Le streghe di Salem

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jasmine23
view post Posted on 6/9/2007, 11:27 by: jasmine23




LE STREGHE DI SALEM

Parlare di ciò che accadde in quel lontano 1692 nel New England non è semplice.
Quella non fu solo l’ennesima triste storia di persecuzioni irragionevoli e folli,
ma fu l’esempio perfetto di tali persecuzioni:
senza basi, senza motivi, senza fondamenti,
senza che nemmeno il minimo barlume di ragione e luce illuminasse le menti
di chi poteva porre fine alla tortura, alla sofferenza, all’orrore dilagante.

Siamo nel Nuovo Mondo, terre sconfinate sotto il dominio del puritanesimo,
e appena fuori dei villaggi e dalle città
le tribù indiane pronte a massacrare e uccidere.
Le vicende di Salem Villane, uniche, ci permettono,
proprio grazie alla loro unicità di dare un volto,
un nome, una storia, una personalità ben definita
ad ogni singolo sfortunato protagonista.
Conosciamo le parole dette, i pensieri taciuti confidati ai diari,
l’ambiente nel quale tutto si svolse…
E non scordiamo, che ciò che ebbe inizio a Salem
nell’inverno del 1692 ammorbò nel corso dell’anno tutto il Massachussets….
La vicenda è stata narrata più e più volte.
Durante quel gelido inverno la piccola Betty Parris, di 9 anni,
figlia del reverendo Parris, e la cuginetta Abigaill Williams di 11,
vengono colte da crisi isteriche, cadono in stati vegetativi,
assumono posizioni innaturali, hanno convulsioni, pronunciano frasi sconnesse,
perdono completamente ogni controllo: sembrano possedute.
Alle due piccole se ne aggiungono ben presto altre, molte altre.
Si cercano colpevoli ad ogni costo,
si cercano le streghe che hanno gettato il maleficio sulle bambine.
Le prime a venir accusate sono donne ininfluenti,
la cui esistenza non ha nessun peso nella comunità.
Sono la schiava dei Parris Tituba; Sarah Good, e Sarah Osburn:
due povere donne finite in miseria che vivono reiette
ai margini della rigidissima società puritana.

Ma perché non fermarsi a queste tre povere donne?
Perché ci fu un così ampio dilagare di accuse?
E soprattutto perché credere alle bambine?

Rispondere alla prima domanda è relativamente semplice:
in una piccola comunità schiacciata dalla morale puritana del XVII secolo,
gli odi, i rancori, le invidie e le vendette crescono in fretta, senza freni…
Far condannare il proprio vicino, liberarsene, significa poterne prendere i terreni…,
far condannare la levatrice significa
trovare una scusa per la propria sfortuna o sterilità.
Ci si sfogava, nel più violento, cruento e crudele dei modi:
si umiliava e si degradava l’essere umano.
Lo si uccideva prima nell’anima e poi nel corpo.
Ma perché credere alle bambine?
Perché le bambine non fingevano, o almeno, non sempre…
Erano davvero colte da crisi isteriche. Ma perché?
La risposta va cercata nell’analisi
dell’ambiente e della società nella quale vivevano.

L’inverno del 1692 fu particolarmente rigido.
Le case erano gelide, le funzioni tenute in chiesa a volte
venivano spostate nella taverna tanto era il freddo,
e spesso era consentito di portare con sé coperte,
mattoni caldi e persino i cani per riscaldarsi.
La vita era rigidamente ed assolutamente scandita dalle regole della Fede.
I bambini non facevano eccezione.
Da loro ci si aspettava ciò che ci si aspettava dagli adulti,
e spesso, come monito, gli si ricordava che avrebbero potuto morire
e finire all’inferno in qualsiasi istante,
nonostante la loro giovanissima età: esattamente come i grandi.
Tutto ciò faceva parte dell’educazione che doveva venir loro impartita.
Ovviamente i più sensibili vivevano immersi in un costante stato d’ansia.

A 7 anni i bimbi in casa dovevano essere d’aiuto e avere i loro compiti
da svolgere stabiliti in modo chiaro.
Giocavano pochissimo, e i loro giochi ci spiegano bene la situazione.
I divertimenti dei bambini sono lo specchio della realtà nella quale vivono:
i bimbi di Salem si dilettavano a far finta di andare in chiesa,
frustare ed uccidere i quaccheri, e fare le streghe.
Crescendo i maschi avevano la possibilità di sfogarsi
con la caccia, ma le fanciulle no.
Ai genitori veniva chiesto di istruire i figli
quel tanto che bastava per leggere la Bibbia.
Inoltre non vi erano molte possibilità di avere altri libri,
e se di altri libri si trattava erano sempre incentrati sulla religione.
Alle ragazze era così negata la possibilità di crescere
sia emozionalmente che culturalmente:
da loro ci si aspettava una totale sottomissione.
O eri una donna docile o eri una peccatrice:
e di lì a divenire una strega da impiccare il passo era davvero breve.

Se in Europa molte streghe non erano che levatrici e donne sagge
che conoscevano i rimedi naturali e le proprietà delle piante e delle erbe;
a Salem le streghe non erano che povere donne ignoranti, talvolta dementi,
altre volte addirittura donne rette,
buone, altruiste, benestanti, in una parola: da invidiare.

Analizzando tutto ciò capiamo da dove prese origini l’isteria
che afflisse così tante fanciulle in quell’epoca.
Dai documenti pervenutici sappiamo che Betty Parris e Abigail Williams (orfana),
godevano di una libertà anomala: infatti,
sia il reverendo Parris che sua moglie spesso si assentavano
e lasciavano le bambine in custodia alla schiava Tituba.
Tituba veniva dalle Barbados e quindi va da sé che non aveva assimilato
pressoché nulla della mentalità puritana del New England.
Conosceva il vudoo e molte favole e leggende magiche da narrare alle bimbe.
Quell’inverno le bambine per spezzare la monotonia
e la noia iniziarono a giocare a predire il futuro gettando
l’albume di un uovo in un bicchiere d’acqua e tentando di decifrarne la forma assunta.
Un responso andato male e la prima crisi si scatenò.
Teniamo in considerazionepoi che per i puritani il demonio
era una creatura che ti camminava accanto costantemente:
reale, quasi tangibile.
Le bambine si sentivano streghe in quelle notti, facevano davvero ‘le magie del demonio’,
non era un gioco: era un che di proibito che loro sfidavano.
L’emozione di far qualcosa di vietato
unito ad un responso ‘che faceva paura’ fu l’inizio del dramma.

Nel New England del XVII secolo I casi di convulsioni, cecità, rigidità,
dolori inspiegabili, frasi sconnesse, insomma,
i casi di stati simili alla possessione erano davvero frequenti.
Ora sappiamo che si trattava di isteria.
Le vittime prima di tali attacchi erano solite avvertire,
in modo da scongiurare il pericolo che i familiari potessero ferirsi o farsi male.
Secondo Freud e Beuer la causa di tali stati era l’emozione repressa
e secondo gli studi di Charcot, le vittime avevano in comune un fattore:
la mancanza di potere.
E’ quanto mai evidente come entrambi gli elementi
fossero presenti nelle fanciulle di Salem Village.

Tra il 10 giugno 1692 e il 22 settembre 1692,
20 persone furono giustiziate tramite impiccagione
ed entro il 1693 altre 5 sarebbero morte nelle prigioni.

10 giugno Bridget Bishop

19 luglio Sarah Good
Elizabeth How
Susannah Martin
Rebecca Nurse
Sarah Wilds

19 agosto George Burroghs
Martha Carrier
George Jacobs
John Proctor
John Willard

19 settembre Giles Cory (pressato con pietre sul petto fino ad ucciderlo)

22 settembre Martha Cory
Mary Esty
Alice Parker
Mary Parker
Ann Pudeator
Wilmot Redd
Margaret Scott
Samuel Wardwell

In prigione, accusate di stregoneria morirono:

Sarah Osburn il 10 maggio 1692;
Roger Toothaaker il 16 giugno 1692;
il bambino neonato e senza nome di Sarah Good il 19 luglio 1692, giorno della morte della madre;
Ann Foster il 3 dicembre 1692;
Lydia dastin il 10 marzo 1693

FONTE


Mather, Cotton (1663-1723) e la caccia alle streghe a Salem

Uno degli episodi più truci di intolleranza accaduti nelle colonie inglesi nel New England fu quello della caccia alle streghe a Salem, nella colonia del Massachusetts Bay, esplosa improvvisamente nell'estate 1692. Il fenomeno della caccia alle streghe era purtroppo ricorrente nella storia delle religioni: basta ricordarsi gli episodi di streghe in Irlanda del 1380.
Una parte non trascurabile in questa vicenda lo ebbe la pubblicazione nel 1689 del libro Memorable Providences (atti della Provvidenza degni di memoria), scritta dal pastore Cotton Mather, i cui sermoni, assieme a quelli del padre Increase Mather, infiammarono gli animi più del dovuto.

Increase e Cotton Mather
Increase Mather nato nel 1639, dal 1664 fu ministro di culto della North Church a Boston e, dal 1685, presidente dell'università di Harvard. Morì nel 1723.
Il figlio Cotton Mather, nato nel 1663, ebbe il nome di battesimo dal cognome del nonno materno, il famoso predicatore puritano John Cotton, mentore spirituale di Anne Hutchinson. Egli si laureò a Harvard nel 1678, fu assistente ministro di culto nella chiesa del padre, e morì, solo quattro anni dopo quest'ultimo, nel 1727.
Nel 1689 Cotton pubblicò il suo libro, che descriveva un caso di presunta stregoneria avvenuta a Boston l'anno precedente: tre bambini avevano iniziato a comportarsi in maniera strana dopo un litigio con una lavandaia irlandese di nome Mary Glover, che, secondo Cotton, aveva lanciato un sortilegio sui minori. L'intollerante Cotton era così convinto della presenza della stregoneria da dichiarare che si sarebbe subito spazientito con chiunque avesse osato negare l'esistenza dei diavoli o delle streghe.

La caccia alle streghe di Salem
Nel gennaio 1692, due bambine di Salem (nel Massachusetts), Elizabeth Parris ed Abigail Williams, iniziarono a comportarsi in modo strano, con bestemmie, attacchi epilettici, stati di trance. Dopo pochi giorni questo comportamento si estese ad altre ragazzine della cittadina. Vista l'impossibilità dei medici di diagnosticare il tipo di malattia (oggigiorno il fenomeno sarebbe stato probabilmente diagnosticato come una miscela di epilessia, senso di colpa e stato di depressione adolescenziale), il padre di Elizabeth, il pastore Samuel Parris, trovò delle similarità tra l'episodio della figlia e quello descritto nel suddetto libro di Cotton Mather e accettò la discutibile tesi di un medico locale che fosse stato un intervento soprannaturale di Satana.
Ben presto si trovò il capro espiatorio: la schiava caraibica di Parris, Tituba e altre due donne, la mendicante Sarah Good e l'anziana e litigiosa Sarah Osborne, ma, mentre queste ultime due protestarono la loro innocenza, Tituba peggiorò la sua situazione, riferendo di incontri con un uomo alto di Boston (ovviamente Satana per i giudici) e dell'esistenza di una cospirazione di streghe a Salem.
Tra marzo e giugno, il caso si allargò a macchia d'olio: centinaia di persone furono accusate di stregoneria e decine languirono in prigione per mesi senza processo.
Il governatore Phips decise di istituire un tribunale per decidere sul caso, ma Cotton Mather riuscì ad influenzare il parere di tre giudici sui cinque preposti ad organizzare i processi, esortandoli a considerare valide le prove soprannaturali e di dare massimo rilievo alle confessioni delle streghe.
La prima vittima fu Bridget Bishop, un'anziana donna accusata di mandare in giro il proprio fantasma per tormentare le persone e di potersi trasformare in un gatto: Bridget fu impiccata il 10 giugno 1692.
Seguì un'impiccagione di cinque donne il 19 luglio, tra cui una pia donna, tale Rebecca Nurse, in un primo momento assolta, ma successivamente condannata a causa d'indegne pressioni da parte dei giudici sulla giuria.
E non solo donne vennero condannate a morte: persero la vita sia John Proctor, un taverniere (ironia della sorte!) intransigente contro la stregoneria [la sua vicenda ispirò il drammaturgo Arthur Miller nella sua opera The Crucible (La prova del fuoco)], che l'ex pastore del villaggio, George Burroughs, che si difese strenuamente, protestandosi innocente fino all'ultimo e dimostrando il 19 agosto, davanti alla forca, di conoscere il Padre Nostro perfettamente (si supponeva che le streghe non fossero in grado di recitarlo): solo l'intervento dell'implacabile Cotton, giunto appositamente, il quale affermò che spesso il Diavolo poteva trasformarsi in un Angelo di Luce, fece proseguire l'esecuzione capitale.
Una sola vittima non fu impiccata, ma la sorte riservatale fu anche peggio: si trattava dell'ottantenne Giles Corey, il quale si rifiutò di farsi processare. La pena in questo caso fu tremenda: fu fatto schiacciare da pesanti lastre di pietra, mentre, tre giorni dopo, la moglie e altre otto presunte streghe furono impiccate. Furono le ultime vittime di questo attacco di isteria collettiva: in tutto furono uccise 20 persone e altre 4 morirono in carcere.
Solo in autunno la voglia di spargere sangue passò di colpo e iniziarono a circolare lavori che criticavano i metodi addottati e perfino uno dei più accaniti, il padre di Cotton, Increase Mather scrisse un lavoro intitolato Cases of Conscience (casi di coscienza), nel quale affermò che era meglio che dieci presunte streghe fossero rilasciate piuttosto che un innocente fosse condannato.
Ma il lavoro che diede un colpo mortale all'attentibilità dei Mather fu la pubblicazione nel 1700 del More wonders from the invisible world (altre meraviglie dal mondo invisibile) del mercante di tessuti Robert Calef (1648-1719), il quale dipinse l'operato di Cotton Mather come così spietatamente crudele e palesemente tendenzioso che a quest'ultimo fu negata la presidenza di Harvard e a nulla servì il rogo pubblico (nel cortile del college di Harvard) di questo libro, organizzato da un inviperito Increase.

FONTE
 
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