus (Crisalide)
E' il secondo grado iniziatico, rappresenta la nascita. Le farfalle nascono dalle larve... Queste sono all'inizio più piccole di un grano di miglio; quando, crescono diventano vermi e dopo tre giorni piccole larve.
Poi crescono ancora e piano piano mutano il loro aspetto diventando quindi crisalidi; e sebbene, abbiano un guscio duro, si muovono se vengono toccate. Dopo poco tempo il guscio si rompe e volano via animaletti con le ali che chiamiamo farfalle.
"Non poteva vedere "la luce della verità" finché "il velo della realtà" non veniva alzato. Lui era promesso al culto e diventava casto per almeno la durata di questa fase. Era lo sposo (amante) di Mithra; inoltre offriva alla sua statua una coppa di acqua, la coppa era il suo cuore e l'acqua il suo amore."
Il grado della Crisalide è sotto la protezione di Venere. Simboli che appartengono a questo grado: serpente, didema, lucerna.
Il simbolo della crisalide è presente sia sulla pietra tonda di Salona (Dalmazia) che sul rilievo di Eros e Psyche a Capua che in molti altri siti.

3. Grado d'iniziazione: Miles (Soldato)
E' il terzo grado iniziatico, rappresenta la battaglia. Anche il terzo grado rientra negli stadi preparatori che gli iniziati oltrepassano rapidamente. Tertulliano ci dice che il candidato doveva combattere contro un uomo con la spada per conquistare la corona.
Il neofita doveva inginocchiarsi (sottomissione all'autorità religiosa), nudo (simbolo dell'abbandono della vecchia vita), bendato e con le mani legate.
Veniva poi offerta una corona sulla punta di una lancia. Una volta incoronato, le corde andavano tagliate con un solo colpo della lancia e tolta la benda. Questa rappresentava la sua liberazione dalla materialità del mondo.
Rimuoveva poi la corona dalla testa e la metteva sulla sua spalla, dicendo: "Mithra è la mia sola corona".
Questo rappresentava anche la rimozione dell'intelletto stesso, permettendo a Mithra di essere la guida. Dopo questa fase il neofita cominciava la vera battaglia contro il suo essere basso: un soldato è colui che combatte realmente il vero nemico.
Il grado del Miles è sotto la protezione di Marte. Simboli che appartengono a questo grado: scorpione, gambero, elmo, lancia , berretto frigio, bisaccia.
Il simbolo del Miles è presente sia mitreo delle sette porte di Ostia che sugli altari di Heddernheimche in molti altri siti.

4. Grado d'iniziazione: Leo (Leone)
E' il quarto grado iniziatico, rappresenta l'elemento del fuoco. E' il gradino per entrare nella porta dell'Oltre, del non commensurabile.
All'iniziato si apre una nuova visione del mondo, quella del mondo fenomenico a cui si può accedere solo con un atto di forza e vigore interiore.
Per questo ai leoni non erano permesso di toccare acqua durante il rituale, ed invece il miele era offerto all'iniziato per lavare le mani e per ungersi la lingua. I leoni portavano il cibo per il pasto rituale che era preparato da quelli dei gradi inferiori. Gli impegni dei leoni includevano il controllo della fiamma dell'altare sacro. Il banchetto rituale, costituito da pane e vino, rappresentava l'ultima cena di Mithra con i suoi compagni, prima della sua ascesa al cielo sul carro del Sole.
Il grado del Leo è sotto la protezione di Giove. Simboli che appartengono a questo grado: cane, cipresso, alloro, folgore, l'aquila, vespa. Un importante affresco per capire la rilevanza di questo grado è presente nel mitreo di S. Prisca.
"Accipe thuricremos, pater accipe sancte leones, per quos thura damus, per quos consumimur ipsi."
"Accetta amichevolmente, santo Padre, i Leoni che bruciano l'incenso (e il loro elemento: il fuoco), attraverso essi noi spargiamo l'incenso, attraverso essi anche noi finiremo"


5. Grado d'iniziazione: Perses (Persiano)
E' il quinto grado iniziatico. Il rappresentante del Persiano è Cautopates, il pastore vestito secondo l'uso nazionale e con la torcia abbassata. E' il grado che sottende al ruolo del Custos delle grotte mitraiche.
"L'iniziato ha ottenuto questo grado attraverso un'affiliazione alla razza che era l'unica che meritava di ricevere la più alta rivelazioni della saggezza del Magio".
L'emblema di questa fase era un'arpa, l'arpa che Perseo ha usato per decapitare il Gorgon, simbolizzando la distruzione dell'aspetto più basso dell' iniziato. L'iniziato era inoltre purificato con il miele, perché era sotto la protezione della luna.
"Il miele è associato con la purezza e la fertilità della luna perché in Iran antico la luna era considerata la fonte del miele, e quindi l'espressione "luna di miele" denota non il mese dopo il matrimonio, ma la continuazione dell'amore e della fertilità nella vita matrimoniale".
Il grado del Perses è sotto la protezione di Luna. Simboli che appartengono a questo grado: arco, faretra, bastone, falce di luna, civetta, usignolo, archi, acinace, chivi, brocca, delfino, treppiede, spiga. Il grado del Persiano è ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

6. Grado d'iniziazione: Heliodromo
E' il sesto grado iniziatico. Il rappresentante dell' Heliodromo è Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il sorgere del Sole. Rappresenta il levar del sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla terra.
Nel grado di Heliodromus (camminatore del sole) sotto il sole, l'iniziato imitava il sole al banchetto rituale. Si sedeva accanto a Mithra (il padre), vestito in rosso, il colore del sole, del fuoco e del sangue della vita.
Il grado dell'Heliodromo è sotto la protezione di Sole.
Simboli che appartengono a questo grado: corona a sette raggi, torcia, sferza, spiga, globo, gallo, lucertola, coccodrillo, palma.
Il grado del Persiano è ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

7. Grado d'iniziazione: Pater
E' il settimo e il più alto grado iniziatico, rappresenta tramite Saturno il Tempo dell'Oro ....redeunt Saturnia regna.
Lui era il rappresentante sulla terra di Mithra, la luce del paradiso personificato, l'insegnante della congregazione che guidava, vestito in un cappello rosso e anche "pantaloni sformati Persiani di colore rosso, portando un bastone, simbolo del suo carico spirituale".
Il grado del Pater è sotto la protezione di Saturno. Nel mitreo di S. Prisca il Pater è seduto sul trono e gli iniziati gli sfilano innanzi.

I mitrei di Roma
La religione mitraica ebbe una diffusione piuttosto ampia a Roma come un po' in tutto l'impero a partire dal I secolo DC. Inizialmente ben tollerata, venne duramente combattuta a partire dal III secolo da parte dei cristiani, che molto probabilmente ne assorbirono alcune caratteristiche e alcuni rituali. Di conseguenza, a Roma si trovano diversi mitrei, purtroppo non tutti visitabili con facilità: per alcuni di essi è necessario chiedere l'autorizzazione all'ente che li gestisce.

Mitreo di S. Clemente
Uno dei mitrei che è possibile visitare facilmente, è quello sottostante alla chiesa di S. Clemente, in Via S. Giovanni in Laterano, non lontano dal Colosseo. Vale la pena visitarlo, anche perché la chiesa è molto interessante di per sé; originariamente eretta sulle rovine di costruzioni romane, si compone di due chiese sovrapposte: la basilica inferiore venne eretta nel 385, e, dopo un paio di restauri, venne distrutta alla fine dell'XI secolo. Sulle sue rovine, venne eretta la basilica superiore, all'inizio del XII secolo. Si deve arrivare però agli anni '30 del nostro secolo per riscoprire che, al di sotto dell'abside della basilica inferiore, è presente un tempio risalente al III secolo DC e dedicato al dio Mitra. L'angusto corridoio che si percorre per accedervi è caratterizzato dall'essere scavato nella pietra scabra, a simulare lo specus di Mitra. La struttura è quella tipica di questo tipo di templi: si tratta di una sala a volta ribassata, con banconi in muratura lungo i lati: al centro, si trova un altare scolpito sui quattro lati, così come sono scolpite alcune delle pareti. Immancabili i bassorilievi della tauroctonia (uccisione del toro), dei dadofori e del serpente.

Mitreo del Circo Massimo
In Via dell'Ara Massima di Ercole, a due passi dai Fori Olitorio e Boario e sul lato opposto della strada rispetto alle rovine del Circo Massimo, si trova il deposito del Teatro Dell'Opera di Roma; nei suoi sotterranei, sono presenti i resti di un mitreo risalente al III secolo DC. L'accesso non è normalmente aperto al pubblico, ed entrarvi non è semplice: nell'antro regna un buio pesto, e la stretta scalinata che vi dà accesso è di difficile percorribilità. All'interno, un'anfora interrata nel centro della sala, un bassorilievo con la tauroctonia e alcuni simboli mitraici: il corvo e il cane (suoi alleati), lo scorpione e il serpente (suoi avversari). Le nicchie che si notano qua e là sono, purtroppo, omai vuote.

Mitreo Barberini
Al di sotto dello splendido Palazzo Barberini, capolavoro barocco e caso rarissimo di opera in cui hanno lavorato entrambi i grandi geni del periodo, Bernini e Borromini, si trova un mitreo importantissimo, perché è uno dei pochi mitrei in Italia che contiene rappresentazioni dipinte. Venne costruito in due fasi: la prima risale al I secolo DC e la seconda all'inizio del III secolo. Sul fondo della sala, dotata di seggi laterali, si trova l'affresco dedicato al sacrificio del toro e alle azioni eroiche della divinità. Sulla fascia superiore, i simboli zodiacali, sovrastati a loro volta da una rappresentazione di Zurvan Akarana, il Tempo Illimitato: è un mostro alato (a simboleggiare la velocità con cui si muove), con testa di leone (che ne simboleggia la voracità), completamente avvolto dalle spire di un serpente (simbolo dei cicli celesti). Purtroppo, l'affresco non è in buono stato, ma si intuisce il terrore sacro che doveva originariamente incutere. Mitreo delle Terme di Caracalla: Uno dei più maestosi mitrei dell'Impero si trovava sotto l'esedra occidentale delle meravigliose Terme di Caracalla. Incastrato nella fitta rete di sotterranei delle terme, era dotato di diverse sale, tra cui la principale era quella dedicata al banchetto. Una sala ad un livello ancora più basso, vicino alla fossa "sanguinis", è in comunicazione tramite una serie di cunicoli con la sala principale, ed era probabilmente dedicato alle abluzioni "battesimali" nel sangue dell'animale sacrificato. Vi sono inoltre locali che erano probabilmente usati come latrine, e sale più piccole che venivano usate come spogliatoi.

Mitreo di S. Prisca
Uno dei luoghi più suggestivi di Roma è di certo il colle Aventino; dal Giardino degli Aranci si può godere una delle viste più belle di Roma, godendosi il lento scorrere del Tevere, la nave di pietra dell'Isola Tiberina, giù fino all'ansa che è stato il centro della ripresa di questa città nel periodo rinascimentale. In cima al colle, si trovano diverse basiliche di grande interesse storico e artistico (S. Sabina, S. Alessio per citarne due). La piccola chiesa di S. Prisca, risalente almeno al V secolo DC, venne costruita su un'antica abitazione patrizia, in cui la tradizione vuole che venne ospitato lo stesso S. Pietro, e venne restaurata XV e nel XVII secolo.
Da essa si può visitare un piccolo museo adattato nel ninfeo dell'abitazione romana e, attraverso uno stretto cunicolo, si accede al mitreo sottostante, riportato alla luce negli anni '40.
Come il mitreo Barberini, è uno dei pochi a riportare affreschi sulle sue pareti, rappresentanti i sette gradi d'iniziazione, una processione in onore del dio, la tauroctonia e una rappresentazione di Saturno sdraiato (è bene ricordare che Saturno altro non è che la versione latina di Crono, la principale delle divinità che i Greci chiamavano Titani, ossia i "genitori" delle divinità olimpiche; il nome stesso del padre di Zeus ne indica il legame con il tempo).
Nel vestibolo venivano probabilmente uccise le vittime sacrificali, mentre molte delle decorazioni sono oggi contenute in un'altra sala; sono inoltre presenti un battistero con rappresentazioni allusive ai segni zodiacali ed una vasca lustrale e una sala probabilmente dedicata alle iniziazioni.

Mitreo di Ariccia/Marino
Il mitreo di Marino si presenta come una galleria stretta e lunga che in precedenza era stata utilizzata come cisterna per l’acqua (nelle vicinanze sono stato trovati altri resti archeologici), infatti le pareti il pavimento e il soffitto sono ricoperti da uno strato di calce mista a pozzolana e a piccolissimi frammenti di terracotta, che impedisce all’acqua di uscire.
La trasformazione in luogo di culto avvenne successivamente, quando l’ambiente non era più utilizzato come cisterna; lungo le pareti furono praticati dei fori, sia per potervi mettere le lucerne per l’illuminazione, sia per poter costruire una divisione interna che divideva gli iniziati in base al grado raggiunto, furono pure costruiti due banconi lungo le pareti dove si sdraiavano i fedeli che in tal modo consumavano il banchetto sacro. Davanti all’affresco c’è un cippo di peperino con un’iscrizione in latino INVICTO DEO CRESCES ACTOR ALFI SEBERI D P (al dio invitto pose come dono Cresces, amministratore di Alfio Severo) che si riferisce ai frequentatori che potrebbero essere stati gli schiavi che lavoravano nelle vicine cave di peperino.
Passiamo ora a descrivere la scena affrescata, che per la qualità dei colori e del disegno è uno dei migliori al mondo; si pensi che in Italia si conoscono solo altri due mitrei dipinti, uno a Roma sotto Palazzo Barberini e uno a S. Maria Capua Vetere in Campania. Al centro dell’opera c’è Mitra, all’interno di una grotta, vestito alla maniera orientale con il berretto frigio, una tunica con maniche e calzoni lunghi, tutto di colore rosso. Sulle spalle gli volteggia un mantello blu bordato anch’esso di rosso, che è costellato di stelle, tra cui spiccano sette pianeti; il dio ha la testa girata verso il Sole raggiante, dipinto in alto a sinistra, che lo guarda benevolente ed ha accanto un corvo nero; all’alto lato è raffigurata la Luna con lo sguardo chino e circondata di luce riflessa.
Mitra è rappresentato mentre uccide il toro.
Mitra uccidendo quest’ultimo rigenera la Terra, infatti dalla coda dell’animale spuntano alcune spighe di grano.
Ai lati della scena, in basso, sono presenti due altri personaggi chiamati dadòfori, cioè portatori di torce, sotto il Sole a sinistra c’è Càutes con la fiaccola alzata e accesa, sotto la Luna a destra c’è Cautòpates con la fiaccola abbassata e spenta in rappresentazione della notte.
Alcune scenette, quattro per ogni lato, riportano le fasi più significative del mito di Mitra; si comincia a sinistra dall’alto:
1) Lotta fra Giove e i Giganti, cioè la vittoria contro il Caos e lo stabilirsi dell’ordine universale.
2) Saturno (o Oceano) sdraiato
3) La nascita di Mitra da una roccia.
4) Mitra cavalca il toro bianco.
A destra nello stesso ordine:
5) Mitra sceso dal toro lo trascina per le zampe posteriori nella grotta dove avverrà il sacrificio.
6) Mitra inizia il Sole, inginocchiato davanti a lui, ai suoi misteri.
7) Le due divinità si stringono la mano destra e divengono alleati.
8) Mitra fa uscire l’acqua da una roccia tirando con l’arco una freccia.
Completano la decorazione dell’ambiente altre due rappresentazioni dei Dadofori poste vicino l’ingresso, dipinti però in posizione inversa rispetto ai precedenti; a destra c’è Càutes con la fiaccola accesa e alzata che rappresenta il sorgere del sole e il lato positivo, a sinistra c’è Cautòpates con la fiaccola spenta e abbassata che rappresenta il lato buio negativo, infatti ancora oggi sinistro è considerato sinonimo di incidente.
image
Il dipinto che finora si è conservato in buone condizioni, dovute alla chiusura del locale, che ha impedito alle muffe e all’aria di entrare; ora con la sua apertura stà subendo le aggressioni di questi agenti di degrado che piano piano stanno cancellando i colori. L’opera ha quindi bisogno di restauri, che purtroppo ancora tardano ad arrivare, per mantenere intatta questa stupenda testimonianza del passato, in modo da farla conoscere ed apprezzare anche ai nostri figli.

Fonti:
- 'Roma Mitraica' di C. Pavia - Lorenzini editore 1986;
- F.M.R. n. 61 - maggio 1988;
- 'Roma sotterranea' a cura di R. Luciani - Palombi editore 1984.

FONTE

 
Top
jasmine23
view post Posted on 4/12/2007, 12:46




DIO SOLE INDO-PERSIANO-MESOPOTAMICO
IL CULTO DI MITRA

Luigi Ambrosi

image

Il culto di Mitra è quello che ha sostanzialmente più influenzato il rito religioso del Natale e la stessa religione cristiana. Sia a Mitra/ Dio Sole sia ad un suo profeta, Zarathustra, sono accreditate le nascite il 25 dicembre, molti secoli prima della nascita di Cristo. Mitra è fatto partorire da una vergine, è denominato “il buon pastore”, aveva 12 compagni, effettuava miracoli, sepolto in una tomba è risorto dopo tre giorni e la sua resurrezione veniva celebrata ogni anno. Il mitraismo è una religione che ha avuto il suo massimo sviluppo in Persia ma sembra sia di origine indiana. Altri storici sostengono che sia di origine mesopotamica.
Del nome Mitra in Persia, Varuna in India si trovano tracce fin dal 1400 A.C. ( compare nei testi sacri indiani Rig Veda) ma è possibile che questa divinità sia ancor più anteriore. Gli Ari lo tenevano in grande considerazione. Mitra, col nome di Bel, compare anche nel 1400 A.C. tra gli Dei di Stato dell’ Impero dei Mitanni in Mesopotamia, dove veniva festeggiato il 25 dicembre con la festa del Son (in babilonese Sole) invincibile: era considerato figlio del Sole e Sole egli stesso Zarathustra e’ un profeta che si ritiene nato nel 714 A.C. in Persia, combattè il politeismo dei popoli nomadi e favorì la nascita di un codice di leggi civili e morali valido per la crescente popolazione che da nomade diventava agricola e stanziale. Propose una religione universale e monoteista basata sul “Giusto sentire, giusto parlare, giusto operare” richiamandosi all’antico culto del Dio Sole Mitra e facendolo confluire successivamente nel nuovo Dio Mazda. La sua religione è nota anche come Parsismo o Zoroastrismo ed è ancora praticata in alcune zone dell’India e della Persia. Dai suoi detti, pensieri ed insegnamenti fu scritto il libro sacro “Avesta”, già noto ad Alessandro Magno. Si dice che nessuna religione più dello Zorohastrismo abbia affermato il valore della cultura.
Questa religione avrà enormi influenze sulle successive religioni monoteiste, come l’islamismo, il cristianesimo e l’ebraismo (le famose Leggi di Mosè sono le leggi introdotte dal re di Giuda, Gioisa, nel 621 A.C. nel suo Deuteronomio, quindi postume a Zarathustra). Con la conquista persiana di Babilonia il mitraismo entrò in relazione con le religioni mesopotamiche ed ebraiche (gli ebrei erano in esilio a Babilonia ed i persiani ne furono i liberatori). Successivamente il culto mitriaco, ebbe una grande ripresa con l’imperatore persiano Artaserse II e nel periodo ellenistico, quando si diffuse nelle province dell’impero Romano e nella stessa Roma portato dai soldati romani che già sotto Pompeo si convertivano in massa.
Il culto veniva celebrato in grotte o sotterranei; l’iniziazione prevedeva il battesimo con l’acqua santa, il pasto in comune con condivisione di pane e acqua.

Al Mitraismo sono accreditati i rituali e le credenze di:
-la recitazione delle preghiere
-l’atto delle mani giunte
-la genuflessione
-confessione delle colpe che contemplavano penitenze (prima corporali, poi sostituite da lavori socialmente utili)
-la confermazione (cresima),
-segnarsi la fronte con le dita,
-esposizione dell’ostia-disco solare sull’altare,
-il sacerdozio solo maschile,
-credenza nei premi e nelle pene nell’aldilà, e nel giudizio divino,
-il paradiso (parola che in persiano ancor oggi vuol dire “giardino”),
-l’inferno con fuoco e fiamme (non è eterno e i “cattivi” verranno restituiti al mondo nel giorno della resurrezione),
-la disposizione dell’altare (il banco di pietra davanti l’Abside),
-la stola, il copricapo dei vescovi ( che si chiama ancora mitria), le vesti, i colori,
-l’uso dell’incenso, l’aspersorio, e dei lumi accesi davanti all’altare,
-la stessa architettura delle basiliche, dove si eseguivano i riti in pompa magna.

Mitra, soprannominato “Il Salvatore” salì al cielo col Carro del Sole dopo aver consumato il pasto sacro; la sua resurrezione avveniva in primavera ed i suoi sacerdoti così recitavano: “Rallegratevi, iniziati; il vostro Dio è risorto dalla morte. Le sue pene e sofferenze saranno la vostra salvezza.” (da Dupois – Origine di tutti i culti- vol.5)
Nel terzo secolo d. C. l’imperatore di Persia Ardashir, della dinastia dei Sassanidi, dopo aver riunificato l’impero, fece riscrivere in 21 libri l’ “Avesta” perduto, e fece del Mitraismo una religione di Stato; sarà di esempio per i successivi imperatori romani. Le liturgie e litanie saranno poi mutuate dal cristianesimo, prima con i riti bizantini, poi con quelli della Chiesa Romana (Rituale Romanum); l’Avesta sarà di esempio anche a Maometto per la stesura del Corano.
I Magi erano una classe sacerdotale di questo culto e saranno fatti “entrare” nella tradizione del Natale Cristiano come annunciatori della nascita del Messia.

FONTE



Mithra

"Mithra tornerà sulla terra per redimere nuove anime che porteranno la luce e lo splendore sulla terra fino negli angoli più bui; tutto tornerà come era in principio, cancellando la paura che al momento regna incontrastata sull'uomo.
Non temere uomo della terra, destati e segui la via della luce per portare amore divino e spirito. Sconfiggi i mali che ti affliggono e corri veloce verso la luce che ti abbraccerà e ti ingloberà per rendere la terra di un solo amore.
Apri la tua mente, apri il tuo cuore, non avere incertezze che ti fanno indugiare sul tuo cammino, ma mostrati sicuro e coraggioso di fronte al carro che corre veloce nel cielo; monta sul carro e indirizzati anche tu verso la luce."


Introduzione
"Mithra, Dio del Mattino, le nostre trombe svegliano il Muro! Roma sta al di sopra delle Nazioni, ma Tu sei al di sopra di tutto!"
Da "A Song to Mithras" (Una Canzone per Mitra)di Rudyard Kipling, autore e poeta inglese.

Per oltre trecento anni i più importanti rappresentanti dell'Impero romano hanno adorato il dio Mithra. Conosciuto in tutta Europa ed Asia con i nomi Mithra, Mitra, Meitros, Mihr, Mehr e Meher, la venerazione ebbe inizio circa 4000 anni fa in Persia, dove presto assorbi' le dottrine babilonesi. In seguito si estese ad est, fino in Cina, attraverso l'India e ad ovest, attraverso l'intera lunghezza della frontiera romana; dalla Scozia al deserto del Sahara e dalla Spagna al Mar Nero. Testimonianze della religione mitraica sono state ritrovate in Gran Bretagna, Italia, Romania, Germania, Ungheria, Bulgaria, Turchia, Persia, Armenia, Siria, Israele e Africa del Nord.
Oltre a 75 frammenti di scultura e a cento iscrizioni dedicate a Mithra, a Roma e' stata ritrovata anche una serie di templi mitraici posti in ogni parte della città. Uno dei piu' grandi templi mitraici costruiti in Italia si trova oggi sotto l'attuale Chiesa di San Clemente, vicino al Colosseo.
La fama e il fascino del Mithraismo, quale forma finale di raffinato paganesimo pre-Cristiano, furono argomento di discussione da parte dello storico greco Erodoto, del biografo Plutarco, del filosofo neoplatonico Porfirio, dell'eretico gnostico ORIGEN e di San Geremia il Padre della chiesa.
Spesso molti storici fanno riferimento al Mithraismo per le molteplici e sorprendenti affinità con il Cristianesimo. Per i credenti Mithra rappresentava "la Luce del Mondo", simbolo di verità, giustizia e lealtà. Era il mediatore tra cielo e terra, ed uno dei componenti della Santa Trinità. Secondo la mitologia persiana, Mithra nacque da una vergine chiamata 'Madre di Dio'. Il dio restava celibe per tutta la vita e predicava tra i suoi discepoli il controllo di se', la rinuncia e l'astinenza dalla sessualità. Mithra rappresentava un sistema di etica in cui la fratellanza veniva incoraggiata in modo tale da creare un'unione contro le forze del male.
Per gli adoratori di Mithra, il paradiso era celestiale e l'ade infernale. Essi credevano che i poteri benefici del dio avrebbero agito contro le sofferenze umane garantendo, come giustizia finale, l'immortalità e la salvezza eterna nel mondo a venire. Auspicavano inoltre il giorno del giudizio, che avrebbe visto resuscitare i morti, e credevano nella possibilità di un conflitto finale che avrebbe distrutto l'ordine esistente di tutte le cose per ottenere il trionfo della luce sulle tenebre.
Il credente doveva purificarsi tramite il rito del battesimo, per poi prendere parte ad una cerimonia in cui beveva vino e mangiava pane per simbolizzare il corpo e il sangue del dio. Le domeniche erano i giorni sacri, e la nascita del dio veniva celebrata annualmente il 25 Dicembre. Dopo aver compiuto la sua missione sulla terra e prima di salire in paradiso, il dio partecipava all'Ultima Cena con i suoi discepoli per proteggere per sempre il credente dall'alto.
Comunque sia, dire che il Mithraismo sia il precursore del primo Cristianesimo sarebbe un'affermazione fin troppo semplicistica. Oltre a Cristo e a Mithra, infatti, sembra che anche molti altri dei (Osiris, Tammuz, Adone, Balder, Attis e Dionisio) siano morti e resuscitati. Molte figure eroiche classiche come Ercole, Perseo e Teseo sono nate dall'unione di una madre vergine con un dio. Virtualmente, tutte le celebrazioni e festività pagane religiose che non si potevano abolire venivano incorporate nei riti cristiani man mano che il Cristianesimo si diffondeva in Europa e nel mondo.

Misteri
Mithra è un dio Indo-Iraniano, venerato almeno dal 1400 AC. Nell' induismo è glorificato come il binomio Mitra-Varuna. C'è anche un inno dedicato solamente a lui nel Rig Veda (versetto 3.59). Lui è il Sovrano della Luce Divina, protettore della verità, ed è invocato quando un giuramento è prestato.
In Persia, Mithra era il Dio protettore della società tribale fino a quando Zoroaster riformò il politeismo Persiano (628-55 AC). Come con tutti gli altri dei della 'pantheon' iraniano, la sovranità di Mithra fu spogliata da tutti i suoi poteri che furono conferiti a Ahura Mazda. Però, in ragione della sua popolarità, vediamo nel libro sacro degli Zoroastriani, Avesta (Mehr Yasht), che Ahura Mazda dice a Zoroaster: "Realmente, quando avevo creato Mithra, il Dio delle posture larghe, l'ho creato degno dei sacrifici, degno di preghiere come me stesso, Ahura Mazda".
In Avesta Lithra o Mehr (che significa amore, sole) Mithra è il protettore della nazione ariana, portava vittoria a "quelli che non mentono a Mithra". E' il dio guerriero che portando "la mazza cento volte annodata", fa scappare tutti i demoni con paura. In un Yashet 6 durante una preghiera al sole, Mithra è citato ancora una volta e ci si rivolge a lui come un amico: "…Mi sacrifico a quest'amicizia, il meglio di tutte le amicizie che esistono tra la luna e il sole".
Mithra è anche citato nella mitologia cinese, dov'è conosciuto come "L'Amico". Nelle statuette cinesi, Mithra è rappresentato come un generale militare, ed è considerato l'amico dell'Uomo in questa vita e il protettore dal male nella prossima vita.
Nell'Occidente, Mithra è conosciuto meglio come "culto Mithraico" che aveva una popolarità immensa tra le legioni romane, dal tardo I secolo AC fino al 4 DC, durante quel periodo però il culto venne influenzato della mitologia Greca e Romana. Come altre tradizioni misteriose di questo periodo (ad esempio i misteri Eleusiniani e Isis), il culto Mithraico ha mantenuto segretezza ed i suoi insegnamenti andavano rivelati solo agli iniziati. Le rovine dei templi Mithraici possono essere trovate dappertutto nell'impero Romano, in Palestina e attraverso il nord Africa, in Europa centrale fino al nord dell'Inghilterra.

Miti
Man mano che il cristianesimo raggiungeva impulso, diventando alla fine la religione dello stato dell'impero Romano, il Mithraismo veniva sempre meno tollerato. Gli Apologisti lo vedevano come un "travisamento satanico dei riti più sacri della loro religione". Tuttavia il cattolicesimo ha preservato alcune delle forme esteriori del Mithraismo; per esempio, la determinazione del tempo di Natale; l'adozione delle mitra dai vescovi come un segno del loro incarico; i preti cristiani che sono chiamati "padre" nonostante la specifica proscrizione di Gesù Cristo contro l'accettazione di questo titolo. "Il padre sacro Mithraico indossava un cappello e vestito rosso e portava il bastone di pastore. Il capo cristiano adottava lo stesso titolo e si vestiva nella stessa maniera". Mentre si può vedere l'apparenza esteriore di Mithraismo nel cattolicesimo, alcune tracce degli insegnamenti interni del Mithraismo possono essere trovati nel Sufismo; quindi uno studio di Sufismo permette un nuovo approfondimento di Mithraismo e possibilmente viceversa.
Per capire meglio la religione di Mithra é necessario risalire alle sue origini in Persia, dove in origine erano venerati una moltitudine di dei come Ahura-Mazda dio delle stelle e Ahriman dio del buio. Nel VI e VII secolo AC una vasta riforma religiosa fu introdotta da Zaratustra un profeta del regno di Bactria. La figura di Ahura - Mazda fu elevata a quella di Dio supremo di tutti gli dei.


I sette gradi iniziatici:
Esistevano sette gradi di iniziazione. Questi gradi permettevano al neofita di passare tra i sette corpi celestiali, permettendo l'invertimento della discesa dell'anima umana nel mondo alla nascita.

1. Grado d'iniziazione: Corvo
E' il primo grado iniziatico, simboleggiava la morte del neofita. Nella Persia antica era abitudine esporre cadaveri sulle torri funerarie perché fossero mangiati dai corvi. Il Corvo, come simbolo della morte, può anche essere visto su alcune carte dei tarocchi come la carta numero 13, invece della Morte. A questo punto il neofita muore e rinasce in un corso spirituale. Al neofita veniva assegnato un mantra da ripetere e i suoi peccati venivano lavati nell'acqua, con il battesimo.
Il neofita si desta dal lungo sonno in cui ha dormito per molti anni e si apre a una nuova esperienza che è quella della luce; apre le porte del suo io per spogliarsi ed entrare nudo nella luce.
Il grado del Corvo è sotto la protezione di Mercurio.
Simboli che appartengono a questo grado: corvo, cadduceo, ariete, tartaruga, lira, vaso.
image
Il simbolo del corvo è presente sia nel mitreo di S. Prisca a Roma sia nel Mitreo delle Dura-Europo sull'Eufrate in Siria che in molti altri siti.

2. Grado d'iniziazione: Nymphus (Crisalide)
E' il secondo grado iniziatico, rappresenta la nascita. Le farfalle nascono dalle larve... Queste sono all'inizio più piccole di un grano di miglio; quando, crescono diventano vermi e dopo tre giorni piccole larve. Poi crescono ancora e piano piano mutano il loro aspetto diventando quindi crisalidi; e sebbene, abbiano un guscio duro, si muovono se vengono toccate. Dopo poco tempo il guscio si rompe e volano via animaletti con le ali che chiamiamo farfalle.
"Non poteva vedere "la luce della verità" finché "il velo della realtà" non veniva alzato. Lui era promesso al culto e diventava casto per almeno la durata di questa fase. Era lo sposo (amante) di Mithra; inoltre offriva alla sua statua una coppa di acqua, la coppa era il suo cuore e l'acqua il suo amore."
Il grado della Crisalide è sotto la protezione di Venere.
Simboli che appartengono a questo grado: serpente, didema, lucerna.
image
Il simbolo della crisalide è presente sia sulla pietra tonda di Salona (Dalmazia) che sul rilievo di Eros e Psyche a Capua che in molti altri siti.

3. Grado d'iniziazione: Miles (Soldato)
E' il terzo grado iniziatico, rappresenta la battaglia. Anche il terzo grado rientra negli stadi preparatori che gli iniziati oltrepassano rapidamente. Tertulliano ci dice che il candidato doveva combattere contro un uomo con la spada per conquistare la corona.
Il neofita doveva inginocchiarsi (sottomissione all'autorità religiosa), nudo (simbolo dell'abbandono della vecchia vita), bendato e con le mani legate.
Veniva poi offerta una corona sulla punta di una lancia. Una volta incoronato, le corde andavano tagliate con un solo colpo della lancia e tolta la benda. Questa rappresentava la sua liberazione dalla materialità del mondo.
Rimuoveva poi la corona dalla testa e la metteva sulla sua spalla, dicendo: "Mithra è la mia sola corona". Questo rappresentava anche la rimozione dell'intelletto stesso, permettendo a Mithra di essere la guida.
Dopo questa fase il neofita cominciava la vera battaglia contro il suo essere basso: un soldato è colui che combatte realmente il vero nemico.
Il grado del Miles è sotto la protezione di Marte.
image
Simboli che appartengono a questo grado: scorpione, gambero, elmo, lancia , berretto frigio, bisaccia.

4. Grado d'iniziazione: Leo (Leone)
E' il quarto grado iniziatico, rappresenta l'elemento del fuoco. E' il gradino per entrare nella porta dell'Oltre, del non commensurabile. All'iniziato si apre una nuova visione del mondo, quella del mondo fenomenico a cui si può accedere solo con un atto di forza e vigore interiore.
Per questo ai leoni non erano permesso di toccare acqua durante il rituale, ed invece il miele era offerto all'iniziato per lavare le mani e per ungersi la lingua. I leoni portavano il cibo per il pasto rituale che era preparato da quelli dei gradi inferiori. Gli impegni dei leoni includevano il controllo della fiamma dell'altare sacro. Il banchetto rituale, costituito da pane e vino, rappresentava l'ultima cena di Mithra con i suoi compagni, prima della sua ascesa al cielo sul carro del Sole.
Il grado del Leo è sotto la protezione di Giove.
Simboli che appartengono a questo grado: cane, cipresso, alloro, folgore, l'aquila, vespa.
image
Un importante affresco per capire la rilevanza di questo grado è presente nel mitreo di S. Prisca.
"Accipe thuricremos, pater accipe sancte leones, per quos thura damus, per quos consumimur ipsi."
"Accetta amichevolmente, santo Padre, i Leoni che bruciano l'incenso (e il loro elemento: il fuoco), attraverso essi noi spargiamo l'incenso, attraverso essi anche noi finiremo"


5. Grado d'iniziazione: Perses (Persiano)
E' il quinto grado iniziatico. Il rappresentante del Persiano è Cautopates, il pastore vestito secondo l'uso nazionale e con la torcia abbassata. E' il grado che sottende al ruolo del Custos delle grotte mitraiche.
"L'iniziato ha ottenuto questo grado attraverso un'affiliazione alla razza che era l'unica che meritava di ricevere la più alta rivelazioni della saggezza del Magio". L'emblema di questa fase era un'arpa, l'arpa che Perseo ha usato per decapitare il Gorgon, simbolizzando la distruzione dell'aspetto più basso dell' iniziato. L'iniziato era inoltre purificato con il miele, perché era sotto la protezione della luna. "Il miele è associato con la purezza e la fertilità della luna perché in Iran antico la luna era considerata la fonte del miele, e quindi l'espressione "luna di miele" denota non il mese dopo il matrimonio, ma la continuazione dell'amore e della fertilità nella vita matrimoniale".
Il grado del Perses è sotto la protezione di Luna.
Simboli che appartengono a questo grado: arco, faretra, bastone, falce di luna, civetta, usignolo, archi, acinace, chivi, brocca, delfino, treppiede, spiga
image
Il grado del Persiano è ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

6. Grado d'iniziazione: Heliodromo
E' il sesto grado iniziatico. Il rappresentante dell' Heliodromo è Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il sorgere del Sole. Rappresenta il levar del sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla terra.
Nel grado di Heliodromus (camminatore del sole) sotto il sole, l'iniziato imitava il sole al banchetto rituale. Si sedeva accanto a Mithra (il padre), vestito in rosso, il colore del sole, del fuoco e del sangue della vita.
Il grado dell'Heliodromo è sotto la protezione di Sole.
Simboli che appartengono a questo grado: corona a sette raggi, torcia, sferza, spiga, globo, gallo, lucertola, coccodrillo, palma.
image
Il grado del Persiano è ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

7. Grado d'iniziazione: Pater
E' il settimo e il più alto grado iniziatico, rappresenta tramite Saturno il Tempo dell'Oro ....redeunt Saturnia regna.
Lui era il rappresentante sulla terra di Mithra, la luce del paradiso personificato, l'insegnante della congregazione che guidava, vestito in un cappello rosso e anche "pantaloni sformati Persiani di colore rosso, portando un bastone, simbolo del suo carico spirituale".
Il grado del Pater è sotto la protezione di Saturno.
image
Nel mitreo di S. Prisca il Pater è seduto sul trono e gli iniziati gli sfilano innanzi.


Mithra sovrano del Cosmo
Mithra presiedeva inoltre ai cambiamenti delle stagioni ed al movimento del cielo. La scena di Mithra che uccide un toro rappresenta "la precessione degli equinozi: Mithra in effetti stava muovendo l'universo intero". Mithra, rappresentato dalla costellazione Perseo, cambia la posizione della sfera celestiale, uccidendo la costellazione Toro e muovendo la terra nella costellazione Ariete all'equinozio della primavera. Questo "miracolo" di Mithra è un prodotto degli astrologi Romani ed è un sviluppo che non è stato visto in Iran allo stesso livello. Comunque il festeggiamento per il cambiamento delle stagioni era effettuata da entrambi i discepoli occidentali e orientali di Mithra: Nou-roz (l'equinozio della primavera), Mehregan (l'equinozio dell'autunno), Shab-Yazda (solstizio d'inverno) e solstizio d'estate.
"Mithra imperatore dei mari e degli oceani, divulgatore dei venti e dei flussi, sovrano delle lingue di fuoco e madre della terra, Tutto domina e tutto soggiace con grande dolcezza e fermezza."

Struttura dei Mitrei
Porfirio ci informa che Zoroastro aveva per primo edificato un santuario in onore di Mitra, creatore del mondo; gli fu dedicato un antro naturale nella zona montuosa della Persia in cui crescevano fiori e dove le sorgenti erano abbondanti; esso era concepito quindi in modo da riprodurre il cosmo; all'interno della cavità erano installati i simboli dei pianeti e delle direzioni del cielo. Secondo questo schema, proiettato su quello di Zoroastro, sotto stati costruiti tutti i mitrei dell'Impero Romano, disposti generalmente in grotte artificiali sotterranee; quando il terreno rendeva impossibile la costruzione di questi edifici, come a Ostia, essi venivano eretti in superficie.
Questi santuari erano di solito relativamente piccole: in media essi misuravano 8-10 m in larghezza e 15-20 m in lunghezza. In alcuni ambienti vi era appena lo spazio sufficiente per 30-50 persone. L'accesso ai santuari era laterale; in quasi tutti i templi l'entrata era a Est, l'immagine sacra a ovest, disposta in modo che fosse rivolta a oriente. Lungo le pareti laterali del mitreo erano murate alcune panchine: per gli iniziati che partecipavano alle cerimonie rituali ogni grotta consacrata a Mitra era allo stesso tempo una sala da pranzo. I tetti talvolta erano dipinti in blu per raffigurare il cielo ed erano quindi punteggiati di stelle. L'intera grotta di Mithra era una raffigurazione dell'universo.

FONTE
 
Top
1 replies since 3/12/2007, 18:59   2774 views
  Share